Un ritiro azzurro sottotono. È solo colpa della pandemia?


Si conclude oggi a Dimaro (TN) il primo dei due ritiri estivi programmati dalla S.S.C.N. Dieci giorni, dal 15 al 25 luglio, per recuperare energie e motivazioni in vista della imminente stagione 2021/2022 sotto la guida del nuovo allenatore Luciano Spalletti.
A differenza degli anni precedenti, fatta eccezione per lo scorso anno dove per causa Covid-19 il consueto ritiro non ha avuto luogo in Val di Sole, si è consumato un ritiro dai toni dimessi per affluenza di pubblico ed intensità di entusiasmo.
Le folle rumorose e festanti di appassionati, giunti da Napoli e non solo, hanno lasciato il passo a silenziosi piccoli gruppi che si sono avvicendati nel corso del soggiorno azzurro.
Colpa solo della pandemia?
Certamente il periodo di emergenza sanitaria, tutt’ora perdurante, non ha incentivato le partenze verso il Trentino e le regole anti-covid, dal green pass ai tamponi passando per le prenotazioni su piattaforma per ciascuna seduta di allenamento, hanno sicuramente fatto desistere gli indecisi dell’ultimo momento.
Anche l’assenza dei neo campioni d’Europa “napoletani”, come Insigne, Di Lorenzo e Meret, ha fatto perdere d’attrattiva la rosa azzurra presente a Dimaro priva anche di Mertens e Lozano in convalescenza. Ma la sensazione è che ci sia qualcos’altro.
L’ultima partita di campionato, Napoli-Verona, finita con l’insoddisfacente pareggio che di fatto ha escluso il club azzurro dalla zona Champions League a vantaggio della Juventus, rimane ancora un buco nero. Un mistero irrisolto che ha lasciato più di qualche interrogativo a cui la società e i giocatori non hanno voluto o potuto dare una spiegazione. Tale mancanza di considerazione ha prodotto una palpabile disaffezione in una parte degli appassionati che si sono sentiti traditi e presi in giro.
Il nuovo tecnico Spalletti, totalmente fuori dalla contesa, ha cercato di spazzare il campo dalle polemiche esortando i tifosi, nel corso di un meeting in Piazza Madonna della Pace a cui partecipavano anche Politano e Zielinski, a voltare pagina concentrandosi solo sul futuro che richiede “uomini forti, autori di destini forti”.
Ma dopo neanche un giorno da questo buon proposito ai supporter azzurri viene propinato un altro boccone amaro: la presentazione della squadra in piazza, evento pubblicizzato in cartellone, per cui è stata richiesta prenotazione preventiva e come al solito il rispetto dei protocolli anticovid, ha avuto una durata di 15’, discorso di ringraziamento del sindaco di Dimaro compreso. L’evento cioè si è ridotto ad un semplice appello: davvero molto poco! I tifosi, accorsi ad applaudire i propri beniamini nel rispetto dei limiti convenuti, avrebbero preferito meno ringraziamenti istituzionali e qualche parola in più da parte dei propri idoli. Molti di loro hanno percorso 800/900 km con famiglia e bambini al seguito, senza ottenere in cambio alcuna foto con i giocatori preferiti o qualche autografo perché negati dalla normativa sulla pandemia, almeno la possibilità di applaudire, ascoltare e vedere dal vivo i giocatori andava loro concessa.
Insomma si percepisce che la pandemia in fondo abbia facilitato la politica che sta mettendo in atto da un po’ la società di Laurentiis che è quella di allontanare la gente dalla squadra. Non è questa la strada giusta, il Napoli è dei tifosi, l’amore per gli azzurri si ripaga con lo stesso amore e giammai con l’indifferenza e la noncuranza. Ci aspettiamo pertanto un’inversione di tendenza ed una maggiore considerazione delle esigenze dei tifosi al prossimo ritiro dal 5 al 15 agosto in quel di Castel di Sangro sempre ovviamente nel rispetto dei limiti sanitari imposti.
Ed ora tutti sul pullman che si torna a casa.