PsicologicaMente – “Filofobia”


“Ci sono due forze motrici fondamentali: la paura e l’amore. Quando abbiamo paura, ci ritraiamo indietro dalla vita. Quando siamo innamorati, ci apriamo a tutto ciò che la vita ha da offrire con passione, entusiasmo, e l’accettazione.” (J. Lennon)

Cari lettori, quest’oggi sono a presentarvi la Filofobia, fenomeno che, a dispetto dell’altisonante nome, oggi è davvero frequente e sicuramente familiare a noi tutti, per le più disparate ragioni.
Come sempre partiamo dall’etimologia, sicché vediamo che il termine in questione deriva dal greco
ed è il risultato dell’accostamento delle parole “philo”, ovvero amore, e “phobia”, ovvero paura.
In psicologia denota un disturbo, proveniente dall’ansia, caratterizzato dalla paura di amare, di
innamorarsi e, quindi, di instaurare relazioni affettive durature.
La filofobia trasforma, per chi ne soffre, l’amore ed i sentimenti in qualcosa di pericoloso, tanto da
fare in modo che si scelga, piuttosto che tentare l’amore, di trincerarsi dietro lo scudo della paura.
Intendiamoci, è fatto assolutamente naturale che si possano incontrare difficoltà nella fase di avvio
e di prosecuzione di una storia d’amore, soprattutto quando si è trascorso molto tempo da soli o si
sono vissute esperienze di coppia non del tutto felici.
Generalmente le origini di questa paura hanno più di una radice e lo smarrimento rappresenta, in
verità, un meccanismo di difesa basato sul principio per cui alla fine è meglio non innamorarsi per
evitare di soffrire.
Di filofobia, però, si parla quando la paura di innamorarsi assume proporzioni enormi, diventando
un turbamento estremo, tale da manifestarsi addirittura con sintomatologia, quale dispnea,
sudorazione eccessiva, nausea, tachicardia e tutto quanto preannuncia e segue un attacco di panico.
Questa patologia innesca un rifiuto intenso e persistente dell’innamoramento, dell’instaurare e
mantenere relazioni affettive. In questo modo, ci si nega al piacere dell’amore, infatti, di solito
accade che, chi ha paura di amare, finisce con l’attuare alcuni comportamenti tipici,
classici meccanismi di difesa, che gli garantiscono “l’indennità”.Ad esempio scelgono come destinatari del loro amore persone impossibili, sicché non riconoscono
le loro paure ma si convincono di essere innamorati e che, tuttavia, è la loro storia d’amore ad
essere impossibile.
Sono persone che instaurano relazioni destinate al fallimento perché non vi è nulla che accomuna la
coppia.
Così facendo, sono essi stessi i fautori di un, triste, destino che li condurrà sempre e comunque a
fuggire dalla stabilità di un rapporto.
Certo, è indubbio che, nella vita, non vi è nulla che ci denuda e ci impegna quanto l’amore, pertanto
non stupisce che ci sia una buona fetta di persone che, pur cercando di essere forti, sono comunque
intimorite da questo sentimento. Per loro, amare sarebbe un salto nel vuoto, come perdere un
equilibrio ormai raggiunto e restare senza alcun punto d’appoggio, una sorta di autogoal in una
partita contro se stessi.
L’amore, in effetti un pò per tutti, è come lanciarsi dalla vetta più alta del mondo: può farci vivere
un’esperienza entusiasmante, che ci riempie di gioia e di ottimismo oppure può farci sprofondare
nel baratro, oscuro e sconfinato, che è proprio la filofobia.
Le cause all’origine di questo status, dicevo, sono molte.
A volte lo si attribuisce ad una attaccamento morboso ai genitori durante l’adolescenza ma non è
raro però che le persone affette da filofobia scoprano di avere dentro di sé una sofferenza antica e
dovuta ad una carenza affettiva durante l’infanzia. Talvolta è tutto frutto di esperienze amorose
negative. L’affetto elargito ma mai ricompensato finisce col generare la paura a lasciarsi andare
all’amore.
Ancora, alla base di tutto può esserci anche il timore di perdere la propria libertà: una relazione è
fatta di fedeltà, rispetto ed attenzione per l’altro e tutto questo può rappresentare un vincolo ed una
condanna per alcuni tipi di persone.
Ulteriormente, questa patologia può trovare terreno fertile laddove vi è una difficoltà ed esporsi
dovuta ad una scarsa autostima, che può anche sfociare nella percezione, addirittura, di non meritare
l’attenzione degli altri e quindi di essere amati.
Infine vi possono anche essere motivazioni di carattere strettamente fisiologico, laddove, ad
esempio, vi è una vera e propria difficoltà nel compiere l’atto sessuale o comunque nel vivere
emozioni troppo intense e che indurrebbero ad uno squilibrio psico-fisico e ad un calo della libido.
Le persone che hanno paura di amare hanno, dunque, le loro ragioni, però, dovrebbero tenere
presente anche una serie di aspetti di questo comportamento che di certo potrebbero far cambiare la
loro prospettiva.
Prima di tutto, e ciò vale in senso generale, va considerato che la fuga non fa scomparire la paura
ma piuttosto la rafforza ed, anzi, crea nuovi timori. Per questo, se esiste la possibilità di vivere una
storia d’amore, non vi è motivo valido per sottrarsi.
Altro saggio consiglio è che i filofobici dovrebbero cercare di vivere e, se possibile, godere della
nuova relazione senza anticipare gli eventi o preannunciare tristi epiloghi, ma piuttosto apprezzando
ciò che gli offre giorno per giorno la vita di coppia. E’ cosa ovvia e risaputa che il timore prematuro
per ciò che solo in ipotesi potrebbe accadere di brutto, rovina le più rosee e reali prospettive.
Senza dubbio andrebbe evitato assolutamente il paragone della relazione attuale con quelle passate.
Ogni persona è unica, così come ogni storia è diversa ed irripetibile, senza contare che la paura e le
sofferenze del passato non devono necessariamente ripetersi ed impoverire le nostre vite attuali e
future.
Altra circostanza importante per iniziare davvero ad entrare nella logica di coppia, sarebbe quella di
abituarsi a rendere il partner partecipe sempre di tutto quanto riguarda il nostro spirito, anche delle
paure che ci assalgono. La coppia è, prima di ogni cosa, condivisione, dunque solo così la
relazione potrà funzionare ed entrambi i componenti potranno avere sempre contezza ed assolutaconsapevolezza del perché di taluni dei comportamenti, apparentemente senza spiegazione, che
attua chi soffre di questo malessere.
Tutto questo può certamente aiutare chi vive l’amore nell’ansia e nel tormento, ma è ovvio che
quando la paura è troppo intensa e diventa difficile da gestire, sarebbe bene consultare uno
specialista che possa addentrarsi profondamente nelle cause della stessa e lavorare insieme per
eliminarla.

Notazioni Bibliografiche:
– “Psicoanalisi e psicologia analitica”, C. G. Jung, Bollati Borlinghieri;
– “La Grande Madre”, E. Neumann, Astrolabio Ubaldini.