Cani ricchi di famiglia


Il Fatto Quotidiano del 27 Agosto 2021 a firma Vincenzo Bisbigliariporta un fatto interessante.
Nel 1997 la 34enne Monica Cirinnà, oggi senatrice scalmanata della sinistra piddina che ostenta cartelli del tipo “Dio, patria, famiglia: che vita di merda!”, era una giovane delegata del sindaco di Roma, Francesco Rutelli. In quel periodo, stando al Fatto, ottiene l’assegnazione della gestione dei canili di Roma (il più importante, quello della Muratella) a una onlus sconosciuta, la Avcpp, che sta per Associazione volontari canile di Porta Portese. Un appalto ricchissimo il cui importo è di 4 milioni di euro l’anno e che non tiene conto del numero dei cani ospitati. L’affidamento procede a colpi di proroghe per quasi 20 anni e circa 80 milioni di euro erogati. A ogni tentativo di rimettere a bando il servizio, l’attuale senatrice dem e la presidente dell’Avcpp, Simona Novi – sua amica personale – lanciano petizioni pubbliche contro la “privatizzazione selvaggia dei canili”. Nel 2016, dopo una serie di inchieste giornalistiche sui quotidiani romani, arriva l’Anac, che certifica l’anomalia: la gestione dei canili romani costa tra le 3 e le 4 volte di più rispetto a Milano, fino a 12,80 euro per cane, mentre Avcpp arriva a contare oltre 100 dipendenti che guadagnano da 1.000 a 5.000 euro al mese (lordi), fra “educatori, addetti all’accoglienza, personale amministrativo, centralinisti”. Per una struttura che ospita in media 300 cani. Il tutto, escluso i veterinari, pagati a parte dal Comune. La telenovela finisce con l’arrivo in Campidoglio di Virginia Raggi, che – dopo la delibera Anac n. 759 del 13 luglio 2016 – decide di rimettere a bando i servizi.
Se quanto riportato dal Fatto è tutto vero (ma naturalmente siamo pronti a pubblicare una eventuale smentita), parliamo di 80 milioni per gestire il canile, elargiti a un’associazione di un’amica, a colpi di proroghe!!! E questo solo il canile… Una inezia nel bilancio comunale.
Poi in questi giorni esce la notizia che alcuni operai che lavoravano nella tenuta di 180 ettari di Capalbio (mica Coccia di Morto!) di proprietà della senatrice hanno trovato 24 mila euro nella cuccia del cane.
Ora, è noto che Capalbio è una spiaggia per VIP, e probabilmente anche i cani in quella zona sono ricchi di famiglia. Certo che la cosa suggerisce idee inopportune, soprattutto alla luce del fatto che il fratello della Cirinnà e il di lui figlio sono stati condannati lo scorso mese di marzo per appartenenza ad una cosca mafiosa senese. Il fratello della senatrice aveva accesso alla villa? Le faceva magari da dog-sitter? Non lo sappiamo. Però i 24mila euro nella cuccia erano in banconote da 500. Ce li avrà messi sicuramente un pusher come dice lei, o magari un cane riconoscente per 20 anni di canile di lusso, o un cinghiale di passaggio. Però il foglio da 500, notoriamente, sarebbe il taglio usato per le stecche, non è quello dei pusher. E nemmeno dei cani o di altri quadrupedi. Tra l’altro sono stati ritirati dalla circolazione da qualche anno…

Monica Cirinnà