Putin e il fantasma dell’involuzione


Il leader del Cremlino paladino del peggior oscurantismo.

Mentre i mass-media oscillano tra diritti della Russia, diritti dell’Ucraina, test missilistici di successo da parte russa, apparente riduzione della tensione con il secondo piano alla guerra, allontanamento dal nocciolo bellico per inquadrarne le conseguenze, cambi di strategia dalle due parti, NATO sempre più in campo ecc., procede il battage pseudo-filosofico.
Oscurantismo, ignoranza e presunzione: io sto coi ragazzi che sanno che il mondo è Google e Ryan air, Windows, Mac e i reattori a fusione, Wikipedia e Zoom, Twitter e Italo, l’infosfera e il Melting-pot. Poi c’è tanta cultura tradizionale che gli asini nostrani confondono con il localismo, mentre il destino è il LO-BAL, il Locale che si avvale del Globale, l’inverso della ottusa visione che porta i disastristi al delirio di un Globale che uccide la varietà.
Oscurantismo. Una parola che definisce gli interessi di chi non ha possibilità di sviluppo, e preferisce il buio del sepolcro, del passato, alla luce del futuro. L’oscurantismo c’è sempre stato, ha sempre aleggiato. È l’invidia della giovinezza, il sopravvalutare l’età che è sì esperienza, ma anche lentezza e difficoltà a riconoscere il nuovo. Il fantasma dell’involuzione si nasconde tra i sogni cupi e nelle difficoltà dell’uomo nel perseguire il progetto di dominio della natura, proprio delle scritture e del buon senso. L’orribile fantasma dell’involuzione è il terrore del nuovo e di ciò che serve per il futuro, per sanare lo spasmodico bisogno di sicurezza e di benessere. È l’antagonista alla difesa contro l’imprevedibile, al combattere contro le avversità, al prevenire i disastri. È contro il tentativo di salvare la vita e renderla veicolo per il benessere eterno, la quiete e la discendenza.
Bene. Quando difendiamo l’economia secondaria, la tecnologia, l’infinità dei servizi di cui usufruiamo in modo visibile e invisibile (con un sapere e vedere tutto il mondo e oltre), stiamo difendendo l’uomo, quello migliore, che si fa carico del dono divino dell’immagine e somiglianza e combatte per i suoi simili tutti, e non per un pugno di astuti corruttori aggressivi come Putin e i suoi oligarchi.
L’uomo ha preso possesso del pianeta, e ancora lo occupa poco, malgrado le menzogne dei catastrofisti: sulla terra possono vivere benissimo anche 50 miliardi di umani, e oggi siamo a malapena 8. L’uomo deve continuare con l’intelligenza societaria, strategica oggi, e l’innovazione scientifica e tecnologica a ricercare il suo equilibrio di specie e la sua sopravvivenza, fatta di sforzo comune verso il dominio degli elementi e della natura insidiosa, che ancora assilla tantissimi, per i quali possiamo fare molto se usiamo bene l’intelligenza che ci fu donata, le ancora non integrate risorse del globo e la coscienza societaria.
Per questo la vera via è quella del perseguimento del valore per l’umano. Esso viene dalla fusione di tutte le risorse della terra sotto la guida dell’uomo del Terzo Millennio, sociale e societario, attrezzato tecnologicamente, che, con un grande valore di spirito e di fantasia, ha trovato nell’astratto la via di una nuova concretezza, che viaggia attraverso il simbolico per raggiungere il bene comune, attraverso le società umane.
Quest’uomo societario, integrato nella grande matrice dell’infosfera, globale, olistico, che crede nella propria trascendenza e nel diritto a essere leader del cambiamento del suo mondo, anziché lasciarlo al caso o alle bestie, ha però anche paura.
L’ha sempre avuta. È pienamente consapevole di non essere Dio. E questo vale sia per chi crede che per chi non crede: chi crede sa che siamo fatti a immagine e somiglianza di un creatore perfetto che ha voluto rischiare oltre, trasferendo nella sua creatura prediletta la facoltà di intendere e di volere; chi non crede, oscilla tra rassegnazione e volontà di potenza pragmatica, perché la filosofia finisce sempre se non subentra una credenza, anche se il lavoro sano e condiviso è sempre di per sé veicolo di sana società.
Mi permetto d’interpretare il doppio senso del limite come figli della stessa realtà. La realtà ci richiede impegno e dedizione per guidare l’uomo verso gli orizzonti propri del suo rapporto col mondo e con i suoi simili. Che non sono tutto il creato, salvo la metafora dell’arca di Noè, cioè di un uomo che, per missione divina, costruisce il veicolo della salvezza del creato, interpretando il chiaroscuro del pensiero divino, che vede la distruzione dell’errore, il diluvio universale, come fonte di purificazione e di bene.
