Il politico conservatore: Il governo Conte e la sua crisi, sintomi di degrado della democrazia e civiltà italiana


Le recenti vicende della orrenda esperienza del Governo Conte per lo Stato di una Repubblica moderna e democratica, sollecitano alcune riflessioni profonde su questa nostra civiltà italiana.
Che un abile giocoliere come Matteo Renzi sia capace con il 3/4% dei consensi di figurare l’uomo forte e il miglior politico italiano (pur in un parlamento di nani) fa davveto riflettere. A quale gioco mai con forze così modeste si possono ottenere così grandi risultati? A scacchi? A Bridge? O invece a poker e alla roulette?
Cari amici, al GIOCO D”AZZARDO. E che un Paese moderno, importante e dichiaratamente democratico debba essere nelle mani dei giocatori d’azzardo è decisamente avvilente. E che gli italiani non capiscano più quale è la strada e il modo della democrazia e dello Stato repubblicano è tragico, cari amici, fa piangere. E c’è di che versare fiumi di calde lacrime a vedere come il sangue di guerre e il lavoro di un popolo sia dilapidato e vilipeso da pratiche da casinò e schlotmachine.

All’Italia occorrono 2 (due) partiti seri, come quelli delle democrazie occidentali: entrambi rispettosi e convinti di una forma di Governo della Repubblica e dello Stato, la DEMOCRAZIA, Partiti preparati per svolgere le funzioni che tale forma prevede.
A cascata, occorre effettuare una riflessione non ovvia: in Italia non trovi segni di cultura organizzativa democratica della Repubblica e dello Stato nei manuali di Diritto costituzionale nè in quelli di Diritto pubblico, che sono improntati a una sorta di primitiva cultura del diritto individuale o della generica coerenza antropologica a sfondo ecumenico, saltando d’un passo tutta la problematica dell’organizzazione, in Democrazia, della Cosa pubblica e dunque delle sue implicazioni individuali, giuridiche e antropologiche.
Di conseguenza, ancor di meno tale cultura e protezione giuridica troviamo nella testa della gente, che non è stata educata alla comprensione del meccanismo democratico, nè alla scuola nè nella società e tanto meno presso i partiti.
Abbiamo quindi maturato una classe politica di faciloni ignoranti, anche i migliori, che combattono con l’astuzia e con la squallida santabarbara di armi superate pre-democratiche (furbizia, sgambetti, fuoco amico, sofismo giuridico, epidermidi umane, logica individuale a oltranza, ecc.) in una società globale E locale, tutta fatta ormai di organizzazioni e società.
Almeno 2 partiti seri, che VIVANO davvero la Democrazia e che, facendolo, promuovano il loro principale e insostituibile contributo:
1. Una visione organica e strutturata, professionale, del Paese e dei suoi fabbisogni alla luce delle sue imprescindibili relazioni con l’esterno e con ogni persona del suo Popolo;
2. La selezione di personale politico e amministrativo in grado di fare affiorare le competenze necessarie per l’espressione di quella forma di Governo della Repubblica e dello Stato che si chiama Democrazia.
Per farlo, come nei grandi partiti democratici (non di nome, soltanto, come il PD, che esercita una forma di astuta egemonia attraverso il deep-state…) occidentali, i partiti italiani devono avvalersi, indistintamente, con sfumature semmai di produttività, efficienza ed efficacia nel condurre la propria missione, di organizzazione articolata e di professionalità interne, con un meccanismo manageriale (leggi: collegiale per strati organizzativi) di direzione interna e di decisione sugli atti operativi fondamentali, quali 1. e 2. sopra.
Una organizzazione così incontra certi costi fissi e variabili. Richiede finanziamenti per il suo funzionamento. Ma non dimentichiamo che ci troviamo di fronte a una fondamentale infrastruttura della democrazia , senza la quale decade il concetto, fondamentale e ineludibile in democrazia nelle società di massa, la Rappresentanza.

Dunque, finanziamento pubblico e privato. Finanziamento privato: rapporto organico e indirizzato al Bene del Popolo, titolare della Repubblica, con le forze dell’economia, dunque sano lobbismo . Il sano lobbismo è una forma di congiunzione regolata tra organizzazioni di natura privatistica ma legate a missione sociale (socioeconomica) e/o istituzionale (in questo caso: aziende e partiti) cioè di base “pubblica” e non solo “privata”.
La connessione del partito con le istituzioni repubblicane democratiche statali attraverso il progetto e il personale politico e amministrativo, rende indispensabile la regolazione e chiarificazione, anche giuridica, dei rapporti lobbistici.
Il primo confine d’integrazione lobbistica è il seguente: quando il personale del partito o il partito stesso, e di conseguenza il suo personale, è coinvolto in attività istituzionali, non vi possono e devono essere contaminazioni d’interessi privati (nè di partito, nè di lobby e tantomeno d’interessi di alcun genere) nella esecuzione dell’unico interesse ammesso che è quello del Popolo titolare della Repubblica.++ Conte, tutela solidità conti ma sbloccare investimenti ++
Ciò significa che il partito può ottenere finanziamenti da un’azienda che costruisce ponti perchè si ritiene infrastruttura sociale fondamentale la costruzione, ad esempio, del Ponte sullo Stretto di Messina, inducendo così un percorso operativo per il suo varo dal punto di vista della fattibilità e della sua traduzione in atti pubblici, ma al momento del passaggio al piano operativo (una gara pubblica per l’attribuzione del lavoro) il rapporto lobbistico deve decadere del tutto, lasciando alla obiettività tecnico-economica (di peraltro comprovato organo tecnico non influenzabile e non espressione partitica) il risultato dell’affidamento. Ciò è a maggior ragione tutelato dalla doverosa pubblicità dei rapporti lobbistici dei partiti, che devono essere chiaramente documentati negli atti fondamentali del funzionamento del partito, cioè almeno nello Statuto, negli atti organizzativi principali, nel bilancio e attraverso un atto contenente l’illustrazione quali interessi per la comunità ha la connessione con l’azienda x, y, z (dal sostegno ideologico e programmatico generico a specifici elementi di strategia industriale o economica funzionali all’interesse del Popolo sovrano).
La trasparenza sul lobbismo nuoce ai rapporti di complicità tipici del suo inverso criminale, anti-democratico e neo-oligarchico, la CLIENTELA, cioè il mettere al servizio di soggetti privati il funzionamento della Repubblica e dello Stato.

Soltanto sciogliendo questo nodo dell’anello debole in Italia della catena democratica, il funzionamento dei Partiti in democrazia, potremo tornare a sognare la vera modernità e cosmopolitismo globale della Grande Civiltà di quest’Italia degli Italiani, dell’Europa, dell’Occidente e dell’Umanità.
Buon 2021.