Il Brasile piange il suo Rey


L’anno vecchio, il 2022, ha chiuso i suoi battenti portandosi via l’ultimo re che il mondo aveva in terra.
Edson Arantes Do Nascimiento, noto a tutti come Pelé, si è spento ad 82 anni all’ospedale Albert Einstein di San Paolo per un’insufficienza méultipla degli organi a causa di un cancro al colon.
Il Brasile piange O’ Rey, ma tutto il mondo del calcio è in lutto.
Il presidente del Brasile, Bolsonaro, ha decretato tre giorni di lutto nazionale e martedì 3 si svolgeranno i funerali a Santos.
Pelé è stato il calciatore per eccellenza. La Perla Nera ha incarnato tutte le qualità di un giocatore di calcio: tecnica, velocità, potenza, intelligenza, tattica, fantasia, acrobazia, elevazione, tiro, dribbling e carisma.
Pelé è stato un’icona dello sport più popolare al mondo: una leggenda del calcio. L’unico calciatore a vincere tre volte la Coppa del Mondo con il Brasile: nel 1958, nel 1962 e nel 1970.


Con la maglia verde-oro ha giocato 92 partite e segnato 77 gol, capocannoniere assoluto della Selecao. Con il Santos, sua unica squadra insieme ai New York Cosmos a fine carriera, ha segnato 1281 gol in 1363 partite. Nel 1999 fu nominato dalla Fifa “Calciatore del secolo” insieme a Maradona, ma non ha mai vinto il Pallone d’Oro. In realtà O’ Rey non poteva vincerlo. Perché il Pallone d’Oro, istituito a metà degli anni ’50 da France Football, fino al 1994 è stato un premio riservato solo ai calciatori europei. Per questo né il brasiliano né l’argentino sono riusciti ad aggiudicarselo quando erano in attività.
Molto spesso il nome di Pelè è stato affiancato a quello di Maradona e sempre con l’intento di paragonarli per cercare di individuare chi fra i due numeri dieci fosse il migliore.
Pelé è stato universalmente considerato il miglior calciatore di sempre per decenni, esattamente fino a quando sulla scena è comparso il Pibe de Oro. La loro è stata un rivalità accesa, forte, con parole pepate, ma sempre a distanza. Perché Pelé è nato nel 1940, mentre Diego nel 1960. Le giocate di Maradona ed i suoi successi sono stati contrapposti per una vita a quelli di Pelé e per molti anni non se le sono mandate a dire. Poi è arrivata la pacificazione in occasione dei sorteggi dei Mondiali 2018, con il bacio di Diego al brasiliano che arrivò in carrozzina.
Pelé, in un’intervista recente del 2021, disse: “A volte ci incontravamo e, anche se non avevamo un’amicizia intima, scherzavamo sempre su chi fosse il migliore, ma per Dio siamo tutti uguali.” Sagge parole, i geni, infatti, non vanno paragonati ma semplicemente goduti, ammirati, contemplati e giustamente esaltati.
E mai come adesso torna profondamente attuale la frase che una settimana dopo la morte di Maradona, Pelé scrisse sul suo profilo Instagram: “Grande amico, grazie mille per tutto il nostro viaggio. Un giorno, in paradiso, giocheremo insieme nella stessa squadra, e potrò finalmente abbracciarti di nuovo.” E sicuramente questa partita registrerà un tutto esaurito, con due stelle magnifiche a splendere in un campo non verde ma celeste.