Russian escalation (ovvero aprile dolce dormire)


I primi giorni di aprile del 2022 i paesi dell’UE hanno espulso molti diplomatici russi. Ovviamente la Russia ha annunciato che prenderà adeguate contromisure. Naturalmente da parte della diplomazia occidentale ci si aspettava una mossa uguale e contraria, come solitamente accade.
Ma vediamo cosa invece potrebbe succedere se Putin, ormai soprannominato “il macellaio che venne da Berlino” decidesse di muoversi diversamente. Fantapolitica? Può darsi…

Primi di aprile: i diplomatici russi espulsi dalle sedi europee vengono accolti da eroi al Cremino. Il presidente Putin li decora in massa con l’Ordine di Lenin. Il suo segretario gli fa notare che l’Ordine è stato sciolto il 21 dicembre del 1991, ma Vladimir Vladimirovich lo guarda con un sorriso enigmatico. E’ l’ultima volta che il segretario compare in pubblico.

5 aprile: mentre i russi e i ceceni massacrano, torturano e bombardano in Ucraina, l’ex Prima Sardina Mattia Santori spreca due minuti del tempo del Consiglio Comunale di Bologna per rendere partecipe l’assemblea del grave lutto che ha colpito un suo amico: con una grande orazione funebre che Antonio levati proprio rende partecipe la cittadinanza bolognese dell’uccisione di due oche nell’Appennino bolognese da parte di due cani Amstaff, chiaramente fascisti. L’opposizione leghista protesta dichiarando che in fondo le forze sul campo erano pari e le oche erano quasi certamente di origine russa.

6 aprile, h 17.00: mentre i russi e i ceceni massacrano, torturano e bombardano in Ucraina, Draghi chiede in conferenza stampa se il popolo vuole la pace o i condizionatori accesi tutta l’estate. Un giornalista indipendente fa notare che la dichiarazione del premier ricorda il discorso di quel tale che chiedeva: “Volete libero Gesù o Barabba?” mentre un servo gli porgeva l’asciugamani.

6 aprile h 21,15: mentre i russi e i ceceni massacrano, torturano e bombardano in Ucraina, il compagno Vauro strilla allo scandalo per dei presunti distintivi nazisti del battaglione Azov, dimostrando, come la sardina che difende le oche, di essere utile quanto la ghiaia nel dentifricio.

10 aprile: il patriarca di Kiev riceve una telefonata dal collega russo che gli chiede ufficialmente di smettere di benedire i soldati nazisti altrimenti Dio lo punirà. Mezz’ora dopo cade inciampando in un tappeto persiano e si spacca il femore. A Mosca il fatto è riportato dalla TV come un segno della benevolenza di Dio verso la grande Madre Russia.

11 aprile. h 13,55: mentre i russi e i ceceni massacrano, torturano e bombardano in Ucraina, Putin licenzia il trentaduesimo cuoco in meno di due mesi e si lamenta con il maresciallo responsabile del Palazzo perché cominciano a scarseggiare i luoghi dove seppellire cuochi e assaggiatori.

11 aprile, verso sera: il Dipartimento degli Approvvigionamenti del Cremino invia a una fabbrica di prodotti chimici di San Pietroburgo l’ordine di acquisto di due autocisterne di acido solforico concentrato.

12 aprile: Biden comunica in televisione di avere le prove che la Russia vuole espandere il conflitto. Trump, intervistato dalla CNN, afferma: “Lo dicevo io che ‘sto cretino ci avrebbe inguaiati tutti. Avremmo dovuto bombardare la Russia con aerei con insegne cinesi!”

14 aprile: mentre i russi e i ceceni massacrano, torturano e bombardano in Ucraina, il figlio di Biden viene chiamato a deporre in Senato per la vicenda dei suoi affari sporchi in Ucraina. Lui si rifiuta di comparire rispondendo al presidente della commissione: “Lei non sa chi sono io!”

14 aprile, h 15 costa est: Biden parla dal Pentagono ma ha difficoltà a stare sveglio. Dopo essersi lasciato scappare una flatulenza estremamente puzzolente mostra un filmato ripreso dai satelliti e dichiara che forze sovietiche – pardon, russe (parole sue) – si stanno ammassando al confine lituano della Bielorussia. Minsk smentisce, asserendo che gli americani hanno mandato in onda le immagini di un videogame.

16 aprile: Anschluss della Lituania. La NATO riunisce il consiglio interforze e viene deciso un non intervento se i russi si limitano ad aprire un corridoio per Kaliningrad. La Polonia si dichiara disposta a cedere una striscia di terra sul suo confine purché le ostilità cessino definitivamente. Viene attivata una linea d’emergenza con il Cremino e si concorda un incontro immediato.

17 aprile: Patto Lavrov – Stoltenberg di non aggressione. I russi garantiscono che non procederanno oltre se la NATO manterrà il proposito di non intervenire.

19 aprile: Invasione della Polonia

21 aprile: Inizia la deportazione degli ucraini verso le steppe della Siberia. Ufficialmente i russi dichiarano che saranno temporaneamente utilizzati perché non ci sono forze interne sufficienti per completare il censimento delle betulle tra gli Urali e Vladivostok.

22 aprile: incidente nel mediterraneo: una portaerei nucleare americana, dopo un contatto ravvicinato con un sommergibile russo proveniente dal Mar Nero, è costretta a gettare l’ancora al largo di Lampedusa per un’avaria al reattore principale. Il ministro Cingolani si affretta a dire che non c’è pericolo di inquinamento, ma il solito Fratoianni e i seguaci di Mamma Ebe attuano un sit-in di fronte a Palazzo Chigi mentre Nanni Moretti improvvisa un girotondo con due seguaci della Boldrini e alcuni pentapitechi dissidenti, al grido di: “USA, USA, non toccate Lampedusa!”

24 aprile: Papa Cisco I° El Pampero invoca la Madonna del Permafrost affinché gli ucraini in Siberia trovino una calda accoglienza da parte dei locali.

27 aprile: giungono informazioni frammentarie dalla zona del lago Baikal. Il solito Biloslavo (ma con elmetto russo e giubbotto da giornalista con la scritta PRESS in cirillico) racconta di aver visto alte colonne di fumo che si ergono da pire gigantesche. Il Papa durante la S. Messa ringrazia la Madre di Dio per aver ascoltato le sue preghiere.

28 aprile: mentre i russi e i ceceni massacrano, torturano e bombardano in Ucraina, Biden assicura la nazione americana che ormai i conflitti stanno terminando, e comunque è un fatto locale che riguarda solo l’Europa orientale. La NATO ha preso la saggia decisione di non intervenire pertanto gli USA sono al sicuro ancora una volta, grazie alla sua illuminata guida.

28 aprile, ore 21,45 ora di Pyongyang: la Corea del Nord bombarda Taiwan. La Cina nega ogni coinvolgimento. Si hanno notizie di grandi festeggiamenti nelle residenze di XI Jinping e dei suoi collaboratori.

29 aprile. ore 6.00 costa est: Cuba lancia un missile SS20 che nessuno sapeva che avesse ancora e colpisce la base americana di Guantanamo. I russi negano di aver mai fornito tali ordigni e che le foto satellitari a suo tempo fatte pubblicare dall’amministrazione Kennedy sono un falso realizzato dalla CIA.

29 aprile (“una data che resterà nella storia come il giorno dell’infamia”, dice Biden al Senato americano), h 10: entrata in guerra degli USA. Biden vola a Camp David per una partita a golf già programmata con il figlio Hunter e il presidente della Lockheed-Martin.