C’era una volta un Paese dove l’insegnante faceva lezione, dialogava, valutava. Latino, greco, filosofia, matematica, fisica… si studiavano con passione e sudore: “Niente si conquista senz’amore e fatica”, ripeteva il mio Professore. Era la buona scuola del passato. Formava persone. E, naturalmente, professionisti. I migliori medici, ingegneri, fisici, giuristi, filosofi, giornalisti, che occupano posizioni di
In Italia appena si sente odore di elezioni, spuntano le proposte di posti di lavoro come se fosse la manna dal cielo. Ed ecco che, in vista delle elezioni politiche (NDR: i prossimi mesi mesi di febbraio, marzo, aprile o maggio ospiteranno certamente la data delle votazioni che rinnoveranno il Parlamento oramai arrivato alla scadenza
Ci siamo. Anzi, ci risiamo. Ancora un paio di giorni e le scuole italiane saranno pronte ad accogliere, per un altro anno scolastico, migliaia di discipuli (si spera) il più desiderosi possibile di apprendere e di arricchire il proprio bagaglio di conoscenze. Per altri otto mesi, i corpi docenti dei nostri istituti (statali e non)
Negli ultimi tempi si fa un gran parlare di scuola, anzi della cosiddetta “buona scuola” che, a dispetto della pretenziosa definizione, altro non rappresenta se non l’ultimo colpo di scure alla già disastrata situazione scolastica e universitaria italiana. Non a caso si sono potuti apprezzare recentemente interventi che mettono in risalto le contraddizioni dell’artificio renziano