Thomas Zettera racconta le atrocità dei campi di concentramento attraverso le vicende del nonno Osvaldo


Osvaldo era solo un ragazzo quando fu deportato in un campo di concentramento in Germania. Era il 1944 e in Italia i partigiani combattevano contro l’esercito tedesco per liberare il nostro Paese. Fino ad allora Osvaldo era vissuto in un piccolo borgo sull’Appennino marchigiano. Da bambino aveva fatto il pastore di un piccolo gregge di capre per guadagnarsi qualcosa da mangiare perchè la sua famiglia era molto povera.
Finire in quel Golgota di fango e barbarie che era un lager e uscirne vivi è una fortuna che è toccata a pochi. Tra i sopravvissuti a quella terribile esperienza c’è anche il nonno di Thomas Zettera che è riuscito a tornare a casa e ha potuto tramandare il terribile racconto di ciò che aveva dovuto subire. Le sue vicende rivivono nel libro “Il bambino delle capre”, il romanzo storico con cui Zettera fa il suo esordio letterario. “Questa opera è dedicata a tutte le vittime cadute per la fame, le fatiche e le terribili atrocità subite nei campi di concentramento e di sterminio nazista, e a tutte quelle persone sopravvissute, che sono state testimoni oculari e immagine indelebile dei crimini commessi…in memoria di mio nonno Osvaldo” scrive l’autore nella prima pagina del suo libro.
Come era finito Osvaldo in un campo di sterminio tedesco? Aveva nascosto Tonio, un ragazzo ferito che faceva parte di un gruppo di azione patriottica. “Era un ragazzo, con una folta e scura capigliatura riccioluta, avrà avuto più o meno la mia età, estremamente magro e mal vestito, anzi, a guardarlo meglio, sembrava si fosse rotolato a terra, i suoi pantaloni, oltre che sgualciti in più punti, erano sporchi e polverosi” racconta Osvaldo al piccolo Thomas che vuole conoscere tutta la storia del nonno. Dopo averlo curato, Osvaldo e alcuni suoi amici accompagnano Tonio nel folto dei boschi, dove si nascondeva il suo battaglione. I tedeschi però sono sulle loro tracce e ben presto arrivano nel paese di Osvaldo. “I militari avevano tutti un fucile in spalla, indossavano un elmetto rigorosamente allacciato, camicie e pantaloni color verde olivastro, stivali scuri e un grande cinturone che sosteneva ulteriori accessori. Alcuni avevano un manganello in legno o un binocolo a tracolla, tutti possedevano una pistola di ordinanza ben riposta nella fondina dalla quale spuntava solo la lunga canna” racconta ancora il nonno al piccolo Thomas. Di fronte alle minacce dei tedeschi, Osvaldo e i suoi amici non hanno altra possibilità che quella di costituirsi per salvare i loro compaesani dalla violenza dei militari. Così inizia l’incubo della deportazione, stipati nei convogli ferroviari in cui molti morivano di stenti, e poi la terribile esperienza nei campi di sterminio in cui si perdeva tutto, anche la propria identità.

Genere: Romanzo storico/Narrativa di guerra
Pagine: 212
Prezzo: 14,99 €
ISBN: 9798364673268

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Fonte:
Francesco Lavorino
Addetto Stampa Il Taccuino Ufficio Stampa