Like an angel


Steve Hanks (San Diego 1949 – 2015) – – Acquerello su cartoncino.

Pittore statunitense spentosi recentemente, Steve Hanks viene considerato uno dei migliori acquerellisti contemporanei. Con sorprendenti giochi di luce e colori tenui, quasi impalpabili, riesce a catturare la magia di un momento di misteriosa spensieratezza infantile o della sfuggente sensualità femminile con un realismo che fissa mirabilmente istanti irripetibili illuminati da una luce solare non accecante, quasi crepuscolare, grazie ad un sublime gioco di colori dal fascino ammaliante.
Il dipinto che oggi analizziamo colpisce per il realismo dell’immagine e per le sensazioni che suscita nell’osservatore, nel quale riesce a risvegliare gli istinti più bassi e deplorevoli, degni più di una bestia che di un essere raziocinante. Infatti la postura aggraziata e per nulla sconcia della giovine (benché ignuda come un’anguilla spellata e mostrante due bocce marmoree che neanche il mi’ cognato Oreste alla bocciofila di Poggibonsi) riporta alla mente atti di vandalica libido perpetrati in una cantina ai tempi del liceo, allorquando la nostra compagna di classe Sguazzinelli Tecla, oggi maritata Cafasso, ci pigliava il polso conducendo la tremula mano ad esplorare misteri anatomici gaudiosi.
Il susseguente inturgidimento dei cavernosi corpi penieni decretava irrevocabilmente l’inizio dell’agone amoroso che puntualmente si esauriva tra i gemiti entusiasti di entrambi i contendenti.
La scena aveva come palcoscenico una vecchia e rugginosa branda sulla quale il nonno della suddetta sodale era uso cuocere l’asado argentino, che veniva per l’occasione addobbata con un materasso di crine dei tempi delle Sanzioni e con due lenzuola lise recuperate dalla cesta del bucato lasciata incustodita in cortile da una vicina di casa.
A cose fatte, la responsabile dei nostri giovanili ardori ricadeva sulle lenzuola “come corpo morto cade”, assumendo una posizione che, dato il gargantuelico dosaggio di testosterone posseduto ai tempi, rimetteva in movimento l’inflazione sanguigna nella zona pubica in un crescendo rossiniano e faceva esprimere il carnale lanciere con ululati commisti a frasi del tipo: «Stavolta ti infilzo financo il pancreas, maremma bona!».