Lo spirito della baionetta. I garibaldini


Un conto era uccidere l’avversario sparando a distanza.
Un altro conto era ucciderlo con la baionetta.
Con la baionetta ci vuole più fegato.
I garibaldini erano particolarmente addestrati all’uso della baionetta.
Contro i moschetti era abbastanza facile arrivare addosso all’avversario e poi colpirlo con le baionette.
Una volta aggredito con la baionetta, psicologicamente colpito, l’avversario cedeva facilmente.
Finché non arrivarono i fucili a canna rigata e poi i fucili a retrocarica, più micidiali, i garibaldini ebbero, diciamo così, vita facile.
Dopo le cariche alla baionetta diventarono quasi impossibili.
Troppa era la distanza da coprire per arrivare addosso all’avversario.
Si veniva falciati dal fuoco dei fucili.
Per la verità i garibaldini ottennero successi anche contro i fucili a canna rigata, come nella battaglia di Bezzecca del 1866, durante la Terza Guerra d’Indipendenza a prezzo, però, di serie perdite.
L’anno dopo alla battaglia di Mentana contro i micidiali fucili dei francesi non ci fu verso.
I garibaldini, di fronte alla pioggia di fuoco, a lunga gittata e precisa, non riuscirono nemmeno ad arrivare addosso ai francesi.