Galli o sciacalli?


Non si è ancora spento (e meno male!) l’eco della disastrosa dichiarazione del ministro francese Darmanin secondo cui Giorgia Meloni e il suo esecutivo sarebbero incapaci nella gestione dei migranti.
Scendere in polemica non è il caso, dato il livello della controparte, il cui sguardo vispo e intelligente denota già di per sé un Q.I. degno almeno di una foca monaca.
Nemmeno uno scambio di opinioni faccia a faccia sarebbe interessante, giacché è noto il proverbio: mai discutere con un idiota: ti trascina sul suo terreno e ti batte con l’esperienza.
Occorre però puntualizzare un paio di cosette.
Vi rammentate di quando, non sono passati molti anni, il governo francese si trovò veramente a mal partito nello scontro con gli immigrati irregolari (o clandestini, se preferite, ma è una distinzione puramente accademica) nelle banlieu parigine? Ebbene, non ricordo che alcun esponente di governo dall’Italia abbia lanciato la benché minima accusa di incapacità nei confronti del titolare dell’Hôtel de Beauvau o della prefettura parigina.
Anche in occasione delle proteste, non ancora sopite, dei gilet gialli nessun uomo o donna dei governi Draghi prima e Meloni poi si sono sognati di interferire con il Ministero degli Interni e d’Oltremare (così la loro ‘grandeur’ lo chiama!).
C’è stata, questa si, una vibrata protesta proprio di Giorgia Meloni quando ancora era all’opposizione, nell’occasione in cui Gabriel Attal, portavoce di En Marche, il partito di Macron, ha definito niente meno che «vomitevole» la posizione dell’Italia nei confronti della nave che fa capo alla Ong Sos Mediterranée. Da notare che in tale occasione il governo italiano ebbe solo il ministro Salvini quale voce a propria difesa, e si appoggiò supinamente (senza nemmeno dire grazie) alla dura replica del segretario di Fratelli d’Italia.
Bene ha fatto Tajani ad annullare il viaggio in Francia e a pretendere molto di più delle prime deboli moine che invece di scuse parevano una ulteriore presa in giro.
I francesi sono più abituati di noi a trattare con gli extracomunitari, pratica che gli viene da un’esperienza plurisecolare di colonialismo duro e feroce. Ancora oggi imbrigliano 7 Paesi africani con un cappio al collo che si chiama Franco CFA, emesso dalla Francia e ceduto a Senegal, Mali, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Niger, Guinea Equatoriale e Guinea Bissau con un fortissimo signoraggio che strangola le economie di quei poveretti.
Quindi possiamo tranquillamente dire che i Galli si sono nel tempo trasformati in Sciacalli, e come tali dovrebbero essere trattati finché non impareranno le buone maniere ma soprattutto il rispetto.