1 maggio: da manifestazione di lavoratori si trasformi in lavoro che si manifesta


Con un’immagine di Igor Belansky.

Finalmente, dopo due anni di limitazioni dovute alla pandemia da Covid-19, il prossimo 1° Maggio si terranno nuovamente, in pompa magna, le celebrazioni della Festa dei Lavoratori, a cui da sempre siamo abituati in tutte le piazze italiane.
Oggi, praticamente in tutto il mondo, il 1° Maggio celebra la solidarietà internazionale dei lavoratori, i diritti del lavoro, gli obiettivi sociali ed economici, e il riconoscimento sindacale, raggiunti dai lavoratori dopo lunghe battaglie, rappresentando una giornata che ha un grande significato e una storia che affonda le proprie radici nel passato.
Costituisce, quindi, non solo un giorno in cui riposarsi, ma anche in cui ricordare, sebbene le tradizioni inerenti alla sua celebrazione, varianti da paese a paese, tutte implichino di riunirsi per cantare canzoni, raccontare storie, giocare e cucinare piatti tipici.
Danza e musica sono, comunque, due aspetti collegati che hanno subito notevoli cambiamenti negli ultimi decenni. In Italia, dagli anni’80 ricordiamo il grande concerto di Piazza San Giovanni, a Roma, organizzato dai sindacati.
La scelta della data vuole ricordare la tragedia della rivolta di Haymarket, avvenuta a Chicago, dove ai primi di maggio del 1886 si erano susseguite proteste e scioperi dei lavoratori, che chiedevano di ridurre l’orario di lavoro a 8 ore al giorno (in luogo delle 12 o addirittura 16 ore di lavoro al dì come normalmente avveniva). Il 4 maggio alcuni scontri comportarono la morte di diversi lavoratori e di 7 poliziotti.
Commemorata negli USA dal 1887, la festa del 1° maggio diventò ufficiale in Europa a partire dal 1889, con la ratifica a Parigi da parte della Seconda Internazionale, un’organizzazione che aveva lo scopo di coordinare i sindacati e i partiti operai e socialisti europei. In Italia la festa essa fu introdotta solo due anni dopo. Più o meno, lo stesso destino ebbe il suo riconoscimento in gran parte degli altri paesi del mondo.
Nel corso del tempo, è considerevolmente aumentata la discussione intorno alle dinamiche del mondo del lavoro e al ruolo del 1° maggio, visto il portato di cambiamenti oggi molto più rapidi rispetto al passato. Se, in fondo, l’automazione e la globalizzazione sono processi vecchi di secoli, la loro combinazione, la globotica, differisce da essi per una duplice ragione: sta arrivando con una rapidità incredibile e pare tremendamente ingiusta.
Una tale ingiustizia, in primo luogo, corrisponde alla pressione che la globotica imprime su un sistema socio-politico-economico non ancora in grado materialmente di assorbirne l’impatto in termini di ricollocazione dei posti di lavoro. Si genera in pratica una strage degli stessi, quasi secondo il senso plastico restituito dall’immagine di Igor Belansky: un revolver puntato sul capo del lavoratore.
Il tema è dunque scottante. Oggigiorno, a causa della globalizzazione e di determinate politiche di sviluppo economico e finanziario, numerose associazioni internazionali di lavoratori organizzano massicce manifestazioni e marce in diverse parti del mondo.
Ciò dimostra l’importanza attribuita in generale alla Giornata internazionale del lavoro, nel momento in cui il vero problema non è più l’automazione del settore dei servizi in sé, che nel lungo periodo è inevitabile e ben accetta, bensì il radicale disallineamento fra la velocità del dislocamento e la velocità della creazione di posti di lavoro sostitutivi. Vi sarebbero ulteriormente altre concause, però qui è difficile esaminarle tutte in modo compiuto.
In conclusione, il 1° maggio ha significato molto nel tempo sia per i lavoratori che per i corpi sociali che vengono a sostenerli; in primis, i sindacati, i quali hanno sollecitato e ottenuto dai governi leggi sul lavoro, almeno in tutta l’Europa e nel Nord America.
Certamente, l’insorgenza dei prima menzionati fenomeni ha successivamente determinato la drastica riduzione delle opportunità di lavoro e, di conseguenza, anche i sindacati ne hanno sofferto. Tuttavia, anche se dovrebbero funzionare meglio e tante volte essere meno implicati dalla politica, essi sono rimasti essenziali; perché, ad esempio, hanno continuato a battersi per una legislazione che proteggesse i lavoratori negli ambienti di lavoro non sicuri.
In questi termini, è giunto il momento che si trovi un nuovo significato per il 1°maggio, vale la pena di ricordarlo da parte di tutti. In Italia, con la rinnovata consapevolezza che, costituzionalmente, la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.