La rinascita del Bridge


di Claudio Baldin

Noto come “il gioco della mente”, il gioco di carte più famoso al mondo in cerca di una nuova vita.

Due anni di Covid hanno avuto purtroppo un costo elevatissimo di vite umane perse e il conseguente lockdown ha fatto altrettanto con una serie di attività commerciali e sociali in genere. Non potevano sfuggire a questo terremoto anche i Circoli Ricreativi, diventati ormai gli ultimi centri di aggregazione sociale, e gli unici in cui poter svolgere quelle attività, ad esempio giocare a carte oppure a bocce, che avevano accompagnato la giovinezza dei ragazzi nati negli fino al boom economico degli anni 60 e 70. Già in difficoltà per i costi di gestione e la diminuzione del numero di frequentatori e di coloro che si dedicavano alla loro gestione, sono stati profondamente colpiti dalla pandemia e dalle conseguenze derivanti dalla stessa.
Anche il Circolo Bridge Casale ha sofferto di questa situazione. Nato negli anni settanta, appoggiandosi come sede alla “Filarmonica”, ha conosciuto varie peregrinazioni grazie all’ospitalità di vari circoli casalesi (Canottieri, Centro Buzzi, Nuova Casale, Circolo Popolese), e da poco prima del lockdown si trova in quella attuale presso il Circolo Ricreativo Casalese. Di fatto tutte le attività si sono fermate per due anni e molti circoli sono entrati in crisi anche in città più grandi di Casale; ad esempio Vercelli – sede di un’associazione storica che ha sfornato anche campioni a livello internazionale – ha chiuso i battenti.


Il numero di giocatori praticanti stava già calando in quasi tutte le sedi prima del Covid, conseguenza della progressiva scomparsa della “cultura” del gioco delle carte tra i ragazzi delle nuove generazioni dediti ad altri passatempi più individuali e tecnologici quali i videogames. Negli ultimi decenni del millenovecento gli Italiani erano gli assoluti dominatori in campo internazionale: Il “Blue Team” vinceva a ripetizione la “Bermuda Bowl”, l’equivalente della Coppa del Mondo, distruggendo a più riprese i professionisti americani e Giorgio Belladonna e Benito Garozzo sono considerati da sempre la più formidabile coppia che abbia mai frequentato i tavoli del bridge (una sorta di Pelé e Maradona, se ci è consentito il paragone). Oggi gli italiani restano tra i bravi, ma i risultati di quegli anni non sono più replicabili e la diminuzione dei praticanti non aiuta di certo a riportarci a quei tempi.
In realtà in alcuni periodi c’è stata persino una demonizzazione del giocare a carte, identificato – il più delle volte in modo errato – con il gioco d’azzardo.
Se c’è un gioco che nella sua espressione migliore, quella del circolo, è estraneo a tale concetto è proprio il bridge; se così non fosse allora dovremmo indicare i Norvegesi come principali produttori mondiali di giocatori d’azzardo, visto che lassù il bridge viene insegnato regolarmente anche a scuola! Sarebbe possibile farlo anche nella scuola italiana, grazie ad un accordo stipulato fra la Federazione Italiana Gioco Bridge, aderente al CONI, e il Ministero dell’Istruzione, ma a bloccarne lo sviluppo è l’ignoranza in generale delle regole del gioco, considerato a volte alla stregua del poker e similari, se non invece cervellotico e troppo difficile, senza pensare che è proprio alle menti più giovani che un gioco di intelligenza può più facilmente essere insegnato.


In verità la responsabilità è anche dei bridgisti e dei vertici dirigenziali della Federazione e dei Circoli che ne hanno trasmesso per lunghi anni un immagine elitaria; si giocava in giacca e cravatta e in religioso silenzio in locali esclusivi e magari con costi di associazione non alla portata di tutti. Ora le cose sono cambiate e, in molti Circoli, fra cui Casale, queste problematiche sono ormai superate e le porte sono aperte a tutti ma troppe preclusioni mentali rimangono.
La convinzione radicata che per giocare a questo gioco serva una mente con un quoziente d’intelligenza superiore alla media è assolutamente errata, anzi il bridge aiuta a sviluppare le facoltà mentali quali il calcolo mnemonico (basta saper contare e fare somme fino a 52, il numero delle carte con cui si gioca) e l’utilizzo della memoria visiva, molto utile per ricordare le cose. Si può praticare dai nove – dieci anni in avanti, e quindi rappresenta un valido mezzo di aggregazione dai nipoti fino ai nonni e senza distinzione di sesso. Inoltre è un gioco più equo di altri con le carte in quanto nell’attività ufficiale, svolta sotto forma di tornei a coppie o a squadre (due coppie per squadra), utilizza sistemi di compensazione relativi alla qualità delle carte a disposizione del giocatore. La necessità di fare riferimento a processi logici e strategici nelle varie fasi del gioco lo rende molto simile agli scacchi, giustamente considerati il top dei giochi da tavolo. Essendo un gioco con regole internazionali è poi possibile, una volta apprese quelle di base, praticarlo gratuitamente sui Siti Web dedicati, anche se manca il fascino delle carte in mano e non è così semplice discutere della “giocata” con un Canadese o un Indonesiano.
In mezzo a tutte queste difficoltà il Circolo Bridge Casale ha ripreso, dalla primavera del 2022, la sua attività sempre nei locali messi gentilmente a disposizione dal Circolo Ricreativo Casalese di Via Visconti tutti sono invitati a venire ad assistere a un torneo per capire il gioco ed apprezzarne il valore. Per chi fosse interessato, praticamente tutti i pomeriggi della settimana è presente un rappresentante dell’associazione per fornire informazioni sul gioco e sui corsi di formazione, totalmente gratuiti.
In alternativa è possibile contattare il Presidente, dr. Claudio Baldin, al numero 349 8339740.