Chitarra Classica – Intervista al liutaio Vincenzo Candela


Vincenzo Candela nasce a Trapani nel 1962.
Parallelamente allo studio della chitarra, tra esigenza e curiosità, sviluppa una grande passione per la liuteria e dopo una lunga esperienza nella riparazione e nel restauro, decide di approfondire gli aspetti tecnici e costruttivi seguendo i consigli di alcuni fra i più importanti Maestri Liutai italiani.
La svolta decisiva per la realizzazione di chitarre da concerto avviene nell’agosto del 2006 quando è ammesso al corso di liuteria tenuto dal Maestro Josè Romanillos a Siguenza in Spagna.
Con il grande maestro spagnolo acquisisce gli elementi fondamentali sulla trasmissione acustica nel legno, secondo i dettami tipici della tradizione costruttiva spagnola.
Le sue chitarre sono costruite con materiali di prima qualità: abete val di fiemme per il piano armonico, palissandro indiano per il fondo e le fasce, cedrella odorata per il manico ed ebano africano per la tastiera.
La verniciatura è realizzata a gommalacca.

Recentemente sono stato al Conservatorio di Benevento alla mostra di liuteria organizzata dal Maestro Piero Viti; un’iniziativa lodevole, che anno dopo anno conquista sempre più appassionati del fantastico mondo della liuteria per chitarra .
Tra le varie chitarre provate ne ho molto appezzato una del M° Vincenzo Candela.


W.M.: Vincenzo avrei molto piacere che tu ci raccontassi il percorso che ti ha avvicinato alla liuteria

V.C.: Da giovane ho studiato privatamente chitarra classica con grande passione e credo di aver raggiunto un apprezzabile livello tecnico nella padronanza dello strumento. L‘essere musicista mi consentiva di valutare meglio la qualità del suono degli strumenti che avevo occasione di suonare; la dolcezza, l’equilibrio, il timbro, la potenza e la bellezza del lavoro costruttivo. Ho iniziato la mia attività di liuteria facendo riparazioni sulle chitarre e sui mandolini, a volte mi sono trovato a ricomporre strumenti in condizioni disperate ottenendo risultati sorprendenti; quando restituivo come nuovo lo strumento, appartenuto ad una persona scomparsa, la commozione dei parenti era incontenibile … Le riparazioni sono state una palestra importante perché ti capitano le più disparate situazioni in cui devi risolvere problemi non indifferenti. Contestualmente ho iniziato ad assemblare le mie prime chitarre ottenendo risultati dignitosi. Tramite la rivista “Seicorde” ho appreso che il M° Josè Romanillos teneva dei corsi estivi a Siguenza e senza esitare ho deciso di partecipare. In quell’occasione ho imparato molte cose importanti riguardanti la costruzione, la scelta dei legni e gli elementi fondamentali riguardanti la trasmissione acustica nel legno secondo i dettami tipici della tradizione costruttiva spagnola. E stato molto bello il potermi confrontare con altri costruttori provenienti dalle parti più disparate.
Molto importante è stata l’amicizia con il M° Antonino Scandurra al quale sono infinitamente grato per la sua prodigalità nel dispensare consigli illuminanti ispirati dalla sua grande esperienza e genialità creativa.

W.M.: A quali costruttori del passato ti sei ispirato?

V.C.: Il costruttore per eccellenza a cui mi sono ispirato è Antonio De Torres che, senza alcuna retorica, rimane il punto di partenza assoluto per chi vuol conoscere la tradizione costruttiva della chitarra spagnola. Le altre pietre miliare della liuteria chitarristica sono a mio parere i maestri spagnoli Santos Hernandez, Manuel Ramirez, Robert Bouchet ed infine il M ° Josè Romanillos al quale rimarrò infinitamente grato per l’esperienza formativa che mi ha trasmesso.

W.M.: Utilizzi diversi progetti costruttivi per le tue chitarre?

V.C.: Mi attengo fedelmente al progetto costruttivo del maestro J. Romanillos che mi ha dato risultati di dolcezza di suono e di equilibrio sorprendenti.

W.M.: Quali legni preferisci utilizzare per la costruzione delle tue chitarre?

V.C.: Il legno che prediligo è l’abete di Rudolf Bachmann per il piano armonico, il palissandro indiano per il fondo le fasce ed il ponticello, la cedrella odorata per il manico ed infine l’ebano del Gabon per la tastiera.

W.M.: I giovani concertisti cercano soprattutto degli strumenti molto performanti cosa pensi al riguardo?

V.C.: Se con il termine “performante” si vuole intendere la potenza di suono bisogna stare molto attenti. Il vero musicista chiede allo strumento anche altre qualità: dolcezza, chiara distinzione tra suoni diversi nella polifonia, varietà timbrica … Preferisco pertanto concentrare la mia ricerca al fine di ottenere una tavolozza timbrica più completa.

W.M.: Costruzione tradizionale, doppie fasce, doppia tavola, lattice bracing, tastiera rialzata, soundport etc., tante sono le innovazioni che si sono succedute nel corso degli ultimi decenni, cosa pensi al riguardo?

V.C.: Preferisco attenermi al modello costruttivo tradizionale che è il punto di arrivo di una ricerca durata già due secoli. Non userò mai alcun materiale sintetico. Il legno non può essere sostituito perché la sua ricchezza timbrica è inimitabile, la potenza di suono dei materiali di sintesi sbalordisce ma la dolcezza naturale del legno incanta …

W.M.: I tuoi strumenti sono utilizzati da diversi concertisti, cosa spinge un chitarrista a scegliere un tuo strumento?

V.C.: La ricchezza timbrica, la dolcezza, l’equilibrio nella polifonia e la scelta accurata dei legni.

W.M.: Spesso sei invitato dai Conservatori, in qualità di relatore, a tenere conferenze sulla liuteria. Ce ne parli?

V.C.: Sono stato invitato da diverse istituzioni e con vero piacere mi sono relazionato con alunni e docenti che hanno dimostrato grande interesse per il mondo della liuteria. E’ molto importante nella formazione di uno strumentista la conoscenza della organologia del proprio strumento. Con rammarico ho notato spesso una mancanza di attenzione verso la qualità della costruzione e questo è dovuto solo al fatto che le persone non vengono preparate alla osservazione dei dettagli costruttivi.

W.M.: Vincenzo ti ringrazio per aver dato la possibilità ai lettori di WeeklyMagazine di avvicinarsi un po’ di più al mondo della liuteria e ti auguro di continuare sempre al meglio il tuo lavoro.

V.C.: Io ringrazio te per avermi dato la gioia di poter raggiungere tante persone appassionate, un abbraccio.