PsicologicaMente – I “vampiri emotivi”. Le relazioni tossiche


Le fonti di stress della nostra vita quotidiana sono veramente tante e, sebbene possa sembrare assurdo, sono le relazioni umane a rappresentare proprio l’origine delle nostre più grandi forme di tensione ed affaticamento…
Se da un lato taluni rapporti sono positivi e ci regalano ottimismo e quindi un innalzamento del tono dell’umore, dall’altro, altre relazioni, anche piuttosto intime, possono minare questo ottimismo e generare un consumo negativo di energie psico-fisiche. Quando ciò accade è probabile che ci siamo imbattuti in un cd “vampiro emotivo” (o “emozionale” o “energetico”).
Di “vampirismo” si è spesso parlato in letteratura o nel campo del cinema horror, ma raramente se ne discorre in “campo affettivo o energetico” ecco perché io ho deciso di dedicargli un pò del “nostro” tempo.
E’ importante conoscere questo fenomeno perché si tratta di una sorta di patologia che quotidianamente investe un grande numero di uomini, inconsciamente e consciamente ma che la scienza ufficiale non è in grado di misurare secondo i suoi canoni quindi è rimasta relegata nella sfera della psicologia, della psichiatria e della meditazione.
Ma entriamo nel merito della questione. Prima di tutto è utile sapere che “Vampirismo emotivo” è un’espressione coniata dallo psicologo clinico americano, dott. Albert Bernstein che ha dedicato un intero libro, “Emotional Vampires: Dealing With People Who Drain You Dry”, all’analisi di quei soggetti che chiedono aiuto e consigli senza mai dare nulla in cambio e fino a prosciugare le energie di parenti, partner, amici o colleghi, e, non ricambiando mai, si sottraggono alla regola del sano e giusto equilibrio del “dare e avere”.
Persone di questo tipo si possono trovare ovunque e possono essere chiunque. Come accennavo, anche relazioni affettive più importanti come i rapporti di coppia enquelli tra genitori e figli, possono prendere una piega tutt’altro che salutare.
I vampiri vedono il mondo in modo differente dagli altri, ovviamente ne hanno una percezione distorta e perseguono obiettivi immaturi, spesso irraggiungibili ed hanno sempre bisogno di qualcuno che li supporti e li liberi dai fardelli quotidiani; essi si avvicinano a persone dinamiche, vitali, coraggiose, forti, ne pretendono la continua presenza.
Chi si imbatte in simili personalità manifesta sempre gli stessi “sintomi”, ovvero quando ci si allontana dal vampiro ci si sente molto stanchi, privi di vitalità, si desidera riposare, dormire, immergersi nel verde, mangiare dolci.
Sempre il dott. Bernstein avrebbe individuato ben cinque tipologie di vampiro che mi sembra opportuno analizzare insieme così da consentire al lettore interessato, eventualmente, di riconoscerli.
Dunque, in primis troviamo il narcisista ed ovviamente… tutto gira intorno a lui! Pericoloso perché incapace di provare empatia, si pone sempre al centro della scena mentre gli altri sono comparse e, se ci si ribella, può diventare punitivo e vendicativo. Se proprio non potete allontanare una persona di questo tipo dovete essere disincantati, non aspettarvi troppo, mantenere un certo distacco e non diventarne troppo dipendenti.
Poi c’è il vampiro-vittima. Questi tende a domare la preda con la tecnica del “povero me”, tutto il mondo gli è contro e chiede comprensione e totale immedesimazione con i suoi problemi e dolori esistenziali, annullando l’altrui benessere e felicità con il pessimismo più profondo. Di fronte a simili atteggiamenti sarà bene porre, con gentilezza, freni ben precisi per proteggere la propria serenità.
Ancora vi è il tipo di vampiro controllore. Ossessionato dal bisogno di avere tutto sotto controllo e con un’opinione su tutto, domina gli altri annullandone le emozioni ed ignorandone volutamente le esigenze. Il suo prossimo non ha diritto di parola perché solo egli sa di cosa si deve aver bisogno. Purtroppo queste persone vanno assecondate senza cercare di dirgli cosa fare.
Bernstein ci presenta poi il logorroico. Disinteressato ai sentimenti altrui, concentrato solo su se stesso e su quello che deve dire, non percepisce segnali non verbali ed è veramente complesso arginare il fiume di parole che esprime. Parla più per sé stesso che per gli altri, si compiace di sé e non è per nulla disposto al dialogo. Con questa tipologia bisogna cercare di interrompere la loro verbosità, ascoltarli ma appena possibile defilarsi anche esprimendo chiaramente fastidio rispetto a questo dilungarsi.
Abbiamo, infine, l’attore drammatico, ossia una persona che ha un talento per esagerare ogni piccolo problema o incidente. Non bisogna assolutamente farsi contagiare dalla sua ansia, bisogna mantenere la calma e riportare ogni cosa nel suo giusto ordine di importanza, i suoi drammi sono solo piccoli problemi che ogni persona affronta ogni giorno.
Detto tutto ciò va assolutamente anche precisato che i vampiri emozionali non sono sempre consapevoli del loro ruolo e quindi spesso non sono persone cattive.
Insomma non è colpa loro se si comportano così ma è importante per noi saperli riconoscere. Vi ho già descritto a grandi linee le tipologie che il dott. Bernstein traccia ma è utile ancora sapere che siamo di fronte a soggetti che tendono, ad esempio, a nascondere battute offensive dietro un atteggiamento di falsa cordialità e amicizia, criticano il comportamento altrui e sono pronti a sfruttare le ingenuità per poterne trarre vantaggi personali, non rispettano regole e vedono le relazioni interpersonali come qualcosa da poter sfruttare a proprio vantaggio. Danno l’illusione di un’apertura che non si concretizzerà mai per approfittare poi della disponibilità di chi li circonda, magari creando un “ricatto emotivo”, facendo sorgere forti sensi di colpa per manipolare l’altro ancora più facilmente.
Non a caso quando si capita nelle mani di un vampiro energetico si percepisce sempre un cattivo umore, ovvero, se il legame creato è di dipendenza, potrebbe avvenire l’esatto contrario, ma comunque sottrae energia, ci si sente stanchi e demotivati perché non ci si sentirà rispettati.
Il vampiro tende, inoltre, ad isolare da amici e familiari così che egli risulterà l’unico referente, rendendo difficile sfuggirgli o separarsi da lui.
Ma allora come possiamo difenderci da simili presenze? Prima di tutto aggrappandoci all’autostima!
Stabilite limiti e non permettete mai al vampiro di varcarli; ogni volta che il vampiro cerca di oltrepassarli voi ristabilite le distanze; curate la considerazione che avete di voi stessi e non permettete a nessuno di intaccarla.
Si potrebbe anche tentare di saziare questi animi insoddisfatti attraverso i complimenti, così facendo non sentiranno il bisogno di nutrirsi dell’energia altrui.
Ancora sarebbe opportuno rifiutare la loro disponibilità e il loro aiuto per evitare che possano utilizzarlo per far sentire l’altro in debito.
In ogni caso, tra tutte, la cosa più importante è questa: ricordate che per paura di perdere l’altro, si rischia di perdere se stessi e il nostro primo diritto è anche il nostro primo dovere, essere rispettati e amati adeguatamente.
Se avvertiamo senso di colpa, frustrazione, paura, vergogna… non siamo sbagliati noi! Tanto meno le nostre emozioni possono esserlo! Queste, quando emergono, hanno sempre un significato ben preciso ed uno scopo evolutivo, ovvero portarci in salvo da una relazione che molto probabilmente è sbagliata e con una persona che lo è altrettanto.

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