Foibe
La celebrazione è avvenuta nel pomeriggio della giornata, presso la cattedrale di Nostra Signora dell’Assunta, con una la messa in suffragio delle vittime delle foibe e dell’esodo istriano, fiumano e dalmata, che è stata officiata dal vescovo della diocesi di Savona-Noli, mons. Calogero Marino, e promossa dalla sezione di Savona dell’Associazione Nazionale Venezia-Giulia e Dalmazia
Erano di stanza sull’isola di Lussino, quando ancora non era Croazia ma Jugoslavia. Una quarantina di uomini a difesa di Neresine e Zabodaschi. Portavano il berretto e le mostrine della X Flottiglia Mas, ma le divise erano logore, le giubbe strappate o abbandonate in un’altra trincea. Il principe Borghese li aveva mandati a contrastare l’avanzata
La Legge 92, del 30 marzo 2004, ha istituito il “Giorno del Ricordo”, perchè uno degli avvenimenti più dolorosi e, ancora oggi, divisivi della nostra storia, recitando: “La Repubblica Italiana riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del Ricordo”, al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime
Almeno diecimila persone, negli anni drammatici a cavallo del 1945, sono state torturate e uccise a Trieste e nell’Istria controllata dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito. E, in gran parte, vennero gettate (molte ancora vive) dentro le voragini naturali disseminate sull’altipiano del Carso triestino ed in Istria, le “foibe”. Le foibe sono delle cavità naturali,
(NDR: Continua dalla prima parte pubblicata la scorsa settimana) . A parte il fatto che i morti russi, per tanti che fossero (e lo furono davvero!) furono causati solo in parte dai puri atti bellici, dato che buona parte di essi deve la perdita del bene supremo a Stalin e ai suoi compagni, da Beria
Lo scorso 10 febbraio si è celebrata la Giornata del Ricordo, in memoria della tragedia degli italiani di Venezia Giulia e Dalmazia e di tutti i martiri delle foibe. E’ stata, crediamo, la prima volta che questa celebrazione ha assunto un carattere nazionale ed ecumenico, interessando finalmente anche la coscienza dei cittadini italiani più lontani
“…Indossavamo i soli pantaloni e ai piedi avevamo solo le calze. Un chilometro di cammino e ci fermammo ai piedi di una collinetta dove, mediante un filo di ferro, ci fu appeso alle mani legate un masso di almeno 20 kg. Fummo sospinti verso l’orlo di una foiba, la cui gola si apriva paurosamente nera.
Stamani si sono tenuti in alcune località italiane manifestazioni antirazziste a seguito dei recenti eventi che a Macerata hanno visto un italiano sparare per rappresaglia a dei migranti turbato dalla notizia di un efferato delitto compiuto da extracomunitari ai danni di una ragazza italiana. Naturalmente si è trattato di un fatto deprecabile per il quale