Meglio il PIL o il benessere?


LA TRANSIZIONE ECOLOGICA PONE, TALVOLTA, QUESITI INQUIETANTI.

E’ indubbiamente giusto rispettare il più possibile l’unico pianeta che al momento è in grado di ospitare la vita – e quindi anche noi – sebbene nel caso degli umani l’ospitalità data loro in taluni casi sia obiettivamente ingiustificata, Tuttavia, non potendo ergermi a giudice delle umane sconcezze e dovendo quindi accettare la presenza di esseri invero nauseanti e repellenti (di cui preferisco non fare i nomi, ma dietro adeguato compenso potrei tranquillamente fare i cognomi), mi trovo nella condizione di osservare che tale ridondanza di bipedi idioti non genera solo un problema di sovraffollamento, bensì molteplici problemi legati proprio al rispetto del Pianeta-ospite e soprattutto all’economia di ogni nazione su di esso residente in pianta stabile.
Vediamo in questa sede un esempio davvero chiarificatore. In questo particolare momento storico e politico, con una guerra alle porte e una spada di Damocle a forma di fungo atomico sopra le nostre teste, ogni individuo che sieda in un posto più o meno di comando si sente in dovere di elargire consigli comportamentali, ad esempio su come usare la lavastoviglie, quant’acqua usare per il bidet e per la doccia (e li facessimo insieme?), quando si deve spegnere il gas sotto la pasta che bolle (risposta in fondo all’articolo) e così via. Anche sui trasporti interi patrimoni di consigli sono vieppiù dilapidati: auto elettriche o per lo meno ibride (tanto sono un flop le une e le altre), il treno appena si può evitare l’auto e soprattutto usare il più possibile la bicicletta.
Ecco. La bicicletta. In realtà la bicicletta è la morte lenta del pianeta. Un ciclista è un disastro per l’economia di un paese: non compra auto né prende soldi in prestito per comprarne. Non paga polizze assicurative, non compra benzina o gasolio, non paga bollo o revisione periodica e non sottopone l’auto a manutenzione e riparazione (se la fa da sé). Non utilizza parcheggi a pagamento; non causa incidenti rilevanti, anzi: li subisce, generando un costo non indifferente per la sanità pubblica. Non percorre costose autostrade a più corsie, ma sopraattutto non diventa obeso.
Persone sane non sono necessarie né utili all’economia. Non mangiano schifezze, non comprano medicine, non vanno negli ospedali né dai medici. Insomma, non contribuiscono per nulla al PIL del Paese.
Al contrario, ogni nuovo punto vendita di McDonald, Burger King, KFC e simili crea almeno 30 posti di lavoro diretti e almeno altrettanti indiretti! Infatti, oltre ovviamente alle persone che lavorano nel punto vendita stesso, fa lavorare almeno 12 cardiologi, 7 dentisti e 11 dietologi.
Anche il PD ha avuto qualche dubbio durante la campagna elettorale, tanto che alla fine ha preferito non incollare i manifesti che recitavano: “Scegli: un ciclista o un Mc Donald? Vale la pena pensarci”.
Pensateci anche voi mentre cuocete i vostri spaghetti e spegnete il fuoco esattamente dopo sei minuti dall’inizio dell’ebollizione: l’amido che nel frattempo ha iniziato le sue trasformazioni farà il resto nei restanti 4-5 minuti. Provate anche voi: Parisi non è cos’ scemo come si ritiene debba essere un premio Nobel.
Tornando all’economia ecologicamente sostenibile, per completezza di argomentazione e onde precedere i soliti saputelli che amano jogging e corsa campestre, aggiungo che camminare o correre è ancora peggio: i pedoni non comprano nemmeno la bicicletta.