WM intervista il giovane chitarrista classico Nino D’Amico


WeeklyMagazine è, da sempre, molto vicino alla buona musica. Lo testimonia la colonna “cultura” nella quale, spesso, gli articoli pubblicati superano in numero quelli delle altre rubriche.
Se, poi, a fare la buona musica sono dei giovani, allora la nostra rivista è ancora più lieta di poterli presentare ai lettori, casomai chiedendo loro un’intervista. E’ questo il caso di Nino D’Amico, intervistato dal M° Gianni Di Sero che, oramai, collabora stabilmente con la nostra redazione. Il direttore.

WM. Ciao Nino, prima cosa ti ringrazio di aver accettato di essere intervistato per WeeklyMagazine. Sei un giovane chitarrista, ti seguo da un po’ e devo dirti che sei molto cresciuto sia dal punto di vista tecnico che musicale, da anni ti dedichi con enorme impegno e passione al nostro amato strumento. Parlaci un po’ di te, così ti facciamo conoscere al grande pubblico che ci legge.

• N.D. Ciao Giovanni, piacere mio di poter comparire su questa meravigliosa rivista. Mi chiamo Nino D’Amico e sono nato nel 1997 a Ottaviano (Na) da una famiglia già dedita alla musica. Durante la mia infanzia e adolescenza mi sono lasciato incantare dalle esecuzioni di tantissimi chitarristi classici, soprattutto dallo storico M° Andres Segovia, che ha contribuito a trasmettermi una grande passione verso questo strumento. Ho iniziato lo studio della chitarra classica a 12 anni con mio padre e successivamente ho avuto l’onore e il piacere di intraprendere questa strada anche grazie all’aiuto di grandi Maestri di fama internazionale.

WM. Ci parli del tuo percorso di formazione musicale? Chi sono gli insegnanti che hanno contribuito alla tua formazione e crescita professionale?

• N.D. Per più di 5 anni sono stato seguito seguito dal M° Marco Caiazza, poi ho sostenuto l’ammissione al Conservatorio San Pietro A Majella di Napoli (2013), dove ho fatto parte della classe del M° Vincenzo Amabile. Ho intrapreso il mio primo workshop di musica da camera con i Maestri Sergio e Dora Cantella nel 2013 e nell’aprile 2014 ho partecipato alla mia prima masterclass, con il compositore, chitarrista e direttore d’orchestra cubano Leo Brouwer; successivamente, dopo un grande periodo di studio, ho avuto l’opportunità di frequentare varie altre masterclass tenute da Maestri di chiara fama, quali Marco Caiazza, Giulio Tampalini, Frédéric Zigante, Aniello Desiderio, Andrea De Vitis, Antonio Rugolo, Gabriel Bianco, Peter Graneis, David Pavlovits, Csaki Andras, Giran Peter, inoltre, e durante tutto il percorso EuroStrings ebbi la preziosa opportunità di partecipare a numerose masterclass, tenute dai grandi Maestri di fama mondiale, quali Rovshan Mamedkuliev, Anton Baranov, Tilman Hoppstock, Goran Krivokapic, Mats Bergstrom, Judicael Perroy, Andras Csaki, Anabel Montesinos e Zoran Dukic. Per diversi anni ho frequentato i seminari chitarristici della Scuola Civica Di Castellaneta (TA) con i Maestri Frédéric Zigante e Antonio Rugolo. Nel giorno 1 april38e 2019 ho conseguito il Diploma Accademico di Primo Livello, ottenendo il massimo dei voti e la lode. A partire dallo stesso anno ho frequentato il corso di perfezionamento chitarristico sotto la guida del M° Aniello Desiderio, presso la sede centrale Stefano Strata Di Pisa che assegna annualmente la borsa di studio “Roberto Borghini” al migliore allievo. A novembre 2019 ho conseguito l’accesso al biennio sotto la guida del medesimo M° Aniello Desiderio ed attualmente frequento nella sua classe, al conservat38orio di Avellino, il Secondo Livello.

WM. In seguito hai partecipato a numerosi concorsi nazionali ed internazionali. In questo periodo di pandemia come hai vissuto l’esperienza del concorrere e del suonare a distanza?

• N.D. In questo periodo di pandemia, ho avuto l’opportunità di partecipare a numerosissimi concorsi e concerti internazionali, a distanza, ossia registrati da casa grazie all’aiuto di un telefono e di un microfono e poi trasmessi. Ovviamente è un’esperienza nuova, ma infonde ugualmente un’emozione che potrebbe essere equiparata, a pari merito, a quella che si prova suonando dal vivo. In questo stesso frangente ho ottemperato a un contratto con EuroStrings, per il quale ho tenuto alcuni concerti online. Togliendo le spese di vitto e alloggio, partecipare online ai concorsi dà la possibilità di partecipare a tutti e ovviamente è molto difficile vincere, perché si presentano centinaia di concorrenti, da tutto il mondo; nonostante ciò, però, ho vinto più di 10 concorsi internazionali.

