La Carciofara


AL DI LÀ DEL BULLISMO POLITICO, CHE SQUALIFICA SEMPRE CHI LO FA, AVETE MAI NOTATO DI CHE BEL COLORE SONO I FIORI DEI  CARCIOFI  … ?
Il direttore.


Non intendo qui lodare o criticare la politica o le azioni di Giorgia Meloni, primo ministro donna del popolo Italiano. Intendo difendere la donna, ben conscio del fatto che si saprebbecomunque difendere da sola dalle accuse miserabili di chi crede di insultarla chiamandola “Carciofara”, senza capire che le fa solo un assist per un altro gol a porta vuota.
A voi che la chiamate ‘Carciofara’ e dall’alto del vostro status la definite inadatta, fascista, omofoba, voglio solo ricordare che questa ragazzina ha cominciato a lottare da adolescente, quando da sola si è calata nell’arena della politica degli ambienti di destra, teoricamente i più maschilisti.
E in mezzo agli uomini non si è comportata come le donnine che in questi tristi tempi abbiamo visto ricoprire ruoli da ministro, cioè come una geisha, ma ha lottato, ha dato pugni, li ha presi, è caduta e si è rialzata, ha pianto e si è fatta forza. Perché questa ragazzina viene da un quartiere popolare, è cresciuta senza un padre ed è figlia diretta di quel popolo con il quale vi riempite sempre la bocca. Lei è figlia di quella povera gente che non ha una vita già spianata alla nascita, che non conosce traguardo che non sia sudato, che non ha amici ai posti giusti e può contare solo sulle proprie gambe. È per questo che non la volete, perché non fa parte dei vostri schemi, non è un vostro prodotto, non è una vostra figlia.
Voi la chiamate ‘Carciofara’ ma non avete mai pulito un carciofo, voi figli di ministri, di registi, di cantanti, di giornalisti lecchini, di uomini di potere, questa donna è figlia nostra, madre e sorella, viene dal basso, dove tutto costa fatica, ed è per questo che le vostre parole non la scalfiscono. In confronto a voi, miserabili nani, è un gigante che ha già valicato il mare. Credete veramente che nell’arena non abbia già affrontato il vostro miserando disprezzo? Credete veramente che da ragazzina al liceo non sia stata già insultata, offesa, calunniata? Ma noi gente del popolo siamo abituati ad essere discriminati perché, sapete, la vera discriminazione è sempre la stessa, antica come la civiltà: quella tra ricchi e poveri, tra oligarchia e popolo, tra persone che devono lottare e chi gli passa avanti perché raccomandato. Ora tornate nei vostri salotti radical-chic a strillare e a convincere o pecoroni, quelli che non capiscono chi siete e quanto poco valete.