Le armi nucleari di Putin


Cosa sono le armi nucleari e, in particolare, quelle tattiche. In cosa differiscono dalle armi nucleari strategiche. Di quante armi atomiche dispone Putin e perché potrebbe usarle nel conflitto Russo – Ucraino.


Un arma nucleare è un dispositivo che sfrutta la reazione atomica di fissione e/o fusione degli atomi per liberare grandi quantità di energia e radiazioni.
Tali armi furono teorizzate da fisici come Albert Einstein e l’italiano Enrico Fermi nella prima metà del secolo scorso e, come noto, gli americani furono i primi a usare due bombe atomiche, rispettivamente lanciandole sulle città giapponesi di Iroshima e Nagasaki, per stroncare ogni velleità di perseveranza del Giappone e far terminare la seconda Guerra Mondiale.
Le armi nucleari, che inizialmente erano comparabili per dimensioni e pesi a piccoli furgoni, si sono progressivamente ridotte e oggi è possibile produrre armi atomiche, sebbene di potenza ridotta, addirittura spalleggiabili. A tali categoria di armi atomiche appartengono, ad esempio, le armi nucleari tattiche.
A differenza delle armi nucleari strategiche, che invece sono di maggiori dimensioni, maggior potenza e sono lanciate da lontano (spesso con bombardieri che volano ad alta quota o con missili balistici da sottomarini o con missili intercontinetali), le armi nucleari dirette sugli obiettivi da postazioni relativamente vicine.
Un’arma nucleare tattica è infatti un piccolo ordigno progettato per essere utilizzato sul campo di battaglia in diverse situazioni belliche.
Gli impieghi principali per le quali le armi nucleari tattiche sono state sviluppate, sono essenzialmente i seguenti:
Contro forze di terra;
Bersagli fortemente difesi o fortificati non espugnabili con armi convenzionali;
Per rendere impraticabili aree di importanza militare.

Un operatore americano “Navy Seal” paracadatutato con un ordigno portatile atomico (SADM). Sviluppato nel 1960 i SADM pesano intorno ai 23 kg e hanno un potere distruttivo compreso tra gli 0,01 kt e 1 kt (1kt [chilotone] = 1000 tonnellate di tritolo).

Il programma nucleare militare sovietico fu avviato all’inizio del 1943, anche se le esigenze belliche della seconda guerra mondiale ne ritardarono lo svolgimento iniziale. Il primo test nucleare sovietico (“RDS-1” o Pervaya Molniya, “primo fulmine”) fu eseguito il 29 agosto 1949 nel poligono di Semipalatinsk, oggi in Kazakistan: l’ordigno al plutonio, una copia fedele di uno degli ordigni esplosi dagli americani sul Giappone, esplose con una forza di 22 chilotoni. Il primo congegno all’idrogeno sovietico fu testato a Semipalatinsk il 12 agosto 1953, anche se la prima vera e propria bomba all’idrogeno fu fatta detonare il 22 novembre 1955 (“RDS-37”); il 30 ottobre 1961 i sovietici testarono il più potente ordigno nucleare mai realizzato, una bomba all’idrogeno (“Bomba Zar”) che esplose nel poligono di Mitjušicha, sull’isola di Novaja Zemlja, con una potenza di 57 megatoni.
Nel 1988 l’arsenale sovietico raggiunse il suo massimo con 45.000 testate nucleari disponibili[9], per poi calare progressivamente negli anni seguenti anche per via delle limitazioni imposte dai trattati START.
Ciò nonostante restano sempre migliaia di armi nucleari negli arsenali russi. Secondo i dati relativi al corrente anno 2022 pubblicati dal SIPRI Putin può disporre di 6225 ordigni nucleari, mentre gli Usa ne possederebbero “solo” 5550. Seguono Cina (350), Francia (290), Regno Unito (215, Pakistan (165), India (156), Israele (90) e Corea del Nord (40).
Nonostante l’esistenza di un programma di difesa americano (NDR: il così detto “scudo spaziale”) contro eventuali lanci di missili balistici, gli arsenali nucleari di Russia e Stati Uniti sono abbondantemente sufficienti a distruggere la vita sulla Terra.
L’analista del Quincy Institute for Responsible Statecraft di Washington, già presidente del Ploughshares Fund e autore di libri come Nuclear Nightmares, Bomb Scare e Deadly Arsenals, ha dedicato la vita al disarmo, e dice che i numeri non contano: “Nessuno ragiona più in questi termini. I russi hanno più testate e bombe tattiche; gli americani sono più pronti e hanno lo scudo, ma non basterebbe a proteggerci. Quando vai sopra le cento testate, ognuno ha la forza sufficiente a cancellare la vita dal pianeta”.
Nel conflitto Russo Ucraino, tuttavia, piuttosto che l’utilizzo di armi nucleari strategiche si teme anche l’impiego di piccole armi nucleari tattiche che Putin potrebbe essere tentato di utilizzare per indurre l’Ucraina a una rapida resa incondizionata o come azione dimostrativa per sottolineare la determinazione russa agli occhi della comunità internazionale o come risposta alle crescenti sanzioni che lo stesso Putin ha già esplicitamente definito come atti ostili contro il suo paese (NDR: a questo proposito, WeeklyMagazine ha lanciato un nuovo sondaggio per i lettori che trovate nella pagina).
L’impiego di armi nucleari anche se di tipo tattico farebbe però scaturire la reazione internazionale e, probabilmente, darebbe la stura a un vero conflitto mondiale in cui, verosimilmente, sarebbero poi utilizzate le ben più potenti armi nucleari strategiche.