Dov’è l’onore?


Bombardata una prigione a Olenivka: massacrati militari del battaglione Azov.

«La Russia ha commesso un altro crimine di guerra agghiacciante bombardando una struttura correttiva nell’Olenivka occupata dove erano detenuti prigionieri di guerra ucraini. Invito tutti i partner a condannare fermamente questa brutale violazione del diritto umanitario internazionale e a riconoscere la Russia come uno Stato terrorista». Questo lo scarno comunicato scritto su Twitter dal ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, riferendosi all’attacco contro un carcere nella regione del Donetsk che ha provocato la morte di 53 prigionieri di guerra ucraini e il ferimento di un altro centinaio.
I prigionieri erano stati deportati dopo la resa dell’acciaieria Azovstal e si pensa che i capi siano finiti in Russia dove si parla di un processo (sommario) e della successiva fucilazione.
Le agenzie di intelligence ucraine ritengono che l’uccisione di prigionieri ucraini a Olenivka, nella regione del Donetsk, sia stata organizzata dai mercenari russi del gruppo Wagner, su istruzione personale di Yevgeny Prigozhin, senza essere stata coordinata con la direzione del ministero della Difesa russo. Lo riporta l’Ukrainska Pravda. Il magnate russo Prigozhin, soprannominato come lo chef di Putin, è infatti ritenuto il fondatore e capo ’ombra’ del gruppo di mercenari della Wagner. «Le esplosioni a Olenivka sono una deliberata provocazione e un innegabile atto di terrorismo da parte delle forze armate occupanti. Secondo le informazioni disponibili, sarebbero state compiute dai mercenari del gruppo Wagner sotto il personale comando del loro proprietario Prigozhin – si legge nel rapporto – L’organizzazione e l’attuazione dell’attacco terroristico non sono stati coordinati con la direzione del ministero della Difesa della Federazione Russa».
L’ufficio del procuratore generale ucraino ha avviato un’indagine sul raid nella prigione di Olenivka, in violazione delle leggi e dei costumi di guerra delineati nel codice penale dell’Ucraina, come riporta la CNN. Secondo le informazioni preliminari raccolti dall’ufficio del pubblico ministero “lo stato occupante ha colpito il territorio della colonia penale n. 120 nel villaggio temporaneamente occupato di Olenivka nel distretto di Volnovakha nella regione di Donetsk”. Inoltre “è stato stabilito che in questa colonia gli occupanti vi hanno creato un luogo di detenzione, dove sono detenuti illegalmente civili e prigionieri di guerra delle forze armate ucraine”, si legge ancora nella dichiarazione. “Un’indagine preliminare è in corso”.
“Olenivka è una classica, cinica ed elaborata operazione sotto una falsa bandiera” ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su twitter: il “raid pianificato è stato effettuato dalle forze russe per incolpare l’Ucraina”. “Sappiamo che le truppe di Mosca hanno trasferito parte dei difensori ucraini in questo posto pochi giorni prima che venissero effettuati i raid russi”. “Lo scopo è screditare l’Ucraina di fronte ai nostri partner e interrompere la fornitura di armi – ha aggiunto – È un omicidio di massa deliberato che richiede un’indagine rigorosa. Chiediamo una reazione da parte dell’Onu e delle organizzazioni internazionali”.
Naturalmente anche il Comitato Investigativo della Russia “ha aperto un caso penale per un reato ai sensi dell’articolo 356 del codice penale della Federazione Russa in relazione all’attacco dei nazionalisti ucraini al centro di detenzione preventiva nel villaggio di Olenivka nella Repubblica del Donetsk”. Lo sostengono in un comunicato le forze militari dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, come riporta il Guardian. “Gli investigatori – aggiungono i filorussi – stanno attualmente indagando sulla scena. Il Comitato investigativo russo prenderà provvedimenti per stabilire tutte le circostanze dell’incidente e i nazionalisti ucraini coinvolti in questo crimine”
Il leader dell’unità Azov Andriy Biletsky ha annunciato che darà la caccia a tutti i russi coinvolti nell’omicidio di massa di uomini dell’Azov che erano detenuti nella prigione di Olenivka. Si stanno raccogliendo informazioni sulle vittime e sugli autori di questo crimine di guerra, ha scritto su Telegram. “Nell’attacco alla colonia di Olenivka – ha aggiunto – dove si trova la nostra gente di Azovstal, la scorsa notte i russi hanno ucciso alcuni dei cittadini dell’unità Azov catturati. Il comando russo ha inquadrato l’uccisione di massa di prigionieri come ’azione dell’esercito ucraino’. Ma come era già ovvio, si è trattato di un atto premeditato, il Paese aggressore non conosce il concetto di onore, né il rispetto della Convenzione di Ginevra, delle regole, delle leggi e dei costumi di guerra”. “La Russia – ha detto ancora – non potrebbe sconfiggere Azov in una lotta leale, quindi sta cercando di distruggerlo con il tradimento. A nome dell’unità Azov, io annuncio una caccia a tutti coloro che sono coinvolti nell’omicidio di massa. Ogni esecutore e ogni organizzatore, indipendentemente dalla sua posizione e ubicazione, sarà ritenuto responsabile”.
