Cerimonia di concessione di Medaglie d’Onore a Serre (SA)


Serre: Il 19 ottobre 2022 si è svolta presso il Comune di Serre la cerimonia di consegna delle Medaglie d’Onore concesse dal Presidente della Repubblica on. Sergio Mattarella a cittadini della provincia di Salerno deportati ed internati nei lager nazisti e costretti al lavoro coatto.
La cerimonia è stata organizzata dalla Prefettura di Salerno e dal Comune di Serre, con la collaborazione dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci.
A seguire, in piazza XXIV Maggio, dopo l’alza bandiera e la deposizione di una corona al Monumento dei Caduti, si sono succeduti gli interventi dell’assessore comunale Marta Pizzarelli, del Sindaco Antonio Opramolla, del Presidente Ass. Combattenti e Reduci prof. Antonio Landi e del Prefetto di Salerno dott. Francesco Russo.
Dopo i saluti, il Prefetto di Salerno, il Sindaco di Serre e il presidente dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci hanno consegnato le medaglie e gli attestati di merito a 39 cittadini, accompagnati di loro Sindaci, eredi degli insigniti, provenienti da diversi comuni della provincia di Salerno.


Durante la cerimonia vi è stato un momento di pura commozione per il toccante ed emozionante ricordo dei drammatici giorni di prigionia dell’insignito Pietro Addis da parte del figlio Giovanni che ha ritirato la medaglia per suo conto.


Arruolato in marina a meno di 16 anni, il M/N Pietro Addis è stato internato dal 9 settembre 1943 al 22 maggio 1945 presso il Campo di concentramento di Amburgo. La sua avventura ebbe inizio con l’arruolamento presso la Base della Marina Militare Italiana a La Maddalena e, dopo l’addestramento, assegnato alla squadra navale delle Siluranti. Dopo una serie di missioni in Cirenaica e Tripolitania la sua unità navale fu trasferita al porto di Pola – Istria.
Pola 9 settembre 1943. Dopo l’annuncio dell’armistizio l’8 settembre ’43, le navi della Regia Marina abbandonarono precipitosamente la città il mattino del giorno successivo. Prime a partire furono le unità della Divisione Navi Scuola Colombo, Vespucci e Palinuro, sulle quali erano imbarcati gli Allievi Ufficiali di complemento dell’Accademia Navale trasferita a Pola (isole Brioni) da Livorno per motivi di sicurezza, poi la corazzata Giulio Cesare, che uscì dal porto coi cannoni da 381 puntati su Scoglio Olivi, dove nella base sommergibili vi erano anche unità tedesche, e via via l’incrociatore Pompeo Magno, il cacciatorpediniere Sagittario, le corvette Urania e Baionetta (quest’ultima con disposizioni delle prime ore del 9 settembre dell’ammiraglio de Courten di recarsi con la massima velocità verso Pescara per imbarcare a Ortona il re e le Alte Autorità fuggiasche, per portarli a Brindisi), la torpediniera Insidioso, i sommergibili Serpente, Pisani e Mameli, la cisterna Verbano, la motonave Eridania, il naviglio leggero (dragamine, MAS, rimorchiatori) e qualsiasi imbarcazione in grado di raggiungere la sponda opposta.


I poveri marinai delle imbarcazioni che non potevano prendere il largo e soldati sbandati del XVIII Corpo d’Armata giunti a Pola coi loro automezzi, abbandonati al proprio destino, ebbero un’amara delusione: tutte le navi in grado di galleggiare avevano tagliato la corda.
Questi poveri uomini, una volta soldati, abbandonati allo sbaraglio senza ordini né direzioni di marcia furono facile preda per l’agguerrito esercito tedesco al comando del maggiore delle SS Hertlein, che assunse il comando delle truppe di Pola .
Ai militari italiani venne subito offerta la possibilità di tre scelte: continuare a combattere coi tedeschi; collaborare coi tedeschi come lavoratori; essere internati in Germania come prigionieri. Naturalmente nessuno volle continuare a combattere a fianco dei nazisti e, così, incominciò il trasferimento coi famosi treni merci e con la motonave Vulcania dei prigionieri in Germania, che nel frattempo venivano ammassati nelle caserme, con le sentinelle tedesche che sparavano in continuazione per evitare fughe.
Il piccolo marinaio, soprannominato “tamburino sardo”, insieme ad altri militari tentò più volte la fuga senza successo. Dopo un breve sosta presso i Piombi di Venezia, venne definitivamente internato nel campo di concentramento di Amburgo, dove nelle vicinanze venivano lanciati i missili V1 e V2 verso la Gran Bretagna, in cui rimase fino alla liberazione delle forze Anglo-Americane il 25/05/1945.