Angeli del cielo e angeli della porta accanto


Quando si parla di angeli il primo pensiero va al nostro angelo custode che ci viene affidato da Dio sin dalla nascita per proteggere la nostra anima e il nostro corpo, cosa cara a Dio e anche a tutti noi. Anche se l’angelo custode è l’ultimo delle tre gerarchie dei cori angelici, con incarichi meno importanti rispetto magari agli arcangeli (Michele, Raffaele, Gabriele) è comunque al servizio di Dio con amore.
Per noi esseri umani tutte le cose che vengono dal divino sono come la musica che anche se non la capisci ti rigenera il corpo e quando tocca il cuore, trasforma la nostra vita in luce radiosa.

Se attraverso la fede vediamo l’invisibile, perché non si pone più attenzione alle cose visibili, capiamo che anche in mezzo a noi ci sono gli angeli, cioè persone sempre pronte ad aiutare ed intervenire in caso di necessità quali calamità naturali, terremoti, alluvioni, incendi, ecc. proprio come accadde a Firenze durante l’alluvione del 1966. Questi angeli si prodigarono non solo per salvare e aiutare persone, ma anche per il recupero dei beni artistici e culturali. Per la prima volta questi giovani volontari vennero chiamati “angeli del fango”.

Nel corso di quest’anno, in uno scenario cambiato, fra quarantena e pandemia, il loro compito non è stato liberare dal fango o liberare persone da mucchi di pietre, ma affrontare un nemico invisibile pronto a colpire, e quindi hanno dovuto salpare mare e monti, mettendo a repentaglio la propria incolumità e quella dei propri familiari, molti di loro sono stati contagiati dal coronavirus, ma, ancora una volta, volontà e professionalità si sono rivelate feconde per tutti.

A tutti i volontari del sommerso va tutta la nostra gratitudine, sono l’orgoglio di una nazione, sempre pronti a ricominciare con ancor più volontà e professionalità. Grazie!

Nota liturgica: la chiesa fa memoria santi angeli custodi il 2 ottobre.