Qatargate: arresti eccellenti fanno tremare la UE e il PD


Il polverone sollevato dall’arresto in flagranza di reato della vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili e dell’ex-eurodeputato PD Antonio Panzeri, oggi lobbista e presidente di una ONG, è bel lungi dal diradarsi.
Anzi; facilmente ci si aspettano novità eclatanti nelle prossime giornate. Con l’avvicinarsi del Natale, la probabilità che a mangiare il panettone dietro le sbarre siano ben più di tre elementi (anche il marito della Kaili, Francesco Giorgi – italiano pure lui – è agli arresti, fortemente indagato) si fa sempre più alta, almeno a sentire le fonti bene informate di “Le Soir”, il quotidiano belga che insieme con l’altro giornale “Knak” ha dato per primo la notizia.
Notizia che, per inciso, è suonata come una staffilata in pieno volto ai notabili della sinistra italiana sempre più allo sbando e più imbelle di fronte a eventi che la travolgono come un’onda di fango e letame. Coloro i quali tuonavano fino a pochi giorni fa contro una destra facinorosa e corrotta, guerrafondaia e retriva, oggi si trovano spiazzati e senza parole di fronte ai fatti.
Ci sono voluti tre giorni perché dal Nazareno emergesse un Enrico Letta meno tracotante del solito che con piglio comunque sprezzante e deciso ha lanciato i suoi anatemi contro coloro i quali infangano il buon nome e le stesse idee della Sinistra italiana. Nella sua requisitoria ha sparato a zero contro il suo iscritto ed ex-europarlamentare e contro tutti coloro i quali sono o saranno coinvolti in quello che i giornalisti hanno già battezzato ‘Qatargate’. Ha dichiarato che il PD si sente colpito e offeso, che si costituirà parte civile in un’azione giudiziaria, dimenticando (forse la giurisprudenza gli difetta un po’) che la parte civile si ha nei processi civili, appunto, e non nei giudizi penali. E’ tipico della sinistra scaricare i colleghi in difficoltà; lo avevamo già notato quando i rossoverdi hanno “consigliato” a Soumahoro di autosospendersi perché creava imbarazzo. Altri difendono a spada tratta i colleghi in difficoltà (ricordate Salvini con Morisi? Ma gli esempi sono molteplici). Anche il guru dei vaccini, il satrapo di Articolo Uno, l’ineffabile Roberto Speranza ha lanciato strali contro i traditori della Sinistra. Si è spinto addirittura a dire che si deve fare giustizia “al di là di ogni garantismo”. Come sarebbe a dire? Il garantismo è la base del nostro diritto e della stessa democrazia! Che idea ha della democrazia l’uomo mascherato del Parlamento Italiano? Colui il quale nel libro pubblicato e subito ritirato rimpiangeva i tempi di Trozkij e di Stalin. Ci chiediamo come può alla sua giovane età avere una conoscenza di tali figuri tale da ammirarne le idee e le opere. Sappiamo tuttavia che la domanda resterà senza risposta.
Non vogliamo qui dilungarci su quante e quali prefiche abbiano intonato il pianto greco. E’ stata quasi una gara a chi scagliava la prima pietra. Ci vengono in mente, Bonaccini, la Serracchiani, la Schlein, Matteo Ricci e parecchi altri. Non certo il sensale d’Alema, in affanno dopo i ventilatori cinesi, i contatti creati tra la destra colombiana e Leonardo, e le nuove performance in Qatar del suo fido Panzeri: in questo frangente Baffino sta di certo correndo a nascondersi sotto coperta nel suo yacht tentando di far vela verso lidi migliori dopo l’ennesima figuraccia ricavata nelle insolite vesti di lobbista.
Di sicuro molte voci stonate si stanno levando e si leveranno ancora, come quella di Piero Sansonetti, garantista fino al midollo (gliene rendiamo merito) al punto da cadere nel ridicolo asserendo che prima di esprimere un parere vuole sentire cos’ha da dire la difesa. Ma con oltre un milione e mezzo di euri in contanti trovati nei sacchi a casa degli indagati e fotografati dai giornalisti che prove vuoi ancora? Nessuno chiede di emettere sentenze, ma esprimere un parere sulla probabile colpevolezza, vivaddio mi sembra normale!
Tornando ai fatti, vi sono alcune considerazioni da fare in merito a questa vicenda. La prima è che un partito che conta oggi non meno di quindici parlamentari tra imputati e indagati, e se mettiamo in mare con un salvagente quelli che ha avuto in passato, per non parlare delle cooperative rosse e di quelle rosso scuro dei parenti di Soumahoro, arriviamo in Corsica senza bagnarci i piedi, non dovrebbe nemmeno parlare ma starsene zitto e buono abbassando ali e testa in attesa che l’ondata di merda passi col minimo danno possibile.
La seconda è che un partito che non controlla i suoi lobbisti farebbe meglio ad andare a coltivare spinaci.
La terza, detta mooolto alla toscana, è che se i coglioni avessero le ali a molti nel PD e nei partitini satelliti bisognerebbe dargli da mangiare con la fionda.
Ma l’ultima considerazione, la più seria di tutte è la seguente: ok, abbiamo preso i malandrini, vediamo di raschiare il fondo della stiva e di dare una bella ripulita al tutto. Sì, ma il Qatar? Ohibò! Nessuno ha ancora detto cosa si intende fare nei confronti di no Stato truffaldino e corruttore, senza alcun rispetto per i diritti umani e responsabile di (pare) oltre 6500 morti sul lavoro durante i lavori per costruire i faraonici stadi che tra una settimana inizieranno a riempirsi di sabbia.
Già, al Qatar che facciamo? Non pensiate che basti un antibiotico: qui la cura dev’essere da cavallo! E però, sai com’è… loro hanno il petrolio… bisogna tenerli buoni… abbiamo anche mandato Di Majo a trattare i nuovi prezzi dell’energia (Ah! Ah! Ah!)… Risultato: Quatar batte Vecchia Baldracca (intesa UE) 3 a 0 a tavolino. Alla Kaili e agli altri faranno il culo (Fermi! State in coda!) ma agli emiri tottò sul sederino e un pranzo di gala con Giggino.
D’altra parte Panzeri, come già detto, è presidente di un’ONG; ma la cosa che ha del surreale è il nome di questa organizzazione. Sapete come si chiama? Fight Impunity!
Buonanotte.