Paradossi e piccole ipocrisie italiane


Nel 1935 quel mascalzone del cavalier Mussolini fece costruire il viadotto Venezia-Mestre che assicura il collegamento automobilistico di Venezia con la terraferma, l’area di Piazzale Roma ed in particolare l’autorimessa Sant’Andrea (ora conosciuta come Garage comunale) che fu fino agli anni cinquanta il più grande parcheggio coperto d’Europa. Una autostrada sull’acqua, lunga 3 km e 850 metri, e larga 20 metri. Il lavoro fu compiuto in 680 giorni, meno di due anni. Questa autostrada sull’acqua sta ancora lì. In democrazia le hanno subito cambiato nome: Ponte del Littorio è diventato Ponte della Libertà. L’opera fu costruita senza revisioni prezzi (al contrario di come avviene oggi in democrazia) e con i soldi avanzati, l’ ingegner Miozzi ha costruito subito dopo il Ponte degli Scalzi. Quel mascalzone del cavaliere inaugurò entrambi in 2 anni.


L’ingegner Miozzi si laureò a Bologna il 29 luglio 1912, nello stesso anno partecipò al concorso per entrare a far parte del Corpo Reale del Genio civile classificandosi al primo posto. Dal 1914 lavorò in Libia progettando e seguendo i lavori di numerose opere pubbliche. Dopo la prima guerra mondiale lavorò per il Genio Civile di Udine e di Belluno seguendo la ricostruzione dei ponti distrutti durante il conflitto. Negli anni successivi cambiò vari incarichi seguendo fra l’altro la costruzione del tratto da Verona al Passo del Brennero della Strada statale 12 dell’Abetone e del Brennero fino a che, il 1º marzo 1931 il comune di Venezia lo pose a capo della Direzione Lavori e Servizi pubblici incarico che mantenne fino alla fine del 1954 quando venne collocato a riposo per limiti di età.
Eugenio Giuseppe Francesco Mozzi (Brescia, 16 settembre 1889 – Venezia, 10 aprile 1979), esemplare per onestà e capacità, non ha una via intestata a lui, perché è morto nel 1979 in piena democrazia quando UOMINI come lui sono considerati da dimenticare.