Ubriachezza modesta


Nome omen, dicevano i latini: un nome un destino. La saggezza degli antichi trova riscontro ancora oggi nelle situazioni più disparate. Ad esempio, è di questi giorni la notizia delle affermazioni quantomeno alcoliche di un tal professore Alessandro Barbero, noto ai più per aver acquisito una notevole popolarità su internet grazie all’abilità divulgativa in una serie di conferenze e lezioni caricate su YouTube, che hanno guadagnato centinaia di migliaia di visualizzazioni, su temi riguardanti il Medioevo, la storia greca e romana, ma anche le guerre napoleoniche, il Risorgimento, la prima e la seconda guerra mondiale e la Resistenza italiana.
Premetto che le conferenze di argomento storico di Barbero non mi hanno mai convinto. Per dirla tutta l’impronta marxista dello storico lascia troppo spazio ad un revisionismo apocrifo che denota sì una buona conoscenza della storia, ma una modestissima infarinatura, per non dire una quasi assoluta ignoranza delle cose militari, delle strategie e delle tattiche – anche politiche – dei grandi condottieri e strateghi, da Carlo Magno a Napoleone.
Negli ultimi tempi Barbero ha preso posizione contro la Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa, che condanna tutti i regimi totalitari sia nazifascisti sia comunisti, ritenendo che le ideologie di nazifascismo e comunismo non siano equiparabili. Condivisibile invece quando giudica «altrettanto limitata» la visione secondo cui il comunismo si identificherebbe «con lo stalinismo e con i regimi dei Paesi del Patto di Varsavia»
Tornando ai giorni nostri, in un’intervista al Fatto Quotidiano, vuota il suo fiasco gettandosi anima e corpo a difesa del rettore Montanari, e ne snocciola di ogni a sostegno della tesi per cui il Ricordo delle Foibe sarebbe una “falsificazione della storia da parte neofascista”.
A parte dire che quelli “dalla parte giusta” combattevano con le “Nazioni Unite”, che però ancora non c’erano, il prof. sostiene la teoria: secondo la quale siccome “fatti del genere se ne sono verificati continuamente”, scegliere una “specifica atrocità” da ricordare è “una scelta politica, e falsifica la realtà”. Non vuol dire nulla, né in storia  né in logica. Ma dice molto della falsificazione ideologica di Barbero: le Foibe furono una “pulizia etnica” come non se ne sono viste altre nel nostro paese. Affermarlo non è negare la Shoah, è solo la verità. Depurata dalle, seppur modeste, ubriacature ideologiche.
E’ un peccato che personaggi così esposti alla pubblica attenzione e, perché no, ammirazione, commettano degli scivoloni di tal fatta. Alessandro Barbero è diventato in breve un monumento mediatico. E anche giustamente, perché è uno storico spigliato, simpatico, fuori dal paludato, un tantino pragmatico, forse, ma comprensibile anche ai molti, perciò molto apprezzato.
Intervistato dal Fatto, il professor Barbero ha prima vistosamente abbracciato le discutibili idee del suo collega Montanari sulle foibe aggiungendo  poi di suo: “È finita comunque la sinistra. Nei paesi occidentali non c’è più nessun partito che si presenti alle elezioni dicendo: ‘Noi rappresentiamo gli operai e vogliamo portarli al potere’. La sinistra era quello, nient’altro”.
Montanari sarà ufficialmente nominato rettore dell’Università Statale per stranieri di Siena (a meno di ripensamenti), nel frattempo va ripetendo da giorni che il Giorno del Ricordo è una “falsificazione storica” e che la tragedia delle foibe non può essere paragonata alla Shoah. Diversi esponenti politici hanno alzato la voce. Le parole di Montanari vengono condannate da più parti e alle condanne politiche, ora, si aggiungono anche quelle delle associazioni delle vittime delle foibe.
Romano Cramer, segretario generale del Movimento Nazionale Istria Fiume Dalmazia, accusa lo storico toscano di aver espresso “deliri e farneticazioni sulle foibe” e lo ritiene indegno di ricoprire il ruolo di rettore universitario. Cramer, a nome di tutti gli esuli istriani e giuliano-dalmati, sostiene che Montanari abbia una posizione troppo “radicale, spudorata e di parte” e, pertanto chiede che l’Università di Siena “non diventi complice e avvalli, di fatto, con la sua prossima ‘entrata in servizio’, le mistificazioni e negazioni del proprio nuovo rettore”. Alla richiesta di dimissioni si accompagna quella delle “scuse a tutte le migliaia di famiglie che hanno perso i propri cari gettati nelle foibe dai comunisti jugoslavi di Tito”. Cramer continua spiegando che non si possano equiparare l’esodo degli italiani della Venezia Giulia, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia con la tragedia della Shoah perché si tratta di “due tragedie diverse e distinte, al di là dei numeri delle rispettive vittime”.
Circa una settimana fa, appoggiandosi come nano sulle spalle di giganti allo storico Angelo D’Orsi – che aveva accusato il presidente Mattarella di  “un grave torto alla conoscenza storica” per aver usato l’espressione “pulizia etnica” – nella sua forsennata battaglia contro il ricordo delle Foibe Tomaso Montanari aveva detto che “le vittime accertate, ad oggi, furono poco più di 800”. Ieri, sul Fatto, in un lampo di resipiscenza (“nessuno nega le Foibe”) ha portato le vittime a cinquemila: specificando però che erano “fascisti, collaborazionisti ma anche innocenti”. Dove quel “ma anche” fa orrore più di qualsiasi negazione. Ovviamente Montanari fa cilecca: l’espressione la usò Giorgio Napolitano, in discorso ufficiale, il 10 febbraio del 2007: “Vi fu dunque un moto di odio e di furia sanguinaria, e un disegno annessionistico slavo, che prevalse innanzitutto nel Trattato di pace del 1947, e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica”.


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Riferimenti: www.vassallidibarbero.it/2021/02/11/alessandro-barbero-la-verita-storica-sulle-foibe/