Chi siederà sulla panchina azzurra?


Chissà quando, come e perché si è consumata la rottura tra Aurelio De Laurentiis e Luciano Spalletti all’alba della conquista del terzo scudetto. Pare che le loro strade si siano divise il 19 aprile scorso quando la società ha rinnovato il contratto in automatico tramite PEC e Spalletti, che è uno all’antica, avrebbe almeno voluto una chiacchierata, una stretta di mano, qualcosa di meno gelido. Ora che la rottura sembra irreversibile, a meno di un depistaggio ben congegnato, è in atto vero e proprio toto-allenatore su chi potrà essere il successore sulla panchina della squadra campione d’Italia.
L’idea di De Laurentiis di puntare su profili giovani e non blasonati è sempre stata vincente ma ora c’è una differenza: il Napoli è scudettato in cerca di continuità. Non sappiamo cosa riserverà il mercato, alcuni giocatori potrebbero essere ceduti dinanzi a cifre mostruose, ma la guida tecnica deve essere solida.
Decine sono oramai i nomi circolati negli ultimi giorni che affollano la lunga lista dei trainer.
Con Luis Enrique si intravede la possibilità di proseguire nel solco del 4-3-3 tracciato da Spalletti. Tuttavia c’è da dire che lo spagnolo viene da una carriera complicata e le sue scelte non sempre sono state condivise. Non è solo il rapporto con De Laurentiis che può spaventare, ma anche i suoi metodi nella formazione del gruppo.
De Laurentiis ha cominciato a corteggiare Vincenzo Italiano già qualche anno fa, dopo una sorprendente sconfitta contro il suo Spezia. Il tecnico, ora alla Fiorentina, ha dato messaggi ambivalenti. Le sue squadre hanno il pregio di avere un’identità spiccata, riconoscibile e al passo coi tempi, ma sono anche squadre talvolta fragili difensivamente, e che piombano in preoccupanti astinenze offensive. Ma il Napoli non ha fatto troppi passi in avanti per scegliere un allenatore emergente e non ancora del tutto affermato?
Allora forse sarebbe meglio pensare al ritorno di Rafa Benitez, uno che ha reso grande il Napoli.
Durante il suo biennio (2013/2015) lo spagnolo, pur non raggiungendo i risultati sperati, aveva costretto De Laurentiis a fare un passo in avanti. Sono stati portati in rosa gente come Higuain, Callejon, Mertens e Koulibaly ed è stata avviata una certa idea di calcio che poi sarebbe fiorita con Sarri. Il fatto che dopo Napoli la carriera di Benitez sia deragliata pone delle perplessità nell’eventuale scelta come allenatore. Piuttosto, considerandolo più come gestore, capace di far rendere una rosa non imponendo la propria visione, si potrebbe pensare di affidargli il ruolo di direttore tecnico. Rafa sarebbe il profilo ideale per raccogliere il testimone da Giuntoli.
Tecnico in voga del momento è De Zerbi, molto ambito dalle migliori squadre della Premier League. Il suo calcio sarebbe in continuità con quello di Spalletti, pur con delle differenze. De Zerbi plasma le sue squadre su alcune idee ben precise, come il dominio del pallone e la fluidità degli interpreti, ed in questo indubbiamente troverebbe una squadra già pronta a recepire i suoi principi, ovviamente al netto di quelle che saranno le partenze. Inoltre, cosa non di poco conto, De Zerbi ha vestito la maglia del Napoli tra il 2006 e il 2008.
C’è però più di un’incognita. De Zerbi ha pochissima esperienza in Europa e il presidente del Napoli per liberarlo dovrebbe pagare una clausola al Brighton, cosa assai complicata per il Patron azzurro.
Si parla anche di Antonio Conte ma è difficile immaginare in che modo, sul piano tattico, Conte potrebbe allenare il Napoli senza aver bisogno di sostanziali stravolgimenti di rosa. Il suo è un calcio con una rigidità che è il contrario dei principi con cui il Napoli ha vinto lo scudetto.
Julian Nagelsmann: un perfetto innovatore per la Serie A. L’allenatore tedesco gioca con nove giocatori sopra la linea della palla e attacca sempre in inferiorità numerica. La sua supponenza, la sua spregiudicatezza, le sue idee potrebbero solo attirare De Laurentiis e i tifosi del Napoli. Insomma una scelta assurda e per questo affascinante.
Roberto Mancini, laddove Allegri andasse a sedersi sulla panchina della Nazionale, potrebbe finire su quella del Napoli.
Mancini ha un bellissimo curriculum ed ha dimostrato di essere un allenatore flessibile e capace di creare una squadra di successo basata sul possesso palla. Saprebbe dare continuità al progetto Napoli?
L’unico nome poco gradito alla piazza rimane quello di Gian Piero Gasperini. Il suo approdo alla corte di De Laurentiis sarebbe difficile anche solo da immaginare. Gasp è per idee e storia l’allenatore più lontano da quello che è il Napoli oggi. Le rivoluzioni, però, non sono un tabù per De Laurentiis che, dopo aver centrato finalmente lo scudetto, potrebbe cambiare nuovamente tutto, abbandonando il gioco raffinato per il dominio fisico dell’avversario.
Tra le novità troviamo Alessio Dionisi. Toscano come Sarri e Spalletti, cresciuto pure lui all’Empoli, da due stagioni guida con grande bravura il Sassuolo può essere considerato l’erede naturale dei predecessori Sarri e Spalletti. Il suo credo tattico si abbina alla perfezione al Napoli, ma la scarsa esperienza potrebbe essere un handicap.
Tra i profili giovanili anche Raffaele Palladino, il napoletano del Monza.
Classe 1984, è l’allenatore più giovane della Serie A. Il suo esordio con il Monza è stato straordinario. I brianzoli con lui in panchina hanno una media da qualificazione all‘Europa League. Ha battuto Inter, Napoli e Juve. Ma anche per lui la giovane età e la poca esperienza sarebbero un limite.
Un nome che piace è quello di Jurgen Klopp. Ha reso grande il Borussia Dortmund, dando filo da torcere alle corazzate. Poi, con l’esperienza al Liverpool ha imparato a lavorare nelle grandi squadre, a dare continuità ai successi. Il suo ciclo in Premier sembra ormai finito visti i risultati di questa stagione e una nuova sfida, in una piazza calorosa come Napoli, potrebbe intrigarlo. L’ingaggio potrebbe non essere un ostacolo visto che in passato De Laurentiis ha già fatto uno strappo alla regola per portare Ancelotti all’ombra del Vesuvio.
Un’alternativa da tenere in considerazione è Thiago Motta: dopo l’esperienza con l’under 19 del Psg, con il Genoa e soprattutto dopo le due buone stagioni alla guida di Spezia e Bologna, il tecnico italo-brasiliano potrebbe essere pronto al salto in una ‘big’, magari sfruttando la sua esperienza da calciatore di top club come Barcellona, Atletico Madrid, Inter e Paris Saint Germain.
Come andrà a finire? Come ci ha abituato il Presidente. De Laurentiis ama stupire con colpi a sensazione ed anche stavolta ci riuscirà. D’altronde è lui il produttore del film del Napoli e sarà lui a decidere quale sarà il finale.