Il Centro Teatro Spazio “ricomincia da tre”… e da Novecento!


In scena, prodotto da Uno Spazio per il Teatro, il primo spettacolo del cartellone 2022/23: PRIMO GRADINO… SECONDO GRADINO, TERZO GRADINO liberamente tratto da Novecento di Alessandro Baricco.


Se entrare in uno dei nostri grandi teatri, con la sua distesa di poltrone rosse, i soffitti fregiati d’oro e le produzioni imponenti, è sempre un’emozione, ritornare in un quel minuto teatro off, con la sua ridotta e accogliente platea di 90 posti, in cui Massimo Troisi mosse i primi passi, è un’emozione ancor più grande. Per due anni e più il Centro Teatro Spazio non ha potuto nutrirsi di quella linfa vitale data dal connubio magico tra spettacolo e spettatore, ma oggi finalmente… “Ricomincia da tre!”, come dice il patron del teatro, il sagace direttore artistico Vincenzo Borrelli.
E l’emozione raddoppia se in questo luogo, piccolo ma immenso, va in scena PRIMO GRADINO… SECONDO GRADINO, TERZO GRADINO, che lo stesso Borrelli ha liberamente tratto da Novecento di Alessandro Baricco e di cui firma la regia. Il titolo scelto vuole enfatizzare i passaggi che il personaggio compie durante lo spettacolo, come a fermare sulla scaletta della nave, nell’unico momento della sua esistenza in cui tenta di scendere sulla terra ferma, “i desideri che il protagonista sfila dalla propria vita”.
La favolistica storia è quella di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, l’orfano trovato nel salone di prima classe del transatlantico Virginian dal marinaio di colore Danny Boodman, che praticamente lo adotta, al di fuori di qualsiasi norma o regola giuridica. Dopo l’accidentale morte del suo “padre-madre”, il ragazzo scompare misteriosamente, per ricomparire, altrettanto misteriosamente, rivelando un inspiegabile, straordinario e bizzarro talento da musicista, fino a divenire il più grande pianista di cui si sia mai narrato…
Nel singolare ed indovinato allestimento, il racconto, più che un monologo, diviene la drammatizzazione di una vita, raccontata da tutte le vite che ha incontrato e attraverso le quali ha vissuto, ma anche tutto l’incantato stupore di chi ha conosciuto quell’enigmatico genio della musica. In un succedersi vivo e vario di momenti melanconici e briosi, comici e poetici, appassionati e spassosi, il superbo e camaleontico Vincenzo Borrelli regala un’interpretazione palpitante e impeccabile, che il pubblico accoglie entusiasta, esplodendo in applausi a scena aperta.
L’intera messinscena è costantemente lambita o inondata da un oceano di note, che non cessano mai di sciabordare grazie al talento del bravissimo Marco Esposito, compositore-esecutore che, in empatica simbiosi con l’interprete, accarezza col mare delle sue musiche, ora classiche o cullanti, ora innovative o dissonanti, l’ondeggiante distesa di emozioni che lo spettacolo regala.
Ma una rappresentazione funziona anche grazie a chi, senza essere sotto i riflettori, vive il proprio ruolo fondamentale e indispensabile dietro le quinte, ci sembra perciò doveroso applaudire Chiara Rita Aprea, che dell’allestimento cura le luci, e Cristina Ammendola, per i lineari e accurati movimenti e pantomime.
Insomma PRIMO GRADINO… SECONDO GRADINO, TERZO GRADINO arriva dritto all’anima e ci auguriamo possa conquistare nuovi e ambiti palchi anche fuori dalla nostra regione, pur conoscendo l’indole di Borrelli che, confessa, in singolare simbiosi col suo Novecento, sente sempre una certa difficoltà ad allontanarsi dalla propria “nave”.