Dalla rete: per non dimenticare chi era Carlo Giuliani


Sono passati più di 21 anni dalla morte di Carlo Giuliani e, nonostante la vicenda sia abbondantemente chiarita in ordine alla non responsabilità del Carabiniere ausiliario Mario Placanica – che si è solo difeso dal violento assalto di Giuliani – internet è invaso di post per ricordare il ragazzo, per il ricordare quel giorno…

Ma, a quanto pare, molti lo ricordano male.
Carlo aveva poco più di vent’anni, nè eroe nè martire, ma un aggressore e la tragedia della sua morte e la sua giovane età non possono farci dimenticare questo piccolo dettaglio. Carlo stava impugnando un estintore con il preciso scopo di colpire la camionetta dei carabinieri che aveva di fronte e probabilmente uccidere l’agente al suo interno, Mario Placanica, poco più che ventenne anche lui, con una famiglia da cui tornare anche lui, figlio di madre anche lui.
Per non dimenticare, si legge scritto ovunque, ma troppi sembrano non ricordino o ignorino che se non si fosse pianta la morte di Carlo oggi probabilmente staremmo piangendo quella di Mario, che aveva quel giorno la stessa età e che non sarebbe stato meglio, non sarebbe stato meno doloroso, nè meno infame.
Nessuno ricorda che Mario era lì per servire la sua patria, Carlo per mettere a ferro e fuoco una città, Mario per difendere, Carlo per aggredire… “nella guerra di Piero” non vince nessuno e forse l’unico modo per non avere mai più un Carlo Giuliani steso a terra in tenerissima età, sarebbe quello di insegnare ai ragazzi a non prendere gli estintori per spaccare la testa a nessuno, bisognerebbe insegnargli che gli agenti di fronte a loro sono persone come loro che hanno “-lo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore” che si può stare in piazza senza giocare a fare la guerriglia urbana e che il sentimento ACAB che invece tanto si impegnano a fomentare è una merda.
Forse di questo ci si scorda di parlare e allora sì che si dovrebbe “non dimenticare”.