WM: Attualmente quale percorso di studi stai facendo?

• N.D. Attualmente e già da molti anni sono sotto la guida del M° Aniello Desiderio, grazie al quale sto raggiungendo degli obiettivi davvero importanti per me e per il mio futuro. In questo lungo cammino di studi ho conosciuto anche il M° Lucio Matarazzo, che mi ha dato l’opportunità di registrare il mio primo Cd intitolato Agustin Barrios – Works con l’etichetta DotGuitar, contraendo a partire da ciò anche progetti futuri per altri impegni discografici.

WM. Ricordi il tuo primo concerto? Da allora cosa è cambiato?

• N.D Certamente. Il mio primo concerto l’ho tenuto a Napoli, nella Sala Filangieri dell’archivio di Stato di Napoli, nel 2014, dopo appena un anno di studi. Da allora è cambiato circa il 90% del mio modo di suonare fra tecnica (soprattutto) e interpretazione musicale.

WM. Verso quali repertorio ti senti particolarmente attratto?

• N.D. Devo dire che in questi ultimi anni mi sto affezionando a un particolare repertorio storico. Nel mio percorso musicale ho sempre apprezzato lo stile di un grandissimo compositore paraguaiano, Agustin Barrios Mangore, in quanto ho sempre suonato sia nei concerti che nei concorsi brani scritti da lui. Poi un altro compositore a me caro, sul quale prossimamente inciderò un Cd, è Domenico Scarlatti, in cui tecnica e musicalità sono portati all’apice delle loro possibilità espressive. Come ultimo e ma non meno importante, il compositore, chitarrista e direttore d’orchestra Leo Brouwer.

WM: E’ mia consuetudine, porre anche qualche domanda sullo strumento utilizzato per i concerti e per lo studio.

• N.D. All’inizio dei miei studi ho suonato con un’Alhambra 5p, poi dopo un anno sono passato a un’Alhambra 8p, con cui ho suonato per circa cinque o sei anni. Successivamente, su consigli, spunti e prove di tantissime chitarre di liuteria, sono passato a una Alessandro Marseglia 2013. Ci ho suonato fino a pochi mesi fa, mentre adesso ne ho una nuova di zecca, una Alessandro Marseglia 2021.

WM. Nel tuo percorso musicale, ti sei anche confrontato con il panorama internazionale del mondo chitarristico, trovi differenza di formazione musicale fra l’Italia e le scuole estere?

• N.D. Bisogna constatare che in Italia il livello chitarristico musicale è davvero altissimo, ma anche affrontare studi all’estero, come anche Masterclass con Maestri stranieri, da un grande slancio a questa carriera. È sempre buono e apprezzabile girare il mondo, non solo per una crescita chitarristica musicale e interpretativa, ma anche per l’uso e la conoscenza di nuove culture e per arricchire la propria. Certamente, paragonare lo studio chitarristico italiano con quello straniero è un’operazione che rivela un pari merito, pari valore, in quanto in entrambi i casi s’impara più del dovuto.

WM. Dopo tanto studio, si cerca sempre di coronare un sogno, quello di avviare una propria produzione musicale. Ci dici qualcosa in merito?

• N.D. Oggi posso dirti che, dopo anni di studi, di sacrifici e di speranze andate a buon fine, ho finalmente raggiunto uno dei tanti traguardi ambiti finora: incidere un Cd per un’etichetta discografica (in questo caso, DotGuitar) è davvero un’emozione incredibile, indescrivibile. Attualmente, grazie all’aiuto dei Maestri Aniello Desiderio, Lucio Matarazzo e Mauro Tamburrini, sto lavorando all’uscita del mio primo cd Intitolato Agustin Barrios – Works, dove suono brani scritti da quest’autore magnifico, che mi ha accompagnato per diversi anni nel mio repertorio. Successivamente ci saranno sicuramente altre novità discografiche e la prima, precedentemente annunciata, è sulle sonate di Domenico Scarlatti.

WM. Quanto tempo dedichi allo studio della chitarra? Come dividi il tempo tra la tecnica e lo studio dei brani musicali?

• N.D. È la domanda più impegnativa a cui debba rispondere, perché mediamente le mie ore di studio variano fra le 4 e le 6. Ovviamente queste ore devono essere anche suddivise fra mattina, pomeriggio e sera. Si divino a loro volta fra tecnica e brani. Ogni tanto, qualche oretta la dedico alla tecnica (ma non sempre, avendo pur fatto anni di sola tecnica). In primis suono solo brani, li studio con varianti, metronomo e idee musicali, ma questo richiede a volte anche 3 ore per un solo brano di poche pagine. Lo studio è lungo ed esteso.

WM. Bene Nino, non posso che ringraziarti a nome dei nostri lettori per il tempo che ci hai dedicato. Ti auguro un futuro brillante ricco di soddisfazioni.