“A nome di tutte le unità dell’Azov, afferma ancora Beletskiy, annuncio la caccia a chiunque sia stato coinvolto in questo attacco, stiamo raccogliendo informazioni sulle vittime e sugli autori specifici di questo crimine di guerra”.
Naturalmente per i filorussi il carcere è stato colpito da Kiev: “Le forze armate ucraine hanno intenzionalmente effettuato un bombardamento su una struttura pre-processuale a Olenivka, nel Donetsk, per eliminare i militanti del battaglione Azov che avevano iniziato a testimoniare”. Lo ha dichiarato a Channel One il leader dell’autoproclamata Repubblica del Donetsk Denis Pushilin, come riportano le agenzie russe. “È ovvio che si tratta di un bombardamento intenzionale che mira a eliminare i membri del battaglione Azov che hanno iniziato a testimoniare”, ha accusato.
Kiev ha negato di aver compiuto l’attacco contro una prigione nella regione del Donetsk, che secondo il ministero della Difesa russo ha ucciso almeno 40 prigionieri di guerra ucraini, e ne ha invece attribuito la responsabilità alle forze russe. Lo ha dichiarato lo Stato maggiore delle forze armate ucraine in una nota citata dal Guardian: “In questo modo, gli occupanti russi hanno perseguito i loro obiettivi criminali: accusare l’Ucraina di aver commesso “crimini di guerra”, nonché nascondere la tortura dei prigionieri e le esecuzioni”, è l’accusa di Kiev.
Il fondatore ed ex capo del battaglione ucraino Azov, Andrei Beletskiy, ha annunciato sul suo canale telegram una “caccia” a tutti i responsabili dell’uccisione dei prigionieri di guerra nel centro di detenzione di Olenivka, in un bombardamento per il quale russi e ucraini si accusano a vicenda. Beletskiy scrive che i prigionieri, almeno parte dei quali dello stesso battaglione Azov, sono stati trasferiti nella struttura colpita alla vigilia dell’attacco che ha definito come «un atto premeditato di un paese che non conosce il concetto di onore degli ufficiali e soprattutto l’osservanza della convenzione di Ginevra, delle regole, delle leggi e usanze di guerra». «A nome di tutte le unità dell’Azov annuncio la caccia a chiunque sia stato coinvolto in questo attacco, stiamo raccogliendo informazioni sulle vittime e sugli autori specifici di questo crimine di guerra», afferma ancora Beletskiy.
Questi i fatti e le dichiarazioni dei due contendenti. Si aggiunga anche che la propaganda ucraina sta cercando di esasperare il martirio dei militari dell’Azov, mostrando presunti filmati di torture e mutilazioni (agli arti, agli occhi e soprattutto ai genitali) prima dell’uccisione dei prigionieri. CI giunge anche un’immagine pubblicata dalle emittenti russe in cui si vedono chiaramente cadaveri carbonizzati ancora legati alle loro brande. È possibile che parte di tali documenti sia reale, messo in rete dai russi stessi per terrorizzare il nemico: i messaggi propagandistici fanno parte della strategia bellica, si sa, ma è del tutto evidente che per gli ucraini i militari del battaglione Azov, asserragliati per settimane nei resti dell’acciaieria di Mariupol, sono degli eroi, e mai si sognerebbero di eliminarli. Pertanto questo atto criminoso ha innalzato le vittime al rango di martiri, ponendoli al di sopra del giudizio di qualsivoglia tribunale, di parte o indipendente.
La morte di quegli uomini sarà certamente usata dai loro compatrioti come argomento forzante di una difesa ad oltranza e di un probabile attacco furioso contro le forze occupanti, e l’arrivo di armi dall’Occidente, sempre più sofisticate ed efficienti sarà probabilmente l’avvio di una controffensiva che lascerà ai russi poche speranze di mantenere le attuali posizioni senza ricorrere a mezzi ben più potenti e terribili.
Ma al di là dei fatti e della propaganda ci si deve chiedere: dov’è il senso dell’umanità in tutto ciò? Non c’è onore in un atto così proditoriamente feroce. La bestialità dei russi e dei loro amici emerge da azioni come questa, come quella di Bucha e dalle centinaia di cadaveri trovati in fosse comuni con le mani legate dietro la schiena, relegando i loro autori a una categoria inferiore all’essere umano, semibestie con l’uso della parola che credono ad una sola entità: il male fine a sé stesso.
Non si pretende un codice cavalleresco come in qualche modo era ancora in uso nei due conflitti mondiali, ma almeno una parvenza di amor proprio che impedisca all’uomo di essere additato come animale sanguinario senza altro scopo che non sia la morte del nemico tra atroci sofferenze.
Ci tornano alla mente Torquemada e le torture dell’Inquisizione, le torture dei selvaggi di ogni continente (che comunque soggiacevano a riti idolatri) e gli atti di ferocia commessi dagli stessi russi contro i nazisti nella seconda Guerra Mondiale. Ma in quel caso erano solo dei nazisti: come si può provare pietà per i fautori di genocidi di tale portata? Ora invece l’anima perversa di questa gente si affaccia prepotente al mondo per gridare il suo odio per tutto ciò che non sia russo e per mostrare di quali atrocità sono capaci dei subumani in divisa.
Non c’è onore, ripetiamo, né ci dev’essere rispetto per chi non rispetta le convenzioni che ha firmato e non concede quartiere al nemico vinto.
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Fonte: ilsole24ore.com