L’incoronazione di Carlo III: una colossale e anacronistica messinscena nobiliare


Una cerimonia in un certo senso assurda ai nostri giorni, una parata di Vip che probabilmente non interessa molto ai giovani inglesi e spreca una enormità denaro pubblico.


Londra – Nelle vie di Londra la folla sventolava bandiere e cantava, ma l’incoronazione di Carlo III come re d’Inghilterra è stata una cerimonia anacronistica e assurda ai nostri giorni? In un mondo in cui la nobiltà è ormai un concetto superato, questa pompa magna nobiliare può sembrare fuori luogo e priva di significato per la maggior parte dei paesi del mondo.

Mentre la popolazione inglese soffre ancora gli effetti della crisi economica, si è effettivamente verificato uno spreco enorme di denaro pubblico per un evento che interessa probabilmente ben poco ai giovani inglesi, i quali, in buona misura, preferirebbero una repubblica piuttosto che un monarca ereditario. Eppure, oltre 2.200 invitati, tra teste coronate e Capi di Stato, hanno partecipato a questa cerimonia fastosa, come se fosse ancora il Medioevo o giù di lì…

La funzione religiosa si è svolta nell’Abbazia di Westminster, ma forse il significato e la portata di questa cerimonia sfuggono alla comprensione di parte della popolazione, quella meno abbiente in particolar modo. Mentre Carlo III affermava di essere “qui per essere servito, non per servire”, non pochi si chiedono se ci sia ancora spazio per una figura come quella del re in un mondo moderno e democratico.

Dopo il rito religioso, Carlo e la regina consorte Camilla sono tornati a Buckingham Palace, dove hanno salutato la folla dal balcone insieme al resto della famiglia reale. Ma la mancanza del principe Harry, il ribelle della famiglia reale, ha sottolineato ancora di più la distanza tra questa cerimonia antiquata e i desideri e le aspettative della giovane generazione.

L’incoronazione di Carlo III è stata una breve parentesi nella storia, durata solo un’ora e mezza, rispetto alle lunghe cerimonie delle generazioni passate. Ma anche questa riduzione non ha reso l’evento meno irrealistico e distante dalla realtà delle persone comuni. Ci riferiamo a chi patisce il conto della recessione, forte dopo Brexit e Covid.

L’intera cerimonia è stata caratterizzata da una serie di gesti e rituali che sembrano appartenere a un’epoca ormai lontana. Il giuramento su una Bibbia, la rimozione della veste cerimoniale, l’unzione dietro a tre paraventi, tutto questo sottolinea l’assurdità di un rapporto privilegiato tra il sovrano e Dio, che non ha più senso nel contesto moderno. Scene inverosimili negli altri paesi avanzati del mondo.

La corona di Sant’Edoardo, posta sul capo di Carlo III, è un altro simbolo di questa cerimonia fuori dal tempo. Pesante due chili, prende il nome da un re anglosassone del passato e è stata usata solo in rare occasioni. È difficile capire come un oggetto così antiquato possa ancora avere un significato.

I fasti ed il consenso del regno di Elisabetta II appaiono lontani, il nuovo re dovrà essere più molto accorto per rimanere senza problemi in sella. Già alcuni paesi del Commonwealth che lo vedono come proprio Capo di Stato appaiono piuttosto scettici nei suoi confronti.

La Gran Bretagna archivierà presto questo evento di portata eccezionale, senza che ne conseguano grossi benefici per i molteplici e complessi problemi tra cui deve districarsi.