Chitarra Elettrica – Intervista a Piero Gallo


Piero Gallo impara a suonare la chitarra a 15 anni da autodidatta. Dopo un breve periodo rock, passa al funk dopo aver conosciuto Enzo Avitabile, con il quale condivide il palco per ben 33 anni. Insieme collaborano anche con artisti internazionali del calibro di James Brown, Randy Crafword, Khaled, Amina, Africa Bambata. Successivamente, collaborerà anche con i Planet Funk.

Piero pubblica cinque album e circa 30 inediti, compone per svariati artisti, anche internazionali; poi inizia la collaborazione con Enzo Gragnaniello, partecipa alla creazione dell’album “Radice” e a seguire, tutti gli altri album dove è possibile distinguere il suono unico della mandolina, strumento che accompagna Piero da 21 anni.
Alcune delle creazioni di Piero vengono utilizzate ancora oggi dalla RAI in programmi come Sereno Variabile e Linea Azzurra.
La caratteristica che rende Piero Gallo un artista unico, è la rilettura personale ed originale che tra spunti e sperimentazioni, si anima delle sonorità della sua terra.


W.M.: Ciao Piero, grazie per la tua disponibilità. Inizi adolescente a suonare la chitarra ritmica e con essa sviluppi un sound molto bello e personale. Ci racconti di più?

P.G.: Ciao, ho iniziato a suonare la chitarra dopo una breve parentesi musicale con la batteria. Successivamente essendomi trasferito con la mia famiglia in un’altra casa, per motivi condominiali, mio padre fu costretto a vendere la batteria e mi acquistò una chitarra. Sono di formazione completamente autodidatta, fin dall’inizio ho suonato la chitarra ritmica attratto molto dal funk anche se non disdegnavo di fare le parti solistiche, tutto ciò, nel corso del tempo, mi ha consentito di diventare un chitarrista rock, funk. Ho vissuto un periodo molto fecondo della musica, gli anni “60” sono stati anni di cambiamento che hanno influito sulla mia ispirazione musicale. I miei riferimenti sono stati Jimi Hendrix, Led Zeppelin, i Deep Purple ed altri grandi del periodo.

W.M.: Successivamente hai iniziato una collaborazione con Enzo Avitabile, ciò ti ha consentito negli oltre trent’anni trascorsi insieme, di girare il mondo ed arricchire la tua formazione musicale assimilando altre culture al di fuori del funk e rhythm and blues.

P.G.: La collaborazione con Enzo Avitabile è stata fondamentale per la mia formazione, ci siamo conosciuti da bambini ed insieme abbiamo suonato nelle più svariate formazioni musicali. Successivamente Enzo, artista geniale con una personalità molto stimolante e creativa, estese il suo interesse musicale alla “Worl-Music”. Ho collaborato con lui per oltre trent’anni, poi, quando Enzo iniziò la collaborazione con i “ Bottari”, lasciai la mia amata Fender, la chitarra elettrica non si prestava ad essere utilizzata in questo nuovo progetto, avevo bisogno di uno strumento che potesse essere adatto dal punto di vista acustico a questa nuova formazione.

W.M.: Un’altra collaborazione importante è con Enzo Gragnaniello, un grande artista…

P.G.: Dopo il lungo periodo trascorso con Enzo Avitabile, trascorsi un anno in stand-by. Durante questo periodo mi dedicai alla mia produzione musicale che vide la nascita di Diario Mediterraneo e Papaij. Successivamente fui contattato da Franco Del Prete con cui formammo un gruppo. La formazione musicale era composta da Franco alla batteria, Francesco Iadicicco al basso, me alla mandolina e Paola al canto…la band era “Sud Express”. Poi l’incontro con Enzo Gragnaniello… il mio modo di suonare piacque molto e da allora è iniziata una collaborazione professionale che a tutt’oggi continua.

W.M.: Quali sono state le altre collaborazioni significative?

P.G.: Le altre importanti collaborazioni sono maturate sempre durante e attraverso Enzo Avitabile e sono quelle con James Brown, Randy Crafword, Khaled, Amina, Africa Bambata.
Successivamente, poi, ho avuto una diretta collaborazione con i Planet Funk.

W.M.: Poi la svolta, ossia il passaggio dalla chitarra elettrica alla “Mandolina” ci racconti di questa evoluzione?

P.G.: Come chitarrista funk, con Enzo Avitabile, ho partecipato sempre con la mia amata Fender strato bianca come la mitica di Jimi Hendrix, poi quando Enzo iniziò il nuovo progetto della “world music”, con i “Bottari”, mi fu chiesto di utilizzare un nuovo strumento che avesse avuto caratteristiche più compatibili e sonore con la musica del ns. territorio. Di lì in poi iniziai a provare vari strumenti, chitarre battenti, mandole, mandolini, mandoloncelli ma, purtroppo, non riuscii a trovare il giusto feeling. Fu così che iniziai una ricerca che mi portò a creare un nuovo strumento, la “mandolina” con caratteristiche accordali simili alla chitarra, infatti utilizza quattro corde doppie dell’accordatura della chitarra abbassate di un tono (sol, do, fa, la).
Non essendo né una chitarra né un mandolino, ho dovuto reinventarmi un nuovo modo di suonare, avendo solo quei riferimenti accordali della chitarra. Lo strumento su mie direttive è stato fatto dalla liuteria Amato, è preamplificato, è uno strumento molto intrigante e affascinante che ha risvegliato in me la mia veste compositiva, cosa che per tanti anni come chitarrista non avevo mai manifestato.

W.M.: Con questo strumento inizia anche la tua attività di compositore, nulla nasce per caso.

P.G.: Si, in tanti anni come chitarrista non avevo mai pensato a creare delle composizioni. Soltanto con l’avvento della mandolina ho trovato in me la vena compositiva che mi ha portato a pubblicare ben cinque album che hanno riscontrato un buon successo tra il pubblico che segue la mia musica. Con «Benite», nel 2009, ho iniziato la mia avventura da solista, sulle strade di un suono mediterraneo, successivamente è stata la volta di una mia rilettura dei Beatles, «NapoLIverpool», poi a seguire «Papaij», cd pubblicato dalla Mommò Record, e poi Diario Mediterraneo e Risorgeremo. Sono anche autore del brano Piccerè portato al successo da Peppe Barra e del brano “Senza Culore” cantato da Raiz.

W.M.: Eccoci giunti alla fine di questa simpatica intervista, ti ringrazio ancora e ti auguro tanta buona musica.