Un milione di preghiere per la pace in Corea


Leader religiosi mondiali uniti per la riconciliazione della Penisola Coreana.

“Durante i miei viaggi da Vicepresidente ho costatato che le nazioni veramente grandi abbracciano i princìpi della libertà religiosa, di parola, della democrazia e della libertà d’impresa. È la fede nella libertà religiosa, e la forza che deriva da essa, che mi infondono la più grande fiducia e speranza. È la fede che ci dà il coraggio e la convinzione di batterci per ciò che è buono, giusto e vero. Come afferma la Bibbia, ‘Dove c’è lo spirito del Signore, c’è libertà'”.
Con queste parole Mike Pence, 48° Vicepresidente degli Stati Uniti ha aperto il secondo “Prayer Rally for Peace on the Korean Peninsula”, il raduno di preghiera per la pace nella Penisola coreana, che si è svolto a Seul domenica 9 gennaio 2022 in presenza e da remoto. Sponsorizzato da Universal Peace Federation (UPF) e trasmesso in diretta in 194 nazioni, l’evento ha avuto per motto “Un milione di preghiere per la pace” e ha visto la partecipazione di leader religiosi mondiali di fedi diverse.
Nel suo discorso Mike Pence, figlio di un veterano della Guerra di Corea, ha affermato che “le famiglie solide, l’istruzione, l’uguaglianza davanti alla legge e il riconoscimento della dignità e del valore di ogni vita umana, sono il fondamento della vera grandezza di una nazione”. Ha proseguito chiedendo la fine delle persecuzioni religiose in Corea del Nord e in Cina, esortando le nazioni libere a “lavorare insieme apertamente e con buona volontà” per costruire nuovi scenari di pace. “Le nazioni libere devono chiedere alla Cina di rispettare la libertà religiosa e i principi democratici e fare la loro parte per raggiungere la denuclearizzazione della penisola coreana”. Ha inoltre affermato che “un rinnovato e incrollabile impegno per la nostra difesa comune e per i nostri valori condivisi” sono il “percorso più sicuro per la denuclearizzazione della penisola coreana e per la sua pacifica riunificazione”.
Il programma è proseguito con i videomessaggi di invocazioni e preghiere per la pace da parte di sei eminenti leader religiosi. Jonathan Falwell, ministro della Chiesa Battista ha affermato: “Come pastore credo che la più grande fonte di pace e di speranza non risieda nella politica, nella diplomazia e nei trattati internazionali, molto importanti, ma vada cercata e trovata in Dio”. Per Swami Hari Chaitanya Puri Ji Maharaj, leader spirituale Indù “In questo tempo abbiamo bisogno di una comune visione del mondo alla quale tutti possiamo aderire e contribuire per la pace nella Penisola coreana, come quella proposta da Padre e Madre Moon”. Il Venerabile Maitipe Wimalasara, Presidente della Conferenza Buddista Asiatica per la Pace, ha ricordato che “I buddisti augurano a tutti i popoli del pianeta, compresi i cittadini delle due Coree, di vivere in armonia e pregano per il successo della pacifica riunificazione della Penisola Coreana”. Il Venerabile Taishu Nara, prete scintoista, Presidente dell’Istituto della Civiltà del Giappone ha pregato ed espresso l’augurio che “questo incontro che riunisce le preghiere e le speranze dei leader religiosi mondiali e che trascende le divisioni di credo e di fede possa avere successo”. L’Arcivescovo Nicolas I, Presidente del Patriarcato Ortodosso delle Nazioni ha pregato per la riunificazione della Penisola coreana e ha invocato Dio perché benedica la Corea unita e l’intera umanità. Il Profeta Samuel Radebe, fondatore della The Revelation Church of God ha affermato che “In questo giorno benedetto persone da tutto il mondo si sono riunite per offrire una preghiera per l’unità delle due Coree e dell’umanità. Questi milioni di preghiere possono diventare una concreta realtà”.
Alle preghiere dei ministri religiosi mondiali si sono unite quelle di quattro leader religiosi coreani, in rappresentanza delle principali fedi del Paese, per la pace, la riconciliazione e l’unità nella penisola e per il superamento di tutti i mali dell’umanità.
Momento centrale della manifestazione è stato il messaggio della dottoressa Hak Ja Han Moon, cofondatrice di UPF. In apertura d’intervento ha affermato: “Il mio desiderio più profondo, a cui ho dedicato tutta la mia vita, è di realizzare un mondo di pace vera e duratura, che è lo scopo ricercato ardentemente dal Cielo e la speranza dell’umanità. Per questa ragione oggi rappresentanti delle maggiori religioni e fedi del mondo sono convenuti per pregare per la Penisola coreana e la pace nel mondo”. Ha poi proseguito parlando della pandemia da Covid 19 e degli effetti dei cambiamenti climatici che hanno causato morte e distruzione. Ha messo enfasi sulla necessità che l’umanità si unisca centrata sul Creatore, in quanto non tutti i problemi possono risolversi unicamente con i soli sforzi umani. “L’unico modo per unirci nel cuore è di diventare veri figli di Dio e questa è la parte di responsabilità che il Creatore ci ha affidato”. Ha poi affermato che nonostante il Cristianesimo predicasse l’amore, alcune grandi potenze hanno privilegiato i loro interessi egoistici, contraddicendo l’insegnamento di Gesù e ponendo le basi per il loro declino. Parlando del suo Paese ha affermato che “In particolare la Penisola coreana ha la responsabilità di sostenere la provvidenza del Cielo, di diventare una nazione unificata, per realizzare insieme un mondo di pace, d’uguaglianza e di libertà”. Ha proseguito esortando tutti i partecipanti e i credenti a unirsi in preghiera e devozione per testimoniare al mondo l’autorità del Cielo e dare la possibilità a Dio, il Genitore Celeste, di manifestarsi sostanzialmente sulla Terra e di guidarla. Ha terminato affermando che “Finché Dio è con noi l’anno della tigre nera che stiamo per accogliere sarà promettente e ricolmo di speranze da realizzare”.
Nel corso dell’incontro, sulle note di Amazing Grace, uno dei più famosi inni cristiani, si è svolta la Cerimonia interreligiosa dell’acqua per la pace. Quarantadue esponenti religiosi hanno versato dell’acqua, simbolismo che accomuna tutte le fedi, in un unico grande recipiente esprimendo la comune aspirazione all’unità delle religioni e alla pace nella Penisola coreana e nel mondo. E’ stato inoltre annunciato che dal 10 al 13 febbraio si terrà in Corea del Sud uno speciale summit sulla pace , che riunirà Capi di Stato e rappresentanti di 157 nazioni che intrattengono relazioni diplomatiche con le due Coree.
Il raduno è terminato con uno spettacolo del corpo di ballo dei Piccoli Angeli e con il canto “Tongil – Le nostre più preziose speranze sono per l’unità”, intonato da tutti i partecipanti.
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Fonte:
Vittorio Patanella
International Media Association for Peace (IMAP-Italia)