RoBee, il robot made in Italy che svolge lavori gravosi e assiste gli anziani


L’azienda brianzola Oversonic Robotics dal prossimo anno metterà sul mercato il primo umanoide disponibile su larga scala per supportare l’uomo nello svolgimento di lavori rischiosi, gravosi o ripetitivi.

Non è un film o un racconto di Asimov: un robot umanoide cognitivo made in Italy in grado di capire, comprendere le reazioni di chi si trova davanti e imparare da esse è il frutto di tre anni di lavoro e sperimentazione. Si chiama RoBee ed è stato brevettato dalla Oversonic Robotics di Befana Brianza.
Presentato nelle scorse settimane a Milano presso l’Adi Design Museum, RoBee è alto 1.70metri, con un peso compreso tra 65 e 75 kg (a seconda della configurazione di utilizzo). Una macchina che replica la struttura meccanica del corpo umano, sia dal punto di vista morfologico che operativo, con 40 giunti mobili e una serie di sensori che gli consentono di vedere e muoversi in autonomia nello spazio circostante. Al pari di un essere umano, è dotato di braccia complete di dispositivi di presa, ovvero mani e pinze meccaniche che gli consentono di eseguire in maniera efficace semplici gesti come indicare, contare, o afferrare degli oggetti. È dotato di sensori e di telecamere che gli consentono di muoversi agevolmente e di condividere in sicurezza spazi affollati. Grazie all’intelligenza artificiale che lo gestisce riconosce le persone e il loro stato d’animo, oltre ad avere un’autonomia di interazione linguistica. «L’emergenza sanitaria ha fatto il resto; – dice Paolo Denti, amministratore delegato di Oversonic Robotics – ci siamo chiesti come la robotica potesse aiutare, ad esempio, all’interno di un reparto Covid, dove chi vi lavora è esposto a un alto rischio di contagio. In questo senso abbiamo pensato a una macchina in grado di sostituire efficacemente le persone non solo sul piano tecnico, ma anche dal punto di vista umano: RoBee infatti interagisce, parla, impara e soprattutto immagazzina le informazioni e le condivide».
Il prossimo anno la Tesla debutterà con il Tesla Bot, ancora però allo stadio prototipale, mentre RoBee è già praticamente pronto per la produzione di larga scala: questa volta gli italiani hanno raggiunto per primi un importante traguardo. «Non vogliamo dare fastidio a Elon Musk, – ha detto Denti con un sorriso – di robot umanoidi se ne parla molto. Noi non vogliamo solo parlarne ma far vedere qualcosa di concreto. Per questo unendo l’innovazione all’intelligenza artificiale ed emotiva e all’utilità sociale nasce Robee. Accettiamo l’idea di non fare robot belli come nei film ma vogliamo essere concreti». L’AD ha infatti sottolineato che l’obiettivo è quello di essere pronti ad andare nel 2022 sul mercato. «Abbiamo impiegato il 2020 per la fase prototipale sia dal punto di vista meccanico,che elettronico e informatico, nel 2021 stiamo facendo dei test concreti in aziende partner per finalizzare il percorso di messa a norma. Sono aziende di diverse settori, prevalentemente industriale e medicale: pensiamo che questi siano i principali ambiti di applicazione di RoBee – proseguono i fondatori – Già questo autunno verrà sottoposto a tutte le certificazioni del caso, dopo di che sarà un prodotto realmente adattabile alle esigenze del mercato: anche personalizzabile, ma da produrre su ampia scala». Ha aggiunto Denti: «Nel contesto industriale il robot può ricoprire ruoli logoranti. Stiamo lavorando anche in ambito medico sfruttando soprattutto la parte cognitiva dell’umanoide con due funzionalità: il monitoraggio dei pazienti e il supporto in ambito terapeutico e riabilitativo». La realizzazione di RoBee «è costata decine di milioni di euro. – ha detto ancora Denti – Il prezzo di acquisto per la singola macchina nel 2022 sarà di 120 mila euro con un costo annuale di gestione di 20 mila euro».
Fabio Puglia, presidente e fondatore di Oversonic Robotics ha detto in un’intervista: «La cognitività è la parola chiave intorno alla quale costruire queste nuove macchine dal punto di vista operativo. Questa cognitività mette insieme due aspetti, uno astratto e uno concreto: semplificando da un lato abbiamo un’app, ma dall’altro c’è l’interazione con il mondo». E ha spiegato: «Il robot funziona attraverso una batteria che offre un’autonomia di otto ore. Il suo sistema è gestito da tre potenti computer a bordo, che condividono il carico dei calcoli collaborando anche come sistemi ridondanti di sicurezza. Un ecosistema in cloud fornisce le interfacce di controllo e consente di monitorare gli aggiornamenti in tempo reale sul livello di utilizzo di ogni componente, riducendo così drasticamente i fermi macchina e i possibili malfunzionamenti. Una macchina efficiente e interconnessa: più robot possono infatti collaborare tra loro e collaborare per eseguire un compito comune».

Fonti:
corsera.it
fortuneita.com
monzatoday.it