Se non ti cade una lacrima non hai un cuore azzurro


Eravamo rimasti la settimana scorsa con qualche barlume di speranza, qualcosa poteva effettivamente cambiare e nella mente di molti l’immagine che nel prossimo campionato lo scugnizzo belga potesse ancora folleggiare nell’aria di attacco del Napoli cominciava a farsi più nitida. Ma poi ecco che quella diapositiva è svanita di colpo: Dries Mertens, con un video tenero e commovente, si è congedato dai suoi supporters spazzando via ogni minimo dubbio. A suo modo, sincero e limpido, ha comunicato la fine del sodalizio con il club di De Laurentiis e che non vestirà più la maglia azzurra. In campo, aggiungiamo noi, perché lui quella maglia se l’è tatuata addosso e, come ha affermato per suo figlio Ciro, nato a Napoli, anche Dries ovunque andrà sarà un partenopeo prestato al mondo e potrà senz’altro spargere quella napoletanità che ha assorbito nei nove splendidi anni trascorsi all’ombra del Vesuvio.
E’ inutile andare a cercare le colpe di questo distacco, come è maturato e perché sia naufragata qualsiasi soluzione. C’è ancora chi, a dispregio dei fatti reali, vuole parlare di giocatore mercenario e di “vil denaro”: un belga non chiama il figlio con un nome tipicamente napoletano solo per compiacere la tifoseria. Con quel nome dato al primogenito Mertens ha sposato la città, la gente, il golfo, il mare, il Vesuvio, tutte cose che vanno oltre il calcio.
Perciò se il tifoso può farsene una ragione ed archiviare, anche se con non poca difficoltà, il falso nueve con i suoi 148 gol fatti in azzurro (primatista assoluto), affidandosi alla speranza che la società, puntando sui giovani, provveda con un acquisto illuminato, la città non può rassegnarsi a questo addio. Perciò la promessa di ritornare nella casa sul mare tutte le volte possibili, è una promessa fatta col cuore ed è la prova di quanto spesso sia il filo che tiene uniti per sempre il calciatore e la sua nuova terra. Quindi, caro Dries, buona fortuna e torna a trovarci quando vuoi perché noi ti aspetteremo sempre con immenso ed immutato calore, lo stesso che ci hai continuamente trasferito sul campo di gioco e fuori.
Dries: ma quanto ci hai fatto divertire!