Costo del lavoro e libertà


Un dato macroeconomico che non ci viene mai spiegato dai media è che in Italia il costo del lavoro è di 2.2. Cosa significa? Facciamo un esempio semplice: se un dipendente guadagna 1600 € lordi, il datore di lavoro ne versa altri 1920 €; poi il dipendente al netto percepisce 1200 €.
In poche parole se generi un guadagno di 3520 Euro ne percepisci solo 1200 e lo Stato se ne trattiene 2320,00, quasi il doppio, senza contare imposte locali, addizionali e quant’altro.
In passato queste trattenute potevano essere considerate oneste perché in cambio lo Stato garantiva servizi al cittadino. Se vi ricordate, nei mitici anni 60 ma anche dopo il cittadino non pagava nulla per la sanità pubblica (niente ticket!), per l’istruzione (libri gratis alle elementari e a basso costo alle medie inferiori), per lo smaltimento rifiuti e fino a un certo punto anche per l’acqua.
Inoltre l’approvvigionamento di energia elettrica e di gas erano a costo decisamente basso, così come i pedaggi autostradali e lo Stato provvedeva senza altri oneri per il cittadino alla manutenzione delle strade e all’ampliamento della rete stradale (la maggior parte delle gallerie autostradali risalgono a quegli anni.
O invece la situazione è questa:
Sanità: se devo fare un esame in tempi ragionevolmente brevi è meglio andare da privato e pagare; addirittura certe volte il costo della prestazione in ambulatori privati e inferiore al costo del ticket!
Istruzione: ne vogliamo davvero parlare? Meglio se stendiamo un velo pietoso.
Smaltimento rifiuti: privatizzato quindi lo pago 2 volte
Energia elettrica e gas: privati quindi pago 2 volte con l’aggiunta della recente estorsione per cause che lo Stato non è ancora riuscito a capire, figuriamoci a sanzionare i colpevoli.
Strade: sempre più rotte (i famosi “fori romani”, inoltre parcheggi privatizzati, quindi pago per la manutenzione delle strade, le posso percorrere ma quasi ovunque non posso sostare senza pagare.
Acqua: non sono ancora riusciti a privatizzarla ma ci manca poco; molte sono le spinte in questo senso dei grandi gruppi. Per intanto le autorità d’ambito già sono impigliate in pastoie burocratiche sempre più strette e tra un po’ molleranno tutto per la disperazione.
Autostrade: privatizzate quindi le pago 2 volte. Avevano promesso di pubblicare i contratti di concessione che per alcune parti non sono mai stati resi pubblici. Perché? Vi invitiamo a scoprirlo a questo link:
https://www.agi.it/economia/concessioni_autostradali_contratti_segreti-4277948/news/2018-08-17/
È finita qui? Certo che no: non dimentichiamoci poi che con i 1200 miseri euro di stipendio il povero contribuente oltre che pagare i servizi sopra elencati si troverà ancora da affrontare: canone RAI, bollo e assicurazione auto (e se ne ha una sola gli va già bene!), IMU se solo ha una catapecchia sul fiume per andarsi a rilassare pescando, il caro benzina che aumenta col petrolio ma non cala a mai quando questo scende, il 22% di IVA su quasi tutti gli acquisti (a parte il pane e i pannolini) e, Sulcis in fundo (come dicono in Sardegna), i prezzi da gioielliere dei traghetti quando finalmente va in ferie.
A questo punto viene spontaneo chiedersi: ma siamo davvero certi che il problema in Italia sia la libertà per quattro manfruiti di commissionare un bambino alla zocc alla morta di fame di turno che gli sfornerà il marmocchio per il sollazzo dei genitori 1 e 2 che se ne stracatafottono della felicità del pargolo?
Ma soprattutto: siamo sicuri che sia questa la vera libertà?