Kawasaki Z-650: la piccola naked che conquista


La nuova Kawasaki Z-650 è la media bicilindrica erede della fortunata serie ER-6n.
Dunque i presupposti c’erano già tutti per supporre che anche la nuova serie, che esibisce un nome della tradizione Kawasaki, potesse essere un prodotto ben costruito.
Stamani abbiamo potuto effettuare un test drive di una mezzora su un percorso misto costituito da strade urbane, extraurbane e autostrada.
Partiamo dall’aspetto, che sicuramente conquista. Le geometrie sono ben proporzionate e risultano gradevoli all’occhio. Le colorazioni disponibili sono tre (bianco, nero e grigio). Peccato solo Le finiture della vernice siano disponibili solo con effetto matto: può piacere ma anche no.
Molto bello esteticamente il silenziatore che, tuttavia, da al motore un suono più da scooterone che da moto: un dettaglio forse secondario ma non per chi cerca un coinvolgimento emotivo anche sonoro acquistando una moto e non uno scooter.
Saliti in sella, ci si accorge subito che la moto privilegia le persone non altissime e, quindi, il mezzo è anche perfetto per il pubblico femminile o per chi, non troppo alto, cerca un rassicurante appoggio dei piedi da fermo.
La posizione di guida, infatti, per chi è alto intorno agli 170-175cm è molto buona e, complice la sella stretta e bassa, si riscono a mettere agevolmente entrambi i piedi a terra nelle soste.
La strumentazione è tutta digitale (anche la lancetta del contagiri non è reale ma ottenuta digitalmente) ed ė completa esibendo anche l’indicatore della marcia inserita.
I comandi sono facilmente raggiungibili e intuitivi.
Partiamo col percorso cittadino e la moto subito si mostra agile a svicolare nel traffico nonostante un’altezza di manubrio da stradale e non da enduro. Sullo sconnesso, le sospensioni si comportano sufficientemente bene anche se, complice la sella non particolarmente larga, trasmettono qualche vibrazione e scossone.
Abbandonate le vie urbane, prendiamo la circumvallazione cittadina a scorrimento veloce. Qui la moto da il meglio di sé offrendo agilità, traiettorie facilmente impostabili e controllabili, buona ripresa anche in 6a marcia. All’impianto frenante va un particolare plauso: è potente e modulabile. È dotato di due dischi a margherita sull’anteriore con pinze a doppio pistoncino e abs.
Presa l’autostrada, è facile arrivare a velocità codice che, ovviamente, la moto è capace di superare ampiamente. Si può arrivare sino a circa 190km/h ma, ovviamente, non essendo in una pista preclusa al normale traffico, in questa prova ci asteniamo di superare i limiti di velocità. Il cambio risponde bene, senza particolari impuntature e, complice un motore vivace nonostante i limiti imposti dalla normative ambientali, velocemente si arriva sino in 6a marcia. Analogamente le scalate sono sicure e rapide. Manca un riparo aerodinamico adeguato che, oltre i 100-120km/h può costituire un elemento di affaricamento per pilota e passeggero. Ma questa ė una naked e dunque si poteva ben immaginare che il pilota rimanesse totalmente esposto al flusso aerodinamico. Il sedile del passeggero è striminzito e del tutto inadeguato a lunghi trasferimenti autostradali.
Cosa ci è piaciuto di più: le forme e i volumi, il motore, i freni, i comandi.
Cosa risulta nella media: le sospensioni, la comodità di seduta del pilota.
Cosa ci è piaciuto di meno: la verniciatura disponibile solo satinata, il suono del motore più simile a uno scooterone che al ruggito di una moto, la scomodità di seduta del passeggero.
In definitiva una buona moto tuttofare che, complice anche il prezzo di acquisto che si dovrebbe attestare intorno ai 6.500 euro chiavi in mano, sicuramente sarà preferita da tutti coloro che, non altissimi, vogliono una moto bella, di guida facile nonché parca nei consumi da usare per andare quotidianamente al lavoro o per gite di piccolo e medio raggio.