La lunga maratona di Shizo Kanakuri


E‘ stato un maratoneta giapponese, uno dei primi corridori su pista e su strada di valore internazionale del Giappone. Il suo nome è legato a un clamoroso episodio avvenuto durante la maratona alle Olimpiadi di Stoccolma.

Shizo Kanakuri fu un atleta nipponico, considerato il padre della maratona giapponese.
La sua attitudine alle forse di fondo furono subito chiare ai suoi genitori e ai suoi insegnanti. I tempi che da ragazzo faceva segnare erano di tutto rispetto. Il Giappone tradizionalmente non aveva mai avuto corridori sulle lunghe distanze e non aveva mai partecipato ufficialmente ad una maratona olimpica. Così una raccolta di fondi organizzata dalla Scuola Normale Superiore di Tokyo, antenata dell’attuale Università di Tsukuba, presso la quale il giovane studiava, a cui parteciparono facoltà, studenti, laureati, professori e lo stesso preside Kanō Jigorō (il fondatore del Jūdō) raggiunse la considerevole somma di oltre 2000 yen dell’epoca (paragonabili a circa 25 milioni di yen di oggi, qualcosa come circa 155.000 euro), rendendo possibile la sua avventura olimpica. Buona parte della somma servì per pagare viaggio: Kanakuri partì il 16 maggio in treno da Shinbashi per Tsuruga; da qui si imbarcò per Vladivostok, dove prese la Transiberiana per Mosca; dopo 18 giorni di viaggio, il 2 giugno, arrivò a Stoccolma.
Alle Olimpiadi di Stoccolma nel 1912 Shizo Kanakuri fu uno dei due atleti giapponesi a prendere parte alla Maratona, corsa sulla distanza di 40,2 km e non sulla distanza successivamente adottata di 42,195 km.
Il suo nome è legato a un clamoroso episodio avvenuto durante lo svolgimento della gara, che si svolse il14 luglio in condizioni meteorologiche particolarmente difficili per l’elevata temperatura (32 °C) e per l’assenza, come d’uso per il rigido regolamento dell’epoca, di ristori durante la corsa. Il portoghese Francisco Lázaro perse addirittura la vita a causa della disidratazione!
Shizo Kanakuri era accreditato della migliore prestazione mondiale dell’epoca: 2h:32m:45s (sebbene la gara sarà vinta con un tempo di oltre quattro minuti superiore dal sudafricano McArthur), e riuscì a mantenere un buon ritmo di gara posizionandosi alla testa della corsa accanto a McArthus (che verrà accusato dal suo connazionale Gitsham di aver violato il patto di attenderlo mentre si dissetava). Al 30º km circa, ancora in buona posizione, Shizo Kanakuri si fermò per bere, pare un bicchiere di succo di frutta offertogli da uno spettatore che osservava la gara dal proprio giardino, nei pressi del paese di Sollentuna. Il caldo e la spossatezza lo indussero ad accettare l’invito di riposarsi per qualche minuto al fresco all’interno della casa. La sosta gli fu fatale: sedutosi su una poltrona si addormentò profondamente. Al suo risveglio la gara era finita da molte ore e la polizia, allertata dai giudici di gara, lo cercava lungo tutto il percorso! Alla fine fu dichiarato scomparso, e in Svezia non si ebbero più sue notizie.
Sul rientro in Giappone e sul destino di Shizo Kanakuri negli anni successivi esistono versioni contrastanti. Dopo la prima guerra mondiale Kanakuri gareggiò nella maratona dei giochi olimpici di Anversa 1920, ottenendo il 16º posto e a quella di Parigi 1924 dove non riuscì a terminare la gara.
Quel che è certo è che il suo nome rimase proverbiale in Svezia e nel 1962 un giornalista della televisione svedese venne mandato in Giappone per scoprire che fine avesse fatto. Lo trovò che insegnava geografia nella sua città natale di Tamana.
Nel 1967 in occasione del 55º anniversario dei Giochi olimpici venne invitato a Stoccolma per concludere la sua Maratona. Il settantaseienne atleta riprese a correre da dove, oltre mezzo secolo prima, si era addormentato e tagliò infine il traguardo fermando i cronometri sul tempo irripetibile di 54 anni, 8 mesi, 6 giorni, 5 ore, 32 minuti, 20 secondi e 3 decimi!
SI dice che il barone De Coubertin sia risorto la sera stessa per pochi minuti, il tmpo di abbracciare il più sportivo atleta del mondo.