Dalle riforme suggerite dall’OCSE a Mario Draghi al «Progetto per il Bene Comune»


Quattro riforme per un nuovo modello di sviluppo socioeconomico vitale e circolare.
Con immagine di Igor Belansky.

In attesa che si concretizzino le misure economiche varate dal governo, esaminiamo una proposta innovativa elaborata un avvocato romano, Alessandro Coluzzi, cui l’illustratore Igor Belansky dedica un ritratto. Dalla lettura del testo emergono considerazioni che possono trovare riscontro nel concetto di «sociatria» (ossia «la cura della società»).

Nelle scorse settimane, l’Ocse (acronimo di Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) ha reso noti alcuni suggerimenti all’esecutivo italiano in merito alle riforme di fisco e pensioni in corso di varo. Allo stesso tempo, l’Ocse ha ampiamente promosso il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) approvato dal governo Draghi, stimando una crescita economica per il nostro paese al 5,9% per l’anno corrente e al 4,1% per il prossimo.

Le riforme per il fisco
Siccome, rispetto alla media Ocse, le imposte sul lavoro da noi restano troppo elevate, l’organizzazione internazionale auspica in generale una riforma fiscale globale, che riduca sia la complessità del sistema che le imposizioni, impiegando risorse ottenute, attraverso una maggiore conformità alle disposizioni normative comunitarie, incrementando il ricorso a tecnologie e pagamenti elettronici.
Ecco i cardini delle raccomandazioni dell’Ocse all’Italia:
1. Riduzione di esenzioni e complessità del sistema fiscale: razionalizzazione delle agevolazioni fiscali in base all’efficacia; semplificazione degli scaglioni IVA;
2. Procedere con l’aggiornamento dei valori catastali, ripristinando la tassazione sulla residenza primaria, con esenzioni per le famiglie a basso reddito;
3. Aumentare la sinergia tra le agenzie fiscali e altre agenzie di regolamentazione, con introduzione di più efficienti metodi di accertamento;
4. Consolidamento di tutti gli incentivi all’assunzione, con un taglio permanente dei contributi di sicurezza sociale per i primi tre anni a tutti i nuovi contratti a tempo indeterminato;
5. Massima attenzione alle spese pensionistiche, in quanto sottraggono spazio agli investimenti nelle infrastrutture, nell’istruzione e nella formazione, penalizzando i giovani, molti dei quali disoccupati e a rischio di povertà.

Enfasi sulla partenza del Pnrr
Contemporaneamente, dai vertici Ocse sono pervenuti cenni di entusiasmo riguardo al Pnrr nazionale, riconoscendo che lo stesso stimola una crescita più robusta, più verde, più equa e più digitalizzata, che apporterà vantaggi a tutta la popolazione italiana, concedendo ad essa migliori opportunità per superare l’attuale congiuntura.

La speranza
Dovremmo, quindi, attendere fiduciosamente gli esiti del programma ambizioso di riforme, con cui il governo di Mario Draghi attribuisce priorità alle riforme della concorrenza e del settore pubblico, come pure all’efficientamento dell’apparato di giustizia civile, con l’obiettivo di: attenuare incertezze, ritardi e costi che attualmente ostacolano gli investimenti; favorire la competitività dei comparti produttivi e commerciali, sostenendone la crescita, grazie a misure finanziarie ad incentivo della Ricerca e Sviluppo, specie in termini di transizione ecologica, energetica e digitale, ovvero quanto necessario, in termini di sostenibilità, alla trasformazione dell’economia italiana?

Esistono visioni alternative?
Come ogni forma di credo e di culto fatalistico, oggi l’economia e la finanza sono assunte dalla politica come ideologia prescrittiva, ma non è detto che soluzioni sostanziali non possano derivare da originali ipotesi volte ad affrontare, in modo ancor più radicale, certe disfunzioni attuali del sistema.
Mi riferisco ad esempio al caso, anticipato in un mio recente articolo, di Alessandro Coluzzi (cui l’illustratore Igor Belansky dedica un ritratto), il quale ha redatto un «Progetto per il Bene Comune» (link al documento), che considero meritevole di attenzione, non solo da parte dei lettori, ma anche della cittadinanza, dei corpi sociali e della classe politica.