AD10S Diego. Napoli piange il suo RE


Se n’è andato Diego Armando Maradona. Il 25 novembre 2020 il Pibe de Oro è
tornato al suo pianeta lasciando in questa terra tutto il bello che poteva
donare.
Non così presto Dieguito, a soli 60 anni, c’era ancora bisogno di te, di respirarti, di sapere che, anche se dall’altro capo del mondo, tu c’eri, ci sostenevi e tifavi per noi.
Diego Armando Maradona non c’è più, ma proprio questo momento gli dona
l’immortalità per sempre. Ora lui è consacrato nell’eternità che merita.
Un grande, grandissimo, il più grande di tutti e ancora non basta a
descriverlo. Maradona non può essere imprigionato in un aggettivo. Il suo
essere straripante, esagerato fino all’eccesso in ogni occasione, lo ha
collocato nel mondo degli eroi, con il carisma degli dei, fino a riconoscerlo
come mito dell’età moderna.
Argentino di nascita e napoletano d’adozione, o anche viceversa, ha incarnato la fame di riscatto e di rivalsa di tutti i popoli del Sud.
La parte sinistra di Dio, quella fantasiosa, estrosa, divertente ma anche giusta e caritatevole come quella destra ma, in aggiunta, sapeva giocare a pallone come nessuno. Diego, osannato negli stadi di tutto il mondo che abbraccia e bacia la coppa del Mondo (1986), con la stessa voglia scende in un anonimo campetto di periferia per raccogliere fondi da donare ad un ragazzino sfortunato. La gente che ama non dimentica e la gente di Napoli non lo dimenticherà, e in eterno sarà ricordato come l’unico che è riuscito a portare per ben 2 volte il tricolore nella sua terra, Napoli. Dopo e prima di lui il deserto.
Uomo leader e divisivo, umile e con la verità sempre sulle labbra a qualunque costo, trascinatore di folle ma continuamente sorpreso e contento come un bambino di vedere le stesse folle riunite ad acclamarlo; in fondo lui giocava solo al calcio. Ma un calcio che nessuno aveva visto prima e che mai più sarebbe stato lo stesso dopo di lui.
Il mitico diez la palla l’addomesticava, la addestrava, l’accarezzava e non era più rotonda ma un oggetto che, sotto l’impulso del suo mancino, finiva proprio dove, con scaltrezza e velocità, aveva pensato di metterla.
Quante emozioni, quanti momenti ci hai regalato grande campione. Hai ridato fiducia ed orgoglio ad un popolo azzurro da sempre deriso e bistrattato. Ci hai fatto guadagnare dignità di squadra e di etnia, ci hai guidati nell’olimpo dei grandi. Grazie Diego con tutto il cuore.
Ora ci piace immaginarti tra l’azzurro del Paradiso, che ti sarai guadagnato a mani basse per i sogni che hai saputo realizzare e per l’immensa gioia che hai sparso sulla terra, perché le tue colpe le hai già pagate e sempre in prima persona.
Adesso, dopo la tristezza della tua dipartita, starai sicuramente palleggiando negli infiniti campi del Signore con una ulteriore difficoltà: un paio di ali nuove che ti sono spuntate tra i numeri 1 e 0 della tua, e solo tua, maglia n. 10.