Gaetano Fuardo, l’inventore della benzina solida che rischiò di cambiare la storia


Il nome di Gaetano Fuardo è quasi sconosciuto, ma la sua benzina solida avrebbe potuto essere presente in tutti i libri di storia del ‘900.
In un’Europa devastata dai grandi conflitti che hanno segnato il XX secolo, l’invenzione di un carburante solido, facile da conservare e trasportare, non infiammabile, aveva attirato l’interesse di molti governi così come dei servizi segreti di molti paesi che hanno fatto di tutto per sabotarne la realizzazione applicando la filosofia “o mio o di nessuno”.
Gaetano Fuardo è nato a Piazza Armerina, in provincia di Enna, nel 1878 da una famiglia di speziali (gli antenati dei moderni farmacisti), professione che lui stesso intraprese in giovane età, appassionandosi alla chimica.
Morti i genitori, fu cresciuto da uno zio benestante che alla sua morte gli lasciò una discreta somma in eredità, denaro che utilizzò per trasferirsi a Milano dove si laureò in ingegneria chimica al Politecnico.
Proprio durante gli studi universitari sviluppò l’idea a cui avrebbe dedicato tutta la sua vita, la creazione di un carburante solido, non infiammabile e non inquinante. Tata fu la passione che mise nel suo lavoro che infine ci riuscì: aveva inventato la Benzina F, dall’iniziale del suo cognome.
Dice Fuardo:
«La mia benzina renderà inutili le petroliere, il costo di trasporto diminuirà enormemente perché qualsiasi nave potrà caricare la benzina F nelle sue stive senza pericoli o danni. I mari non verranno più inquinati. Gli incendi verranno evitati e così gli scoppi e cento altre disgrazie provocate dal petrolio o dalla benzina».
Fuardo aveva inventato il processo chimico per portare la benzina dallo stato liquido a quello solido, trasformandola in una sostanza gelatinosa e spugnosa. Con un semplice apparecchio, sempre inventato da lui, la si può facilmente riportare allo stato liquido e usarla come carburante. Non diventa solubile e, anzi, può galleggiare come sughero senza inquinare le acque. Non ha bisogno di petroliere per essere trasportata né di assicurazioni miliardarie per mettersi al riparo dai rischi. “Non prende fuoco, può essere stoccata in case come pacchetti di zucchero – racconta oggi Salvatore Casentino, anziano giornalista catanese – cancellando quindi i distributori e via via risalendo tagliando i costi della filiera. 83 anni, 20 dedicati alle ricerche su Fuardo, Cosentino ha stimato che con la benzina F i prezzi si abbasserebbero del 50%.
Naturalmente un prodotto del genere non si può realizzare in casa e in poche ore: a guardo serviva il supporto di una grande industria chimica che gli fornisse tutti gli strumenti necessari a ingegnerizzare il ciclo produttivo. La trovò in Francia, dove si stabilì nel 1920 per lavorare al suo progetto. Nel 1935 la Benzina F era finalment realtà, ma questo era solo l’inizio di una complessa vicenda che avrebbe coinvolto i servizi segreti di mezza Europa, scatenando una guerra di spionaggio inimmaginabile.
L’Inghilterra fu la prima nazione a farsi avanti per ottenere la concessione esclusiva del brevetto. Lo scienziato si trasferì a Londra dove il governo inglese avviò subito le trattative. Forse a causa di una divergenza di vedute (Fuardo sognava un prodotto che migliorasse la vita delle persone, mentre il Regno Unito intendeva utilizzarlo per usi esplicitamente militari) l’accordo non si trovò, ma quando Fuardo tentò di tornare in Italia, nel ’37, gli fu negato il permesso di lasciare il paese.
L’invenzione era troppo importante dal punto di vista bellico: se l’Inghilterra non poteva averla nessun altro avrebbe dovuto metterci sopra le mani.
Vista la situazione Gaetano Fuardo decise di rivolgersi all’ambasciata italiana che tramite il S.I.M. (Servizio Informazioni Militare), inscenò un rapimento per prelevare lo scienziato da Londra e trasferirlo nei Paesi Bassi. Nel frattempo la notizia di questa prodigiosa invenzione era giunta sino ad Hitler, che volle assolutamente produrla per includerla nei suoi piani di ricostruzione di un grande impero tedesco. Intercettato lo scenziato, con il benestare del governo italiano, gli fu offerta la possibilità di produrre la sua Benzina F su larga scala ad uso esclusivo dell’esercito tedesco.
Forse costretto dalle minacce dei nazisti, o forse dai morsi della fame (in mancanza di denaro era stato costretto a vendere tutto, inclusa la tomba della moglie al cimitero monumentale di Milano) Fuardo stavolta accettò la proposta e il Führer gli mise a disposizione un intero stabilimento industriale presso Düsseldorf.
Dopo una lunga fase di studio la produzione della benzina solida iniziò nel 1944, ma la cosa non durò a lungo.
