PsicologicaMente – La rinascita interiore


“Ogni tramonto porta con sé la storia del giorno” (Marina Tarquinio).

Cari lettori,
questa settimana, forte anche delle festività pasquali appena trascorse, vorrei parlarvi di Rinascita.
Nella vita di un uomo, sembrerà assurdo, ma è necessario tramontare, morire e poi cadere, e tutto questo per vedere finalmente l’alba del nuovo giorno.
Nietzsche lo sapeva bene quando poeticamente e semplicemente scriveva “Amo coloro che tramontano…”
Prima o poi tutti ci ritroviamo in una situazione complessa, traumatica e soffriamo, questo accade per le circostanze più gravi ed improvvise, si pensi alla morte di un figlio, ad una malattia grave, ovvero nei momenti più semplici e quotidiani, ad esempio se si perde il lavoro, si incontra una problematica economica, si interrompe una relazione, tutti eventi che diventano giustamente motivo di sconforto e che spesso ci portano, purtroppo, a credere che la vita non abbia più un senso o comunque che il destino ci rema contro.
Bisogna sapere, tuttavia, che ognuno di noi possiede una capacità innata di affrontare le avversità e quindi di superarle, così come chiunque ha le potenzialità per adattarsi ai mutamenti della vita: questa capacità si chiama resilienza e ci consente di rinascere nuovamente.
Una persona resiliente, lungi dall’essere incapace di percepire dolore o malessere, è viceversa in grado di far efficacemente fronte agli eventi traumatici e, anche dopo un periodo di dolore, incertezza e insicurezza, di tirar fuori la forza necessaria per andare avanti.
Rinascere dalle macerie, dalle ceneri, proprio come la leggendaria Fenice, è un’operazione per nulla facile: si tratta di capire, imparare e sviluppare determinati comportamenti e modi di pensare vincendo anche la propria indole e natura.
Per capirci, un individuo può essere geneticamente più vulnerabile nel momento in cui deve affrontare delle difficoltà, ma può essere resistente e resiliente se è cresciuto in un ambiente propenso a questo atteggiamento.
La rinascita è per quelle persone che hanno un modo di pensare più corretto, realista e flessibile, meno propense a trarre conclusioni affrettate o ad esagerare. Si tratta di quei fortunati che accettano la realtà per come essa è, che credono che la vita abbia un vero significato, che hanno una grande capacità e voglia di migliorare.
Ed è così, proprio come il leggendario animale, che gli essere umani sono davvero in grado di lasciarsi alle spalle anche tragedie, imparare dall’esperienza ed uscirne più forti.
Nella buona riuscita del percorso di rinascita, quindi, un ruolo primario appartiene al contesto sociale, alla famiglia, alla scuola, è al luogo che ci accoglie ogni giorno che dobbiamo aggrapparci per rialzarci dalle cadute che la vita ci riserva!
Oltretutto, grande impegno va investito nell’identificare le cause del problema che dobbiamo superare, così che non possa ripresentarsi in futuro, e nel controllare le emozioni e gli impulsi quando ci si trova in una situazione critica.
Bisogna ricercare un equilibrio tra ottimismo e realismo, guardare positivamente al futuro, farsi un’idea positiva della vita tenendo sempre i piedi ben piantati sulla terra, e questo per riuscire ad individuare nel problema sempre nuove sfide e nuove opportunità.
Tutto ciò è anche sinonimo di buona salute fisica e psichica, ci consente di avere una migliore immagine del se interiore ed esteriore, di criticare meno ed apprezzare di più, di avere maggiore successo nello studio e nel lavoro, di incontrare più soddisfazione nelle relazioni e quindi di essere meno predisposti a soffrire di depressione.
Certo, qualcuno potrebbe dirmi che le mie sono belle parole, difficili però da mettere in pratica in un momento in cui siamo in crisi sul piano mondiale, economico, emotivo e relazionale…
Tutti i giorni c’è un bombardamento mediatico di notizie riguardanti grandi difficoltà che prevalgono ed investono il nostro momento storico e questo certamente instilla dentro di noi una sensazione di allarme, anche quando apparentemente sembra che le notizie ci scivolino addosso, tuttavia pian piano qualcosa inizia a lavorare e ad intaccare il senso di sicurezza personale di ciascuno di noi.
Inutile ricordare quanto, nell’ultimo periodo, sono aumentate in modo considerevole le problematiche relative alla gestione dell’ansia, siamo pervasi da preoccupazioni, sensazioni negative ed angoscianti, desiderio di scappare via.
Per risalire si cerca sempre di più di spostare il proprio baricentro all’esterno, ma è davvero fuori di noi che esiste la risposta al malessere? Questa crisi mondiale rispecchia momenti di crisi personale?
Cosa fare per evitare un crollo sterile e rinascere a nuova vita?
Come anticipavo all’inizio dell’articolo, dobbiamo sempre ricordare che i veri fautori del nostro declino o destino siamo noi, quindi importante è conoscerci per meglio dirigerci, interpretare il nostro mondo emotivo, comprendere quali aspetti di noi sono rigidi, fissi e quali utilizziamo come possibilità.
Si può diventare consapevoli di ciò che accade dentro, intorno e fuori da noi ed agire per modificare e modificarci, proviamo a ristabilire il nostro baricentro e a ritrovare la nostra bussola, il cosiddetto “locus of control” che deve essere sempre interno all’individuo.
Ancora, dobbiamo iniziare ad ascoltarci, ad analizzare cosa succede dentro di noi: ansia, paura e angoscia da dove provengono?
Infine, può essere d’aiuto anche il ricercare su quali punti e aspetti sono diretti l’attenzione ed il nostro pensiero in questo momento, lavorare su di essi per trasformarli in ponti verso una nuova era.
Utilizzare questa strategia nella quotidianità consentirà di riprendere contatto con le nostre capacità.
Un percorso di tal genere va rivolto inizialmente ai pensieri più ingombranti e pesanti, per poi dirigersi verso la molteplicità di aspetti che compongono e determinano il nostro pensiero.
Non di rado gli stati d’ansia e gli attacchi di panico insorgono per via della lontananza che esiste dentro di noi, dal nostro baricentro, appunto.
Riappropriarsi di ciò che sentiamo e che ci compete è fondamentale per ritrovare una sfumatura diversa nel panorama della vita che si va costruendo di giorno in giorno. Dedicare dei momenti di riflessione alla nostra persona è fondamentale per ritrovare la speranza, il desiderio, la progettualità di un futuro che viene a mancare quando si è completamente immersi e fissati solo su talune delle vicende che ci coinvolgono.
Non lasciarsi fagocitare da esse, guardare verso l’orizzonte vasto, può aprire verso una visione più ampia del proprio esserci.
In alcuni momenti si può certamente prendere in considerazione un percorso di sostegno psicologico per riappropriarci della nostra storia che, in alcuni momenti della vita, può risultare ingarbugliata e confusa, in modo da poter chiarire e riordinare i fili del racconto autonomamente anche se supportati, poter proseguire nel proprio percorso di vita con più serenità e fiducia.

Notazioni Bibliografiche:
• “La regolazione degli affetti e la riparazione del sé”, Allan N. Schore, Astrolabio Ubaldini;
• “Guarire i traumi dell’età evolutiva. L’influenza del trauma precoce sull’autoregolazione, l’immagine di sé e la capacità di relazione”, L. Heller, A. LaPierre, Astrolabio Ubaldini.