Ma Putin non è Dio. E che sia anche solo strumento del divino per punire l’umanità dei troppi errori compiuti negli ultimi decenni è un’ipotesi grottesca. Che egli possa arrogarsi il diritto di terrorizzare l’umanità col fantasma della fame e della distruzione totale non sono segnali divini, ma diabolici.
Che il primario economico, agricolo ed estrattivo, primitivo e oligarchico, attrezzato con la ignoranza e la cattiveria della violenza bellica e dei missili ipersonici a testate nucleari, con il grano che marcisce per non poter arrivare alla bocca degli umani che lo anelano, prepotentemente si imponga; che il benessere non sia dovuto a effettiva crescita e merito ma a semplici e retrograde paure, signorsì ed elemosine; che la libera circolazione d’ingegno e la freschezza della libertà di comunicazione non sia sorretta da salde e tecniche ipotesi di sussidiarietà ma dall’arbitrio di un pugno di scellerati plutocrati, gli oligarchi russi; che poche decine, 20 o 30 oligarchi, superarmati, per difendere i loro squallidi interessi particolaristici, personali, individuali, blocchino risorse utili all’intera umanità, sollecitando i fantasmi dell’involuzione, con il loro fetore di marciume medievale; che questi disgraziati, con la squallida soggezione del popolo, dopo aver depredato 140 milioni di russi del loro patrimonio, li abbiano ridotti a ciechi consumisti compulsivi senza il governo della loro economia; che li pasturino, come un branco di ebeti, con denaro di Mahagonny, buttato per far vedere che esiste classe media, mente invece è solo ignoranza media, come nell’Islam… Bene, anzi male, malissimo…: tutto ciò è l’inferno in terra…
No. Va rifiutato, radicalmente! Occorre dire: NO!
Inoltre, l’Islam ha 1500 anni di storia, e nessuna rivoluzione a infrangere la continuità come le 2, recentissime, in Russia, quella del 1917 e quella del 1992 in un solo secolo. Risultato? Gli oligarchi. Poche decine di spregiudicati approfittatori, che hanno avuto la fortuna (loro, e sfortuna del popolo russo e anche nostra…) di arrivare proprio quando la seconda rivoluzione aveva distrutto i forzieri dove la prima aveva nascosto le risorse millenarie della Grande Madre Russia, giustamente (o, meglio, legittimamente) mettendole nelle mani di un popolo, che le pagò con tanto sangue, in una rivoluzione bolscevica tanto folle quanto pregna di speranza illusoria e fallace per il futuro dell’umanità.
E ora… dopo milioni di morti russi per rivoluzioni e guerre mondiali, lo scippo! E una guerra per una falsa bandiera, già decrepita, da difendere sì nei teatri e nelle università, coi suoi Gogol e Bulgakov, coi suoi Dostoevskij e Tolstoj, ma anche da tenere al pari delle altre nella stazione precedente della locomotiva umana, che viaggia verso la comunità globale, la profondità della materia e della semiologia, nel più imponente sistema di interconnessione umana mai visto, verso l’energia a basso costo della fusione nucleare, pulita ed efficiente, senza transitare più per il fuoco pericoloso di metano e petrolio.
Sostenuti, per spaventarci e distrarci dai nostri orizzonti salubri, col fuoco della guerra e delle bombe.
Il mio non è antipacifismo o eccitazione dovuta alla polvere da sparo, che odio: ma se c’è un buon motivo per combattere, bene qui sopra ne sono elencati mille.
Io sono e sarò sempre di quelli che credono che la civiltà si fa con il lavoro, l’organizzazione e l’innovazione, che portano con sé tutte le virtù.
Non con la paura, il ricatto, le armi e le distruzioni, la prepotenza e i falsi valori, ad esempio di Patria (in parte decaduto), di popolo (che oggi è soprattutto l’umanità tutta), di idiozie teoriche su cui vediamo convergere tutto il negativo che ben conosciamo dell’umanità odierna.
Non sarò mai con l’oscurantismo. Non lascerò penetrare in casa mia il fantasma dell’involuzione. Per il bene dell’umanità, la Russia deve integrarsi col mondo, liberare le sue risorse perché il suo popolo e l’intera umanità ne possa godere, aumentando la possibilità di vita e di futuro di tutti, non i consumi spregevoli di pochi e volgari corrotti e corruttori.