Il ritorno sulla scena di questa incredibile quanto strategicamente pericolosa invenzione, mise subito in allerta i servizi segreti inglesi, che già lavoravano al caso. Pochi giorni dopo l’inizio della produzione un chirurgico attacco aereo della RAF rase al suolo la fabbrica ed interruppe nuovamente il lavoro del chimico siciliano. In seguito gli americani, servendosi dei documenti trafugati dalle loro truppe, costruirono poi due impianti che furono chiusi nel 1952.
Al termine della guerra Guardo decise caparbiamente di riprovare a coronare il suo sogno di produrre la benzina solida per usi civili. Decise quindi di tornare in Italia e rivolgersi alla FIAT. L’azienda torinese, dopo un iniziale interesse, si rese conto che un cambio di carburante sarebbe costato molto in termini di modifiche ai veicoli e ai sistemi di distribuzione, pertanto accantonò l’idea e Fuardo, scosso dall’ennesima delusione, si rivolse ancora alla Francia, dove trovò nuovamente sostegno. I transalpini erano ora impegnati nella Guerra d’Indocina e, ormai consapevoli del potenziale di questa invenzione che aveva incantato persino Hitler, il 17 giugno 1952 decisero di stipulare un contratto per la produzione massiva di benzina solida.
La Benzina F era stata usata con successo dall’esercito francese nella battaglia di Dien Bien Phu: senza questo carburante i francesi non avrebbero potuto resistere all’assedio per ben 57 giorni prima di capitolare arrendendosi alle truppe del generale Giap e por fine così alla guerra d’Indocina. Qualche tempo dopo, a causa di pretestuosi ritardi nelle forniture, il governo decise di interrompere bruscamente il contratto. Pochi giorni dopo Fuardo fu aggredito e pestato da sconosciuti che gli rubarono parte della sua preziosa documentazione e lo costrinsero ad un lungo ricovero in ospedale per riprendersi dalle percosse, col femore destro fratturato.
Lo scienziato fece una causa milionaria alla Francia, tuttavia la giustizia ebbe tempi lunghi e il processo si concluse solo dopo la sua morte, avvenuta all’ospedale San Camillo di Roma il 29 ottobre del 1962, in estrema povertà e in condizioni mentali instabili. I suoi eredi ricevettero, litigandoselo, un indennizzo di 1 miliardo di franchi, che oggi equivarrebbero a circa 152,5 milioni di euro.
Ma che cos’è la benzina solida ininfiammabile, brevettata con il nome di Benzina F? Essa è un carburante trattato chimicamente in modo da assumere una forma solida, di aspetto spugnoso. Questo nuovo composto ha la caratteristica di essere resistente al fuoco e all’acqua, quindi molto più sicuro da trasportare. Date le sue caratteristiche, Fuardo aveva calcolato un taglio netto dei costi di trasporto, visto che poteva essere facilmente stoccata su qualsiasi mezzo, senza richiedere l’uso di cisterne e petroliere. Durante la stessa battaglia di Dien Bien Phu, l’unica in cui sia stata ufficialmente utilizzata, la Benzina F fu trasportata in comuni sacchi di iuta e paracadutata sul luogo in cui l’esercito francese era asserragliato.
Se disperso in mare il carburante galleggia mantenendo la sua forma, quindi non inquina l’ambiente, può essere conservato anche in casa in un qualsiasi contenitore e si utilizza riconvertendolo in forma liquida, tramite un apposito macchinario inventato dallo stesso Fuardo.
L’idea di rimettere la Benzina F in produzione è stata riconsiderata più volte nel corso degli anni, ma è evidente come un simile prodotto possa influenzare gli equilibri e le economie internazionali, andando a minare degli interessi diffusi su scala mondiale che costarono molto anche allo stesso Gaetano Fuardo, un siciliano la cui intuizione geniale rischiò di cambiare il mondo e che per queto meriterebbe di essere ricordato.
Salvatore Cosentino – che ha pubblicato “Il Giallo della Benzina Solida” a sue spese perché nessun editore era disposto a farlo – ha ricevuto lui stesso durante le sue ricerche minacce e telefonate anonime e ha la certezza che l’invenzione di Fuardo sia stata osteggiata e poi condannata all’oblio “perché contraria ai grandi interessi degli industriali del petrolio dato che taglierebbe i costi per i Paesi non produttori” e pericolosa sul fronte degli equilibri geopolitici. Negli anni Novanta ci sono state due interrogazioni parlamentari (il brevetto di Fuardo, depositato in Francia, poteva essere reclamato dall’Italia) cadute nel silenzio. E nemmeno la crisi energetica degli anni Settanta, i disastri ambientali dovuti allo spargimento di tonnellate di petrolio in mare e gli oleodotti bloccati sono riusciti a spingere Roma a riscoprire la formula di Fuardo.
Che possa essere adesso il momento per farlo?

Fonti:
G. Benzi – “In un film da 007 il segreto della benzina solida” – la Domenica del Corriere, Anno 75, n° 26, 1973
Salvatore Casentino: “Il giallo della benzina solida”, ed. Bonifarro 2007
rainews.it