L’uomo che creò la mozzarella


Esattamente un anno fa Nieva Zanco (NDR: in foto), scrittrice veneta di origine ma campana d’adozione, mi rendeva partecipe della sua idea di abbandonare per un po’ di tempo le sue narrazioni dedicate ai ristoranti stellati e gourmet, che da alcuni anni vengono raccolte e pubblicate dalla napoletanissima casa editrice Apeiron Edizioni in una collana annuale dal titolo La Consiglieria Guida Gastronomica non Convenzionale, per concentrarsi su un romanzo storico incentrato su alcuni aspetti “misteriosi” dell’oro bianco campano: quando e perché i bufali sono arrivati in Italia, chi e come ha creato l’archetipo della mozzarella.

A gennaio 2020, nell’ultimo numero della rivista RaffaelloMagazine, di cui condividevo con lei ed altri scrittori la redazione, veniva pubblicato il primo capitolo del romanzo “L’uomo che creò la mozzarella”. Nei numeri successivi si sarebbero dovuti aggiungere, mensilmente, gli altri capitoli ma la pandemia ne ha impedito il prosieguo. Così quel primo e solo racconto è diventato, col senno di poi, una sorta di spoiler.
Oggi, a distanza di ormai 12 mesi da quella pubblicazione, mi ritrovo con lei alla libreria Raffaello di Via Kerbaker, quartier generale di Apeiron Edizioni, ospiti del padrone di casa Gianni Di Costanzo che della casa editrice è l’anima, per scambiare un breve colloquio su quell’idea tradotta in libro.

WM – «Allora, Nieva, rileggendo quel tuo primo capitolo, apparentemente sospeso nel tempo, ho riscoperto che trovava solamente nelle ultime righe la sua rivelazione: siamo ai tempi della discesa di Annibale in Italia.»

Nieva Zanco – «Sì, la storia è ambientata sul finire della II Guerra Punica, intorno al 202 a.C., ma non voglio svelarti troppo.»

WM – «Da dove nasce l’idea e come ti sei documentata?»

Nieva Zanco – «Lo spiego nell’introduzione: i bufali sono un enigma, non appartengono alla nostra civiltà e l’origine della mozzarella è ancora oggi ignota. Ho passato il periodo della pandemia a studiare i classici. Il racconto è nato da solo. È una sorta di monologo. Una retrospettiva che un pastore numidico fa ad un suo adepto. Una matrioska, che capitolo dopo capitolo riporta alla luce una serie di avvenimenti storici che lego tra loro creando un nesso causa-effetto.»

WM – «Scorgo della cripticità!»

Nieva Zanco – «Se ti racconto di più corro il rischio di togliere il piacere della sorpresa ed il finale poi…»

Lo introdurrà verso la fine dell’intervista l’editore della Apeiron Edizioni Gianni Di Costanzo: «Il finale è aperto, lascia spazio ad un secondo tempo. Non un sequel ma uno spin off … una cosa però voglio dirla: lasceremo l’agro aversano per andare verso la piana di Paestum.»

WM – «Mi sembra il libro giusto per questo periodo di reclusione pandemica!»

L’augurio, conclude Nieva, è di candidarlo a qualche importante premio letterario.

L’uomo che creò la mozzarella
di Nieva Zanco
Apeiron edizioni
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