Lino Martini pubblica la II ed. del suo studio sulla battaglia di Rieti-Antrodoco


Il volume di Lino Martini giunge alla II Edizione che, in occasione del bicentenario della battaglia avvenuta nel 1821, rivede e amplia il già apprezzato precedente studio storico-critico dell’Autore.

Lo studio realizzato sulla battaglia del 7 marzo 1821 è un originale percorso di analisi scientifica sulla guerra austro-napoletana del marzo 1821, dichiarata dall’Impero d’Austria al Regno delle Due Sicilie per sopprimere le libertà costituzionali scaturite dalla Rivoluzione carbonara napoletana del luglio 1820. La battaglia si concluse con lo scontro di Rieti, nel quale i Partenopei furono sconfitti. Di poco valore in sé, la sconfitta di Rieti ebbe immense ripercussioni politiche, perché scoraggiò i sostenitori della Costituzione, e ai nemici di questa diede modo di palesarsi e, per colmo di sventura, distrusse nell’animo dei deputati al parlamento napoletano quel poco di coraggio che ancora serbavano per sostenere la causa di emancipazione del popolo, consentendo alla potenza imperiale austriaca di dominare sull’Italia per ancora un quarantennio.
Scopo dell’opera è rivalutare la figura del tenente generale Guglielmo Pepe, comandante in capo del Secondo Corpo d’Armata napoletano, schierato a difesa del confine abruzzese e diffondere nuova luce su di un fatto bellico che, nonostante molti autori vi si siano dedicati, per lungo tempo è rimasto avvolto nelle nebbie, restando quasi un oggetto misterioso, a causa della scarsità delle fonti, peraltro discordanti, quali: le Memorie di Guglielmo Pepe, la Storia del Reame di Napoli del tenente generale Pietro Colletta, le Mémoires del tenente generale Michele Carrascosa. Da Colletta e Carrascosa, l’uno ministro interinale della guerra e l’altro comandante in capo del Primo Corpo d’Armata, schierato tra il Volturno ed il Garigliano, Pepe venne considerato l’unico responsabile della sconfitta. La battaglia di Rieti ebbe un esito disastroso per l’esercito costituzionale e per la giovane democrazia partenopea e, di conseguenza, per l’immagine pubblica del suo comandante. Tacciato dai contemporanei di viltà e tradimento, fu ritenuto l’unico responsabile della sconfitta.
Da sempre il problema è a chi dei tre generali dare credito, i quali, per essere parte interessata, avrebbero potuto avere un qualche interesse a falsare o, quantomeno, occultare la verità.
Maggior luce non venne dagli storici successivi, i quali, in presenza di fonti così torbide e divergenti, dettero credito raramente alla versione di Pepe e più spesso ora a quelle di Colletta e Carrascosa.
Di fronte a tanta disparità di giudizio ed incertezza di critica, basando lo studio anche sui Bollettini dell’Armata Austriaca, emessi dai Quartier Generali di Rieti, Antrodoco e Frascati, si sono sottoposti i testi di Pepe e degli Austriaci, cioè i due protagonisti dello scontro, ad una rigorosa analisi filologica. Il risultato è che in molti punti essi appaiono simmetrici e speculari. Pertanto se ne è tratta la convinzione che la battaglia si svolse diversamente da come per circa due secoli molti scrittori hanno narrato nei libri di storia e che la verità sia stata a lungo vittima di parziali e faziose ricostruzioni, suggerite dall’invidia degli uomini e dalle lotte politiche del tempo.
L’abrogazione della Costituzione ad opera dell’invasore austriaco, avvenuta il 24 marzo 1821, fu la tragica conseguenza della sconfitta che i Napoletani avevano subìto a Rieti diciassette giorni prima.
La battaglia prende il nome dall’altura presso cui si svolse, a poche centinaia di metri da Rieti: il colle di Lesta. È conosciuta anche come Battaglia di Rieti o Battaglia di Antrodoco, che a giudizio di molti studiosi può essere considerata la prima del Risorgimento italiano.
Nel libro se ne descrive la genesi, percorrendo a volo radente le tappe che condussero allo scontro armato. Ben tratteggiato è il ruolo della Carboneria che promosse, organizzò ed attuò i moti rivoltosi del 1820 a Cadice, Nola, Palermo, prodromici alla concessione della Costituzione che il re delle Due Sicilie, Ferdinando I di Borbone, promulgò il 7 luglio dello stesso anno. Ben delineata è la situazione politica ed economica della società dell’epoca, che vide la classe borghese affiancarsi alla nobiltà per il governo dello Stato e per la gestione degli affari. Ampi spazi sono dedicati anche alla descrizione del controllo politico in Italia dell’Impero d’Austria, egemone sulla Penisola dopo il Congresso di Vienna (1815), allarmata e preoccupata che il contagio rivoluzionario si espandesse agli altri Stati italiani.
Nel corso degli anni, i fatti di Rieti caddero praticamente nell’oblio. Alcuni sono arrivati persino a dubitare sul reale svolgimento della battaglia e per molto tempo si pensò che, se scontro vi fu, esso avvenne nelle gole di Antrodoco. E questo è tanto vero che fino a qualche anno fa l’evento veniva identificato semplicemente sotto il nome di Battaglia di Antrodoco, località in cui si svolse soltanto l’epilogo di uno scontro, già iniziato e combattuto a Rieti ad eserciti al completo, il cui svolgimento avvenne in buona sostanza secondo i tempi e le dinamiche narrati da Pepe.
Come dichiarato nella prefazione al volume, solo marginalmente lo scritto verte sugli aspetti tecnici, quali possono essere per esempio le strategie e le tattiche militari, i nomi e gli organici delle unità combattenti, i loro movimenti, l’utilizzo che i comandanti ne hanno fatto sul campo di battaglia. Scopo principale dell’opera è affermare la credibilità della narrazione di Pepe.
Attingendo a documenti inediti dell’epoca, nella seconda parte del volume si è ritenuto utile descrivere anche alcuni aspetti economici e politici di quella società, che aiutano a spiegare il negativo atteggiamento popolare prima sulla Rivoluzione e poi sulla guerra.
L’opera è un originale percorso storico-critico che analizza rigorosamente i fatti accaduti con un pizzico di curiosità in più, evitando di riproporre una storia già ampiamente trattata. Ci si sofferma, infatti, sulla figura di Guglielmo Pepe in tutte le sue sfaccettature aggiungendo ulteriori elementi di valutazione finalizzati in buona sostanza a riequilibrare il giudizio sulla figura e l’azione del generale napoletano, il cui valore militare ed umano dovrebbe essere misurato non soltanto sulla base di una disfatta, ma anche tenendo conto delle disastrose decisioni assunte dai governanti napoletani e dei ripensamenti sulla conduzione della guerra da parte dei vertici politici e militari del Regno, a cui Pepe fu completamente estraneo. Insomma, il personaggio che si propone in questa monografia è a tutto tondo, con pregi e difetti, spinto all’azione, persino temeraria, per difendere la libertà e l’indipendenza del suo Paese.

