L’acqua, simbolo di benedizione


Percorrendo insieme l’itinerario dei segni, simboli e significati della liturgia della santa Messa è importante sottolineare la presenza dell’acqua benedetta nelle chiese e nei luoghi di culto. L’acqua benedetta, per il suo utilizzo, è presente nelle chiese in due spazi ben distinti e visibili ai fedeli.
La prima acqua la troviamo posta all’ingresso in due pile di marmo a forma di vaschetta circolare,vi si immergono le dita e si ci segna con il segno della croce. La seconda acqua è posta all’inizio della navata della chiesa alla fonte battesimale (nel battistero). Questo arredo sacro è presente in varie forme marmoree e serve per il rito del battesimo (che è un sacramento)
Prima di inoltrarci nel vero significato dell’acqua benedetta è opportuno parlare dell’acqua e dei suoi molteplici significati. Laddove c’è poca acqua è a rischio la sopravvivenza dell’uomo e del pianeta, dove invece ce n’é troppa, come capita spesso durante le calamità naturali (oggi chiamate tecnicamente bombe d’acqua) può causare distruzione.
L’acqua è fonte di vita per la natura e per l’uomo, con l’acqua battesimale da figli dell’uomo si diventa figli di Dio.
L’acqua benedetta prende il nome di acqua lustrale, il suo utilizzo è per tutte le benedizioni indicate dal canone romano, per questo si chiamano benedizioni sacramentali. Esse sono simboli che vanno riempiti con la nostra preghiera e sempre con quest’acqua lustrale si possono fare benedizioni di rito popolari che allontanano il maligno e fanno paura al demonio.
Il battistero (dal latino batptisterium) è l’edificio annesso a una chiesa (in genere italiana), dove si svolge il rito del battesimo. La separazione dei due luoghi ha origine nei primi secoli dell’era cristiana, quando i neofiti, non ancora battezzati, non erano ammessi alle celebrazioni liturgiche che si svolgevano all’interno dei luoghi di culto consacrati.
Celebri sono i battisteri di Firenze, Pisa, Siena, Pistoia, Ascoli Piceno, Asti, Ravenna, Nocera Superiore, Cremona, Padova, Parma, il Battistero di San Giovanni in Fonte, sito a Napoli, è considerato il più antico del mondo occidentale.
La diffusione dei battisteri in Italia è stata particolarmente importante nel periodo romanico e gotico, mentre nelle epoche successive si preferì destinare allo scopo una cappella collocata all’interno dell’edificio principale, in genere la più vicina all’ingresso, anche in seguito alle modifiche del rito, che attualmente avviene solo con l’aspersione di una modica quantità di acqua sul capo del battezzando. Il fonte battesimale, in questi casi, non è più costituito da una vasca, ma da un elemento architettonico simile a un’acquasantiera. La cappella dedicata al battesimo, seppur non più costituita da un edificio autonomo, è comunque denominata battistero.