Mattarella: il riassunto della situazione


Giunti al termine di un anno che quanto a spiacevolezze è secondo solo al precedente, è opportuno fare un riassunto della situazione di questa strana emergenza e, perché no, tirare anche le somme sulla competenza del nostro governo.
Dobbiamo dire che il discorso di fine d’anno del presidente agli sgoccioli della Repubblica (agli sgoccioli il Presidente o la Repubblica? Fate voi.) ha messo in luce due aspetti fondamentali. Il primo è che le prese di corrente al Quirinale sono poste davvero basse (chissà se è prevista una procedura di sicurezza quando lavano i pavimenti…). Secondariamente, cosa che ovviamente ci interessa di più, è che in sette anni di mandato il tassidermico Capo dello Stato non ha mai dimostrato una visione chiara dei problemi del Paese, sempre ingessato nel suo sartoriale doppiopetto a discorrere dei massimi sistemi di cui poco cale ai più, e mai a dire parole di incitamento ai vari governi che ha messo al potere affinché facessero il bene della nazione e non dei soliti ricchi mascalzoni. Mai una sillaba sul mancato pagamento di imposte dei colossi come Amazon, Microsoft e Google, che pure imperversano a più non posso in ogni momento della nostra giornata. Mai un commento sulla mancanza di lavoro cronica, mai un accenno ai mostri del capitale che chiudono stabilimenti e licenziano persone via email. Solo un flebile sussurro di sprone ai giovani a non smettere di lottare per perseguire i loro obiettivi. Peccato che gli obiettivi ormai si siano volatilizzati con i centri per l’impiego, utilissimi ricettacoli di fancazzismo e burocrazia. Nemmeno una scusa per aver firmato, senza neanche rimandarle alle Camere, la legge che istituisce il reddito di nullafacenza e quella che ha permesso allo Stato di fare il croupier di una specie di insulsa roulette (il famigerato “cashback”) che fintanto che è durata ha sperperato denaro che poteva andare magari alla sanità in un momento di cotanta pandemia.
Infine, non abbiamo sentito, né a san Silvestro né prima, alcun commento sulla gestione dell’emergenza. E sì che ce ne sarebbe stato motivo, dato che i tre ultimi governi hanno adottato misure sempre diverse ma con un fattore comune: il dimostrarsi suicide per l’economia, tanto che anche un bambino si sarebbe accorto che più che un esecutivo sembrava un’esecuzione.
La fine del settennato di Mattarella e del secondo anno segnato dal coronavirus ci lasciano un gusto amaro (fecale direi) e non lasciano intravedere soluzioni positive, comunque vada l’elezione del tredicesimo successore di Umberto II al Quirinale. La tragicità della situazione non è certo una novità per l’Italia, abituata ormai da secoli a vivere di emergenza in emergenza. Eppure la tragedia, etimologicamente, è una rappresentazione della realtà nei suoi aspetti più veri e sentiti; ci siamo pertanto chiesti: perché non mettere questo riassunto in forma di scenografia teatrale? Mancano i dialoghi, certamente, ma il canovaccio della rappresentazione è completo e rappresenta adeguatamente gli avvenimenti pregressi.

E allora, cominciamo.

Stato: C’è il Covid!

Italiani: vogliamo la cura!

Stato, niente cura, forse poi, ma ora vaccinatevi.

Italiani : il vaccino non è sicuro.

Stato: è sicuro.

Divisione del popolo – vaccino sì, vaccino no (voci indistinte)

Stato: sei vaccinato? Si? Ok. Non sei vaccinato? No-vax, complottista, negazionista, untore, terrorista e criminale!

Vaccinato: ho il Covid.

Stato: si ma in maniera lieve.

Vaccinato: ho il Covid e sto male.

Stato: è la variante delta, devi fare la seconda dose e sei ok.

Vaccinato: ma perché fare un altra dose? Sono già vaccinato, non ha funzionato.

Stato: se fai due dosi ti do il Green Pass, puoi andare al cinema, al ristorante, in discoteca, mentre gli altri staranno in castigo, chiusi in casa, e se vanno al bar, fanno colazione in piedi.

Non vaccinato: ma io faccio il tampone, dimostro che sono sano e vado ovunque..

Stato: no, il tampone non è affidabile, tu resti in castigo.

Vaccinato: ho due vaccini ma mi sento poco bene.

Stato: è la variante omicron, serve la terza dose.

Vaccinato: ma ne ho già due e non mi proteggono, perché dovrei farla?

Stato: perché quelli che non hanno fatto il vaccino hanno infettato quelli che volevano farlo ma non lo hanno fatto perché non erano lì; però io ti do il Super Green Pass, e ti faccio fare la cena di Natale, col bacio sotto il vischio senza mascherina, il cenone di Capodanno, e ti regalo il materassino per la prossima estate quando sarai al mare mentre i no-vax saranno in terapia intensiva, e chi non si vaccina non lo faccio nemmeno andare più a lavorare, così muore di fame prima che di Covid, dato che si ostina a non infettarsi.

Vaccinato: bastardi di no-vax , adesso faccio la terza dose, prendo il Super Green Pass Rinforzato, fotto delta, omicron e tutti gli altri, e vado ovunque tranquillo.

Stato: con la terza dose omicron lo prendi lo stesso, quindi devi fare i tamponi .

Vaccinato: ma i tamponi non sono affidabili!

Stato: solo per i no-vax, per te valgono, perché sei bello, buono e ubbidiente.

Vaccinato: ma se devo fare i tamponi, qual è la differenza tra me e chi non si è vaccinato?

Stato:…loading… rimettiti la mascherina anche fuori, nel frattempo mangia le lenticchie che noi eleggiamo il nuovo Presidente, poi vedremo.

Fine (dell’anno).