Michelangelo Buonarroti (attrib.) – “L’importuno”


Graffito su pietra – Firenze, facciata di Palazzo Vecchio (1504 circa).

Una delle curiosità, spesso sconosciute o ignorate dai più, che si incontrano gironzolando per Firenze, si trova sulla facciata (lato destro guardando l’ingresso) del Palazzo della Signoria. Si tratta di un graffito che si racconta essere stato realizzato nientemeno che da Michelangelo Buonarroti. È conosciuto come “L’importuno”. Pare che ogniqualvolta il maestro si trovasse a passare là davanti un uomo lo fermasse per dire la sua. Pare anche che una volta, durante uno di questi incontri con l’importuno, Michelangelo gliene  tracciò, con martello e scalpello, la caricatura lavorando di spalle con le mani dietro alla schiena, cosa che, in effetti, solo un genio par suo avrebbe potuto fare.
Si tratta certamente di una leggenda: Michelangelo non poteva portarsi dietro il martello e lo scalpello in quanto raggiunto da una diffida del Bargello dopo una lite con un villico di Pontassieve che aveva nominato malamente la su’mamma (“Quer budello” pare abbia detto) e che lui aveva prontamente mazzuolato. Da allora gli fu negato in tutta la Signoria di passeggiare con attrezzi atti a offendere.
In realtà il fatto è più recente: durante un convivio dell’Accademia degli Alterati al forte di Bibbona un certo Michele Angeleri, segretario del Sodalizio Muschiato e invitato alla cena di cui sopra, confessò di avere una notte “… istoriato il Palazzo Vecchio con la faccia di quel manfruito di mio cugino”.
È appena il caso di accennare al fatto che, durante una gita a Firenze, il mi’ cognato Oreste si trovò a passare per di lì con la moglie Argìa e, notata l’orribile ghigna, disse alla consorte: “Badalì, maremma’ane, pare il tu’ fratello!”, beccandosi quattro vergate che la donna gli rifilò con il manico del paracqua.