Intervista a Mauro Di Domenico


Mauro Di Domenico (Napoli, 17 agosto 1955) è un chitarrista, compositore e arrangiatore italiano. Figlio del noto tenore Lello Di Domenico, ben presto ha mostrato inclinazione per la musica dedicandosi, in particolare, alla chitarra.
Ha suonato con i grandi della musica interpretando con la sei corde classica primo tra tutti alcuni brani del M° Morricone, a cui era legato da profonda amicizia. Gianni Di Sero lo ha intervistato in esclusiva per i lettori di WeeklyMagazine.

W.M.:Ciao Mauro, ti ringrazio per il tempo dedicatomi . Sono molto contento di poterti intervistare in questo spazio dedicato alla chitarra classica ed alla liuteria, Come sai, ti seguo da tempo, anzi dagli esordi. Ero presente al tuo concerto a San Pietro a Maiella (Conservatorio di Napoli) se non erro nel 1972. Dopo il diploma, conseguito con il massimo dei voti, è iniziata la tua carriera musicale. Diversamente da ciò che si poteva immaginare, hai intrapreso un’avventura fantastica e allo stesso tempo coraggiosa che ti ha portato a spaziare a 360 gradi nel mondo della musica.

M.D.D.: Ciao Giovanni, sono contento di poter condividere questo spazio dedicato alla chitarra ed alla liuteria con il mio contributo. Mi hai riportato indietro nel tempo, quando giovanissimo, iniziai nel 1971 il mio rapporto con il Maestro Eduardo ( Caliendo) nel l’affrontare gli studi di chitarra classica fino a poi raggiungere il diploma che conseguii con il massimo dei voti.
Il mio rapporto con la chitarra iniziò a tredici anni, da autodidatta a Capri, essendo un Caprese oriundo adottivo, appresi i primi rudimenti dello strumento chiedendo ai vari cantanti/chitarristi che si esibivano allora nei vari locali dell’isola, gli accordi delle canzoni più gettonate in quel periodo.
A casa si respirava musica, come sai, il mio papà era tenore e la mamma aveva studiato pianoforte e aiutava papà nello studio delle Romanze e esercizi quotidiani. Quando questa mia passione crebbe, il mio papà si rivolse ad un suo vecchio amico, il M° Caliendo che mi accolse come un figlio e mi instradò al mondo della musica e della chitarra.
Terminati gli studi, diversamente da quanto si poteva pensare, essendo di carattere ribelle, curioso, cercai di spendermi in altri ambiti musicali. Il maestro Caliendo, appoggiò questo mio desiderio consigliandomi comunque di inventarmi qualcosa che mi consentisse di realizzare quello che avevo dentro.
Affettuosamente mi chiamava “Mauruccio”, nome che nell’ambiente musicale è continuato a restare.
Avevo intrapreso nel frattempo un percorso con Eugenio Bennato con il gruppo “Musica Nova”.
Lasciai Napoli, mi trasferii a Roma. Qui fui accolto bene in tutti gli ambienti a “360 gradi”, da teatro, musica e cinema… e contatti vari mi consentirono di entrare in contatto con gli Inti Illimani, Massimo Ranieri, Nicola Piovani con cui collaboro da circa oltre trent’anni per i suoi film portandomi dietro il mio “cordame” come lui ama definire tutti i miei strumenti a corda.
A seguire tanto teatro con Maurizio Scaparro, Mariano Rigillo, Elvio Porta ed altri.
Frequentare Milano poi estese le mie collaborazioni con Mauro Pagani, Paolo Jannacci, Roberto Vecchioni, Arisa, Morgan. Insomma pur non rinnegando nulla, avevo bisogno di spaziare in altri ambiti musicali.
Il mio rapporto con lo strumento puramente classico lo conservo sempre per tanti motivi. Il mio Bach quotidiano, Sor, Giuliani e tanti altri mi consentono di mantenere viva l’anima il cuore e la tecnica. A latere dello strumento poi l’interesse si è arricchito con l’arrangiamento, la trascrizione, l’elaborazione musicale e la composizione di brani musicali.
Trasferitomi a Roma nell’83, ebbi modo di arricchire la mia preparazione chitarristica con Griselda Ponce De Leon e successivamente con il grande Alirio Diaz con cui si instaurò una affettuosa e bellissima amicizia che si è estesa alla sua famiglia.
La mia formazione si arricchì ulteriormente con il flamenco. Studiai con il famoso concertista flamenco Paco Pena frequentando i suoi corsi a Cordoba in Andalusia.
Intrapresi poi con gli “Inti Illimani”, una bellissima avventura che mi portò a girare per il Sud America e il mondo. Questa collaborazione mi ha arricchito ulteriormente nel mio modo di intendere e fare musica.
Conoscere poi Ennio Morricone è stato di determinante importanza, un rapporto di amicizia che si è esteso anche al di fuori dell’ambito professionale, durato ventisette anni fino alla sua dipartita.

W.M.: L’incontro con il Maestro Ennio Morricone è stato fondamentale per il successivo lavoro che hai svolto arrangiando e trascrivendo brani suoi per chitarra e per il progetto Live che porti avanti.
Oltre queste trascrizioni hai pubblicato anche un altro lavoro. Ce ne parli?

M.D.D.: Ho pubblicato “Morricone for Classical Guitar“ e in seguito Antologia Napulitana”. Sono tutti brani della tradizione napoletana che vanno dal “600” ai giorni nostri a finire anche con brani di P. Daniele. Questo lavoro è arricchito da un CD musicale che consente l’ascolto dei brani stessi.

W.M.: Ci parli un po’ delle chitarre che hai utilizzato?

M.D.D.: La mia prima chitarra fu una “Iornini”, a Napoli, Antonio Iornini, era un liutaio di riferimento in quegli anni; successivamente Caliendo mi indirizzò per una “Leone Sanavia”. Questa chitarra del 1972, che conservo ancora, è stata fatta con un piano armonico di un vecchio pianoforte austriaco del 1800. Sanavia era un riferimento per i chitarristi del tempo. Mario Gangi, Cigliano e tanti altri avevano come riferimento questo liutaio. Poi in quel periodo come non menzionare De Bonis, Piretti, Gallinotti.
Infine la “Paradise” acquistata nel 1992 su consiglio di Pino Daniele.
Come classica, utilizzo la mia fedele De Bonis con l’utilizzo di due semplici microfoni K & K. Si collocano sotto il ponticello senza però essere invasivi. Ciò mi consente di avere il suono puro della chitarra classica.

W.M.: Ritornando alla tua attività professionale, a quali progetti ti stai dedicando?

M.D.D.: “La leggenda Morricone- Una vita per la Musica” è un Worki in progress…un progetto musicale/teatrale/ con brani del grande Ennio che ho inaugurato 17 anni fa con altro titolo e porterò ancora in giro per l’Italia. Poi qualche sorpresa che non posso però anticipare se non che avverrà durante questa estate con numerosi illustri ospiti a sorpresa.

W.M.: Ti ringrazio per il tempo dedicato ai lettori di WeeklyMagazine. Ti lascio ai tuoi numerosi impegni e ti auguro tanta buona musica.