Le opere di Giò Venturi e Beppe Ricci al Museo a Cielo Aperto di Celle Ligure


Ettore Gambaretto ha selezionato opere dello scultore Giò Venturi, protagonista ad Arte Padova 2020, e del pittore Beppe Ricci, ex Sindaco di Orsara Bormida (AL), per il suo Museo a Cielo Aperto di Celle Ligure (SV).

In memoria del padre Giuseppe, noto artista del secolo scorso, il vulcanico maestro ceramista albisolese sta dando vita ad una nuova iniziativa artistica, che abbinerà la magia di un ampio repertorio di opere realizzate da talenti nazionali e internazionali alle bellezze naturali della fascia litoranea ligure.

Giò Venturi, artista poliedrico di Canelli (AT), partecipa all’edizione 2020 di Arte Padova che si svolgerà dal 11 al 16 novembre, con esposizione di realizzazioni nei settori: Arte Moderna e Contemporanea; Contemporary Art Talent Show, Padova Expo Libri; librerie e editoria d’arte.
Di lui, del suo lungo e complesso percorso di ricerca e di aggiornamento che, con un magistrale impiego di disparate tecniche espressive e selezioni materiche, spazia dal figurativismo degli esordi e della maturità sino alla sperimentazione delle innovative tendenze dell’Arte Digitale nel corso degli anni più recenti, ha tra gli altri scritto il critico d’arte Marco Pennone.
L’esito complessivo della progressione che contraddistingue i decenni di attività dell’artista si svela nello sprigionarsi di suggestive sensazioni cromatiche e nell’elaborazione di originali figurazioni astratto-geometriche, rivelando padronanza di linguaggio compositivo.
Ne è prova il numero rilevante di riconoscimenti ottenuto in occasione di eventi e concorsi di grande rilievo, nonché il costante interesse da parte di estimatori e pubblico mantenuto nell’ambito delle numerose mostre collettive e personali susseguitesi nel tempo.
Vogliamo qui ancora menzionare la sua presenza, sempre premiata ai massimi livelli per il pregio delle opere presentate, nell’ambito delle successive edizioni del Concorso nazionale di Scultura dedicato a Cesare Pavese tenutesi nel paese natale del celebre scrittore, Santo Stefano Belbo (CN), a cura del Cepam (Centro Pavesiano-Museo Casa Natale), grazie a qualificati patrocini e collaborazioni.
In particolare, è del 1998 il Premio Speciale “Le Colline di Pavese” riconosciutogli da un’autorevole giuria – composta da: Massimo Ghiotti, scultore, presidente; Gian Giorgio Massara, critico e storico dell’arte; Angelo Mistrangelo, critico d’arte e giornalista; Clizia Orlando, critico d’arte e giornalista, segretaria e Luigi Gatti, presidente Cepam – per l’opera “I mari del Sud”.
Quest’ultima, (si vede in una delle foto in alto alle spalle del Maestro Gambaretto), un’avvincente scultura realizzata in ferro, fu successivamente installata nel giardino del Museo Casa Natale di Cesare Pavese, dove è rimasta esposta per oltre vent’anni. In un nuovo sito di installazione, la cui ambientazione è certamente più consona al tema inneggiato nel suo titolo, il mare, essa acquisisce un rinnovato lustro.
Stesso destino per le altre quattro opere, tre sculture in ferro ed una in resina, di cui parleremo in seguito, che per volontà di Venturi sono state accolte da Ettore Gambaretto nel proprio Museo a Cielo Aperto, in fase di allestimento. Con lodevole zelo, il maestro ceramista albisolese prevede infatti di adibire uno spazio in cui ospitare in forma permanente fino ad un centinaio di opere, eseguite nelle diverse tecniche delle Arti Visive, selezionate fra un novero di talenti di fama nazionale e internazionale.
Fra di essi, figura Beppe Ricci, pittore eclettico ed ex Sindaco di Orsara Bormida (AL), una ceramica foto-impressa di un suo paesaggio urbano raffigurante la Casa natale di Cristoforo Colombo, a Genova, eseguito nel 2018, (si vede in una delle foto tra le mani del Maestro Gambaretto).
L’interessante iniziativa di Gambaretto si concretizza in un terreno terrazzato sito sulla strada che porta in quel di Pecorile, frazione di Celle Ligure (SV), poche curve dopo aver svoltato a destra dalla Via Aurelia in direzione di Albisola Superiore.
Si tratta di un fondo, proprietà di famiglia, che fu acquistato dal padre Giuseppe, affermato artista, nel 1970, al fine di stabilirvi lo studio, dove dando vita a parte rilevante della sua più matura creatività operò fino al 2001, momento della sua scomparsa all’età di 91 anni, (si vede in una delle foto la scritta “Gambaretto” che troneggia sul pannello all’ingresso).
Fu già sogno di Giuseppe Gambaretto quello di realizzare il cimento che, oggi, il figlio completa in sua memoria. Nell’auspicio di un’appropriata considerazione da parte delle Amministrazioni locali, si potrà costituire un centro che potrebbe ulteriormente valorizzare un comprensorio residenziale, che di per sé gode delle bellezze naturali della collina affacciata sul mare, oltre a divenire sicuro richiamo di visite artistiche e turistiche.