Alpini o bestie?


La recente adunata degli Alpini di Rimini è diventata quest’anno occasione per polemiche e attacchi gratuiti da parte di femministe starnazzanti che gratuitamente hanno bollato l’intero Corpo di infamie e insulti quali “molestatori”, “pedofili”, “violentatori”, “putridi”, “schifosi”; un giornalista di Repubblica ha usato questa espressione: “una banda di vigliacchi con la penna senza onore”.
Serenella Bettin, giornalista di Libero, per averli difesi ha ricevuto messaggi tipo: “venduta”, “zoccola”, “a te piace fartela toccare”, “dovresti vergognarti”, “sei una merda”, “ti auguro di passare quello che hanno passato quelle povere ragazze”, e altre simili amenità. Da notare che la Bettin ha scritto anche un libro sulla violenza contro la donna e ha assistito donne maltrattate e violentate in famiglia e fuori.
Riporto volentieri le sue parole, perché non saprei esprimere meglio quanto c’è da dire su queste esponenti del “gentil” sesso.
«Ma le femministe di oggi, quelle di Non Una di Meno, sono quelle che ti insultano se non la pensi come loro, sono quelle che ti discriminano violentemente se non sei dalla loro parte, sono quelle che scendono in piazza, come quella volta a Verona lanciando assorbenti in faccia ai poliziotti e gridando “Obietta, obietta, obietta su sta fregna”. Me le ricordo bene. Gallinavano tutte in coro e mostravano il culo. Quello allora va bene.
Le femministe di oggi sono quelle che le chiami per parlarci e manco mi rispondono. C’ho provato l’altro giorno…
Sono quelle che si concedono il lusso di infangare un’intera categoria per qualche cafone rozzo animale che delinquentemente ha alzato le mani. Accade ovunque. Capita in discoteca. Capita alla festa della soppressa. Capita alla festa della birra».
Capita anche alla festa dell’Unità, aggiungiamo, ma quello va bene, e il vero spirito del socialismo, l’amore libero, la famiglia aperta e tutte le altre solite balle.
Gli alpini invece sono “molestatori”, “pedofili”, “violentatori”, “putridi”, “schifosi”.
Nel giro di 24 ore questo Corpo che si raduna da 93 anni, che ha lasciato migliaia di morti sul Carso e sul Don è stato denigrato come la peggiore feccia d’Italia. Anche Matteo Salvini ha scritto “viva gli Alpini”, e la solita Boldrini (forse per tema di uscire troppo presto e definitivamente dalla ribalta della politica) gli si è scagliata contro.
Robe da matti. Razzisti col culo degli altri.
Durante il mio anno di servizio nella Folgore ho avuto modo di ammirare il comportamento dei ragazzi del battaglione alpini paracadutisti di Bolzano. In caserma mai un capello fuori posto, sempre gentili con tutti e puntualissimi. In libera uscita ci stavano gli sfottò e le battute verso le ragazze, ma mai una mano morta o troppo lunga, mai un insulto o un commento troppo spinto.
Invece un po’ di sciocchezze messe in giro sui social danno visibilità, un fotto di “like” e infangano un’intera categoria che non si è mai risparmiata, né in tempo di guerra né in tempo di pace. La Moretti anche in quest’occasione non è riuscita tacere: ha detto “chi minimizza è complice”. Se qualcuno ha commesso reati sarà sicuramente punito: non sono gli Alpini quelli che lasciano passare comportamenti contrari allo spirito del Corpo. Nessuno minimizza, però dire bella figa non è un reato, e gli apprezzamenti spesso sono complimenti travestiti di giovani galletti.
Ciò che suona trano è che gente abituata a fare selfie anche quando va al cesso non sia riuscita a produrre alla questura di Rimini uno straccio di fotografia o un video o almeno un audio che provasse le nefandezze che vanno sbandierando.
Se anziché andare a piagnucolare alla più vicina sede del partito o da qualche giornalista facilmente abbindolabile mollassero un calcio negli zebedei al molestatore, avremmo tanti disadattati in meno e tante donne colle palle in più. Se invece di cercare l’appoggio di centri sociali come Casa Madiba, utili come un culo senza buco, cercaste di reagire alle molestie con qualche ceffone e un sano vaffa, forse non dovremmo più perdere tempo a scrivere di queste cose.
Perché la domanda da farsi, prima di tutto il resto, è la seguente: sono Alpini o sono bestie?
Se sono bestie vanno trattate come tali, ma sappiamo da lungo tempo che i “veci” all’interno del Reggimento hanno anche la funzione di controllori delle intemperanze dei “bocia”. Se poi risultasse vero che sono stati proprio gli anziani a molestare, sarà giusto che l’A.N.A. prenda provvedimenti;
però l’Associazione, non altri.
Per cui, care signore e signorine, se il vostro desiderio è di danneggiare l’immagine di uomini che hanno sempre avuto a cuore questo strano Paese, non lamentatevi poi se qualche politici li relegherà in un canto – come hanno fatto con la Forestale – e nel momento del bisogno non accorreranno in vostro aiuto.
Al prossimo terremoto vi auguro l’aiuto dei centri sociali.