L’Autore:
Lino Martini (all’anagrafe Pasqualino), Nato a Vetralla (VT) il 17-04-1949.
Giovinezza trascorsa ad Arce, Sora, Anagni, Frosinone.
Sottotenente di complemento (1973-1974) nel Servizio Automobilistico dell’Esercito. Attualmente Primo Capitano c. a.
Vive con la famiglia a Rieti.
Storico e saggista.
Laurea Magistrale in Scienze Religiose, conferita dalla Pontificia Università Lateranense “summa cum laude”.
Già Presidente dell’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia (UNUCI), Sezione di Rieti.
Già Vice Presidente dell’Associazione Culturale Reatina “Domenico Petrini”.
Presidente del Collegio di Garanzia dell’ANCRI (Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica Italiana).
Socio dell’Istituto per la Storia del Risorgimento (ISR).
Socio dell’Associazione Mazziniana Italiana (AMI).
Socio della Società Italiana di Storia Militare (SISM).
Socio del Sodalizio Ufficiali delle Forze Armate Italiane.
Membro del Comitato Scientifico dell’Associazione Storica per la Sabina.
Onorificenze: Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Opere pubblicate:
1) “Sulla Battaglia di Rieti-Antrodoco 7-10 marzo 1821”, Studio storico-critico, Rieti 2015.
2) “Il bastone e la carota di Garibaldi a Rieti dal 29 gennaio al 13 aprile 1849”, Mondo Sabino, 6 dicembre 2013.
3) “Diario di Cesare. I primi mesi della Grande Guerra sul fronte orientale tratti dagli appunti di Cesare Pitoni”. Presentazione e Sintesi, Rieti 2016.
4) “Cronaca di un dissenso”, dal diario di guerra di Cesare Pitoni (1915-1916), una crisi esistenziale sul Carso e sull’Isonzo, all’ombra della censura e della criptografia, Rieti 2018.
5) “Regesto e Riordino del fondo fotografico presso gli Archivi Unificati della Curia Vescovile di Rieti”, Rieti 2016.
6) “La Prima Legione Italiana di Garibaldi. Genesi, Fasti, Dissoluzione” – Relazione al Convegno tenutosi a Rieti il 9 febbraio 2019 nel 170° della Repubblica Romana del 1849.
7) “La Prima Legione Italiana”, Rieti 2020.
8) “Sulla Battaglia di Rieti-Antrodoco 7-10 marzo 1821, II, Rieti 2021.